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L’unità minima

Gestire bene la palla è la chiave per giocare un calcio piacevole e propositivo. Una proposta semplice ed efficace per ottenere ottimi risultati sul campo.

Oggi affronto, assieme a Mauro Coltrini, una tematica inerente la formazione del giovane calciatore, in particolare una filosofia di gioco da adottare nel contesto di squadra.

Il principio fondamentale, che cerchiamo di trasmettere da sempre ai ragazzi, è quello di realizzare un calcio positivo e propositivo. Proviamo a trasmettere loro la voglia di costruire azioni, di avere il dominio del gioco, di essere i protagonisti della partita, non essere passivi o giocare in funzione di come gioca l’avversario.

Se insegniamo fin da piccoli ai ragazzi questo concetto, avremo giocatori che non avranno paura di prendersi delle responsabilità e di avere la palla fra piedi, aumenteremo i contatti con la stessa e quindi getteremo le basi per un reale miglioramento tecnico dei nostri calciatori.

 

GESTIAMO LA PALLA

Così facendo, creeremo l’abitudine alla costruzione di un gioco più gradito ai tifosi, più spettacolare, un calcio che in Italia vediamo sempre più di rado.

Per mettere in pratica questa filosofia, dobbiamo essere convinti, per primi, che la gestione della palla sia un vantaggio, nell’economia di una partita, non una moda né un mero accondiscendere alle richieste delle società.

La condizione necessaria affinché si concretizzi una buona gestione della sfera è la creazione di superiorità numerica, rispetto agli avversari, attorno ad essa; diversamente la nostra squadra farà molta fatica, a meno di elevate doti dei singoli nell’1 contro 1. Per ottenere superiorità numerica, infatti, occorre essere in grado di muovere e orientare bene il proprio corpo nel rettangolo di gioco.

La coordinazione è fondamentale per sviluppare una tecnica adeguata all'attuale velocità di gioco.

ABILI SE COORDINATI

Alla base, quindi, c’è una capacità coordinativa, fondamentale per il giovane calciatore, che deve essere ben sviluppata nell’età evolutiva: l’orientamento spazio-temporale.

Il calcio moderno è divenuto sempre più rapido e intenso, con gesti tecnici eseguiti alla massima velocità in spazi stretti o spesso strettissimi. Ecco che, per riconoscere il talento dal giocatore medio, la competenza tecnica unita alla capacità coordinativa spazio-temporale diventano elementi discriminanti.

Sul come portare superiorità numerica attorno al pallone esistono molteplici filosofie di gioco e altrettanti metodi per svilupparle. Per quanto mi riguarda dall’intensa amicizia che ci lega a uno studioso di calcio come mister Francesco Pellegrini (allenatore dei Giovanissimi Nazionali della Feralpisalò), è nato un solido connubio volto allo studio e allo sviluppo dei principi semplici e comuni da trasmettere alle squadre che seguiamo.

Figura 1: esempio di unità minima di gioco; attorno al portatore di palla si creano quattro soluzioni di gioco. Fondamentale l’orientamento del corpo e la gestione dello spazio da parte dei componenti del rombo.

SOLUZIONI DI GIOCO

Il risultato del nostro studio può essere riassunto in due parole: unità minima

L’unità minima prevede che la squadra in possesso si disponga in modo che esistano quattro soluzioni di gioco sempre e comunque favorevoli al portatore di palla in qualsiasi zona del campo.

È attuabile in qualsiasi categoria e si crea attraverso movimenti di occupazione dello spazio mirati a formare rombi, in modo da garantire tre linee di passaggio. È, sostanzialmente, l’unità di base del concetto più generale di scaglionamento offensivo (vedi figura 1).

Figura 2: esempio di esercitazioni iniziali per la creazione di unità minima. Il mister lancia un pallone in un settore del campo, i giocatori devono creare attorno ad esso i vertici dell’unità e costruire un’azione per conquistare meta dove stabilito dal tecnico.

I concetti alla base di questa filosofia di gioco sono:

  • guadagno dello spazio;
  • occupazione degli spazi;
  • ricerco traiettorie di passaggio in zona luce;
  • alleno sia l’1 contro 1 sia il reparto;
  • sviluppo il tutto tramite un’accurata seduta d’allenamento.

L’unità minima può essere attuata in qualsiasi parte del campo e oltre ai vantaggi già enunciati, facilita la riconquista della palla nel caso se ne perda il possesso (vedi figura 2).

Le tre soluzioni di appoggio si creano attraverso il movimento dei vertici laterali e di quello alto del rombo, la quarta consiste nell’iniziativa personale, in pratica il possessore di palla può scegliere quella migliore al fine di guadagnare spazio (vedi figure 3 e 4).

Nel prossimo articolo analizzeremo come poter sfruttare questa disposizione di base per gestire la palla ed essere protagonisti della partita e quali moduli di gioco possono esserne il naturale sbocco.

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