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All’Asd Filvilla, su suggerimento di Renzo Ulivieri, Francesco Leone è intervenuto nella strutturazione degli allenamenti senza rinnegare i principi di lavoro nei quali crede. Ecco come.
Sabato 15 Ottobre 2016 | Francesco Leone
Analitico sì o analitico no? Gli allenatori sono molto divisi su questo argomento. Nei dibattiti che prendono vita nei diversi corsi per allenatori e sui social c’è chi difende a spada tratta il lavoro analitico e chi la tecnica la preferisce in situazione. Una cosa è sicura: il miglioramento tecnico dei propri giocatori è un obiettivo di ognuno di noi, in ogni categoria e a qualsiasi livello. Uno dei primi consigli fornitimi da Renzo Ulivieri (leggi anche l’intera intervista) è stato che… «Il lavoro analitico va fatto sempre, quando allenavo Roberto Baggio a fine allenamento prendeva la sacca di palloni le sagome e si metteva a calciare le punizioni, più analitico di quello non ce n’è... e se lo faceva lui…»
INDIVIDUARE I GIUSTI OBIETTIVI E SAPER CORREGGERE
Io in realtà faccio parte della schiera di coloro che amano molto di più la tecnica in situazione, allenata preferibilmente tramite esercitazioni che prevedano la netta superiorità per chi gestisce la palla. Questo facilita il mantenimento del possesso e allo stesso tempo la presenza di avversari obbliga a dover fare delle scelte il più possibile vicine al contesto della partita. Dopo le indicazioni di Ulivieri però qualche domanda me la sono fatta. Mi ha detto… «non esiste un’attività che non è allenante, dipende sempre da come la proponi, dall'obiettivo che ti poni e da come la correggi. Se un giocatore non sa crossare l'unico modo per insegnarglielo è farlo crossare molte volte e correggerlo. Il fine del gioco del calcio è fare gol, se negli allenamenti facciamo tirare di più la squadra a rigor di logica quando capita in partita si aumenta la possibilità di fare gol. Quando allenavo a Bologna avevo dei centrocampisti che ogni volta che calciavano sparavano il pallone in tribuna. Allora a fine allenamento li prendevo da parte e li facevo tirare. Basta anche solo dieci minuti, alla fine della seduta. Se vogliono migliorare avrai la loro disponibilità. Dieci minuti per tre quattro o più volte al mese per tutto l'anno vuoi che alla fine non siano migliorati?»
GLI ADATTAMENTI AL LAVORO SETTIMANALE
Tenendo conto un po’ di tutto ho cambiato quello che è il lavoro settimanale e ho inserito delle esercitazioni analitiche a carattere generale a inizio seduta, ricezione e passaggio in forme geometriche come quadrato o rombo (figure 1 e 2).
TRASMISSIONE NEL QUADRATO
TRASMISSIONE NEL ROMBO
Queste attività le svolgiamo prevalentemente il venerdì che è il giorno più vicino alla partita ed è quello successivo all'allenamento più pesante sia a livello fisico sia cognitivo. A fine seduta si riprende il lavoro tecnico analitico fatto però in maniera più specifica e differenziato per ruolo. I difensori lavorano su quelle che sono le traiettorie (aeree e non) sulle quali sono andati in difficoltà nella partita precedente, i centrocampisti lavorano sul tiro in porta da zone specifiche e con traiettorie specifiche. Terzini e ali, infine, lavorano su cross e gli attaccanti sulla finalizzazione sia da palla laterale sia centrale con passanti o filtranti. Ovviamente coloro che sono designati a calciare le punizioni si allenano su quello.
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