TALLONITE: PREVENZIONE E CURA
È una patologia molto diffusa e fastidiosa, nei casi più lievi può essere prevenuta o curata in modo semplice, vi spieghiamo come.
Venerdì 29 Maggio 2015 | Riccardo Fenili
TALLONITE: PREVENZIONE E CURA
È una patologia molto diffusa e fastidiosa, nei casi più lievi può essere prevenuta o curata in modo semplice, vi spieghiamo come.
Quando si parla di tallonite si è in realtà imprecisi. Si tratta di un termine molto generico e molto abusato per descrivere diverse patologie, alcune delle quali anche difficili da trattare, le principali sono:
- La fascite plantare
- La spina calcaneare
- Il morbo di sever
- Il tallone maculato
- L’entesite calcaneare
Le forme più gravi devono essere assolutamente affrontate dopo aver eseguito una visita specialistica, mentre in questo articolo ci occupiamo di quelle meno gravi. Vi diamo qualche consiglio utile per cercare di evitare che insorgano o per eliminarne le cause. Quando parlo di forme meno gravi mi riferisco, per darvi un riferimento, a quel genere di patologie che proviamo a risolvere utilizzando (erroneamente) una talloniera in silicone. Cerchiamo prima di capire come è fatta e come funziona la struttura anatomica interessata da questa patologia.
Il tendine di achille (freccia rossa) si inserisce sulla faccia posteriore del calcagno, mentre la fascia plantare (freccia gialla) origina dalla faccia inferiore (figura 1).
Nonostante i due tendini siano in apparenza separati da un punto di vista biomeccanico e funzionale si comportano come se fossero una cosa sola: insieme formano quello che da ora in poi chiameremo “sistema achilleo-plantare”. Per semplificare possiamo considerare di avere una vera e propria corda che passa posteriormente alla nostra gamba e che si inserisce sotto ciascun dito del piede. Il sistema achilleo-plantare permette al nostro piede la flessione plantare ma interviene anche in quasi tutte le fasi della deambulazione.
Quali sono le strutture principali che gli consentono di muoversi correttamente? Sono i muscoli, i tendini, i legamenti e le ossa. Come ho spiegato in precedenza le uniche talloniti che possono essere trattate con il “fai da te” sono quelle lievi, quelle che solitamente insorgono a causa di una scarpa da calcio non adatta, oppure per un sovraccarico da allenamenti (figura 2).
TALLONIERA IN SILICONE SI OPPURE NO?
La risposta è sì, ma solo per qualche giorno. La superficie morbida del silicone in alcuni casi riesce a ridurre la sintomatologia dolorosa e ciò permette anche alla muscolatura del nostro piede di ricominciare a muoversi correttamente. Questa soluzione ha però una controindicazione che in pochi conoscono e cioè che il supporto se utilizzato per un lungo periodo può aggravare la patologia iniziale. Capiamo il perché. Se ci fa male la schiena e ci sdraiamo su un’amaca avvertiamo immediatamente una sensazione di benessere, ma se ci addormentiamo o se ci restiamo per un po’ di tempo, nel momento in cui proviamo a rialzarci avvertiremo che il dolore alla schiena è peggiorato. Questo è quello che succede anche al nostro piede quando lo obblighiamo a stare su una superficie troppo morbida. Inizialmente la tallonite sembrerà scomparsa, ma se continuiamo ad usare il supporto in silicone i nostri muscoli, i legamenti e le articolazioni dovranno successivamente lavorare di più per cercare di ridare nuova stabilità all’appoggio e questo potrà determinare un peggioramento della patologia iniziale.