CALCIO: LAVORIAMO SUI RITMI DI GIOCO
Contrariamente a quello che è istintivo pensare i ritmi di gioco non dipendono da qualità o capacità condizionali, piuttosto cognitive e conoscitive dei principi del calcio.
Giovedì 11 Maggio 2017 | Christian Botturi
Nel calcio moderno, nel quale le qualità fisiche la fanno da padrone, si parla spesso di intensità (in particolare cognitiva vedi anche il post dedicato) e di ritmo di gioco. In questo contributo proveremo a definire cos’è quest'ultimo e come allenarlo a livello di settore giovanile.
DEFINIZIONE DI RITMO DI GIOCO
Secondo Juan Solé Fortó (autorevole docente universitario catalano di scienze motorie) quest’ultimo è la frequenza con la quale i patterns (schemi, percorsi in inglese) di gioco del proprio modello tattico si verificano in un determinato tempo. Il tempo è quello effettivo dell’esercitazione o della partita mentre i patterns sono quei comportamenti tattici collettivi che caratterizzano l’identità della squadra. Un pattern è un modello che contempla la possibilità di variazioni e di aggiustamento al suo interno senza che venga compromessa la ricerca dell’obiettivo per cui è stato pensato. Il superamento di una linea di gioco altrui, per esempio, può essere effettuato con uno smarcamento di rottura davanti all’avversario (taglio) oppure alle sue spalle (passante) ma anche con uno smarcamento in appoggio da parte di un compagno di una linea più avanzata.
I TRE TIPI DI RITMI DI GIOCO
Si possono distinguere tre ritmi di gioco:
globale;
offensivo: composto dai pattern di gioco d’attacco e il tempo trascorso in possesso palla;
difensivo: nel quale vengono considerate le azioni collettive difensive e il tempo di non possesso.
Il ritmo di gioco dipende pertanto dalla condivisione dei principi tattici che caratterizzano il modello di gioco e non da aspetti puramente fisiologici. Maggiore, tra i giocatori, è il livello di condivisione dei macroprincipi e sottoprincipi adottati nei differenti momenti della partita e maggiore sarà il ritmo, a parità di tempo. L’obiettivo di allenatori e preparatori è quindi quello di aiutare i calciatori a ottimizzare la resistenza al ritmo di gioco specifica al proprio modo di giocare.
SOLUZIONI PER MIGLIORARE IL RITMO DI GIOCO
Se lo si interpreta così diventa inevitabile abbandonare la strada che prevede la ricerca di intensità e ritmo lavorando in termini puramente condizionali (fisici). È necessario creare esercitazioni che favoriscano l’apprendimento dei principi di gioco attraverso la tattica collettiva e la presa di decisione individuale del calciatore. Le esercitazioni legate al ritmo possono quindi essere disegnate soltanto in funzione del modello di gioco della squadra che a sua volta dipende dai giocatori di cui si dispone. A fine post ve ne propongo una che può essere adattata a più di un modello di gioco.
NON CHIAMIAMO NOI LE GIOCATE AI RAGAZZI
Una tendenza che dobbiamo sforzarci a cambiare è dettare soluzioni e chiamare giocate e movimenti. Dobbiamo favorire la riflessione e la comprensione del gioco per rinforzare e sviluppare il processo decisionale del giocatore. Ricordiamoci che alla base della dimensione tattica vi è la capacità cognitiva, pertanto dando soluzioni ci sembrerà di velocizzare il ritmo di gioco della nostra squadra, ma sarà soltanto l’illusione di quel momento.
TRE CONTRO TRE E QUATTRO JOLLY PER L'ATTACCO ALLA PROFONDITÀ
In un area di lavoro preparata come in figura si gioca un tre contro tre più quattro jolly con una porta e un portiere. Una squadra ha l’obiettivo di fare gol nella porta ma solo dopo aver effettuato un passaggio filtrante dentro una delle due porticine (gialle in figura). L’altra squadra per fare punto deve a sua volta effettuare un passaggio filtrante oltre i due paletti ma solo dopo aver passato il pallone all’interno di una portina (rossa in figura) al jolly che gioca in posizione di vertice. Quest'ultimo può effettuare un’attacco diretto, una triangolazione oppure una triangolazione su terzo uomo. Variante: con lo stesso numero di giocatori si gioca un cinque contro cinque con le stesse regole. Si ha come obiettivo di aumentare il ritmo nella fase offensiva del proprio modello di gioco. In pratica si cerca di aumentare la frequenza con la quale si verificano giocate correlate fra i calciatori durante il possesso della palla. Esempio far ricevere la palla nella zona laterale del campo a un vertice alto che aveva appena attaccato in precedenza la profondità (subito dopo avere riconquistato palla). Non sempre è lo stesso giocatore, dipende dalla situazione contestuale del gioco.
A cura di Gianluigi Ghia