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CALCIO, GIOVANI E MULTISPORT

Utilizziamo altre discipline sportive per diversificare gli stimoli cognitivi e coordinativi dei giovani calciatori. Alcune proposte pratiche.

In una società dove educazione e formazione conducono sempre più a una esasperata specializzazione, il calcio segue spesso il medesimo percorso allenando il calciatore in modo analitico, isolato e decontestualizzato. Per questa ragione, quando ci si allena lo si fa dimenticando il sostantivo “gioco”, la sua complessità, la sua dinamicità, l’essere (il calcio) sport imprevedibile, incerto e variabile.

 

VARIAMO LE PROPOSTE COL MULTISPORT

Ancora più frequentemente si allena isolando le quattro dimensioni cardine del calcio stesso (tattica, tecnica, condizionale e psicologica) come se, durante una partita, il giocatore interagisse con l’ambiente circostante utilizzando esclusivamente una di esse. Non ho mai visto uno scatto eseguito esclusivamente dal punto di vista condizionale: probabilmente avrà avuto anche delle implicazioni cognitive nella testa del giocatore, no? Perché allora non considerare l’utilizzo di esercitazioni mutuate da altri sport? Noi siamo per proporli, soprattutto quando si tratti di giochi d’interazione con lo scopo di raggiungere un obiettivo per vincere sul rivale. Basket, rugby e ultimate, per esempio, sono, inoltre, giochi di invasione territoriale che prevedono la possibilità di contatto tra i giocatori.

 

MIGLIORIAMO LE CAPACITÀ COGNITIVE

Rispetto al gioco del calcio, questi sport hanno una grande differenza si usano le mani anziché i piedi, una condizione importante per allenare la dimensione tattica e quella condizionale. L’utilizzo delle mani in una partita riduce la complessità del gioco. Una minor complessità facilita, a livello cognitivo, maggiore velocità nel percepire, prendere decisioni ed eseguire i gesti scelti, oltre a incrementare l’intensità. Inoltre alcune regole specifiche favoriscono il miglioramento di alcuni aspetti cognitivi - tattici e coordinativi - e condizionali tipici del gioco del calcio. In questo post vi riporto soltanto alcuni degli esempi con i quali si può lavorare sull’organizzazione del gioco offensivo.

 

PARTITA A BASKET

In un campo di venti per trenta metri si gioca quattro contro quattro con l’obiettivo di fare canestro in uno spazio preciso (può essere costituito in altezza dalla traversa della porta e in ampiezza da del nastro appositamente posizionato in precedenza). Con dei conetti di riferimento per i giocatori viene disegnata un’approssimativa area dei due punti. Si applicano le regole del basket dei passi, dei falli e la limitazione di tempo (24 secondi) per ogni azione. Queste regole influenzano le decisioni dei giocatori sottoposti a elevata pressione spaziale e temporale. La fase di contatto (che avviene a minor velocità rispetto al calcio) permette di arrestarsi (elemento tattico importantissimo, ma raramente allenato nei nostri settori giovanili). Questo consente di “prendere tempo” e favorisce la lettura della disposizione della difesa avversaria. A livello energetico vengono utilizzati quasi esclusivamente i sistemi anaerobico alattacido e lattacido (quelli dell’alta intensità).

 

PARTITA A RUBGY E A ULTIMATE

(Clicca sull’immagine per aprire la scheda completa dell’esercizio)

Clicca sull'immagine per aprire la scheda completa degli esercizi

Nel rugby l’impossibilità di passare in avanti la palla a un compagno obbliga il possessore a correre nello spazio libero (“provocare”) per attirare un avversario e cercare un appoggio laterale. Questo induce al gioco in ampiezza e all’attacco sul lato debole avversario. Questa tipologia di gioco porta a numerosi cambi di direzione, frenate, partenze e ripartenze, gesti specifici anche del gioco del calcio. Infine, l’ultimate, uno sport di squadra giocato con il frisbee. Scopo del gioco è segnare punti passando il disco a un compagno all'interno dell'area di meta avversaria. I giocatori mentre sono in possesso del disco non possono muoversi, se non sul proprio piede perno. I giocatori devono attaccare la profondità per ricevere oltre la linea di meta. Inoltre il numero di passi limitato allena i tempi di percezione e decisione del giocatore in possesso del frisbee perché dovrà cercare un compagno prima di essere pressato dagli avversari. I suoi allenano lo smarcamento in tempi di gioco adeguati alla possibilità di passaggio del possessore. Inoltre si generano numerose situazioni nelle quali bisogna proteggere l’attrezzo dalla pressione e dai contatti degli avversari.

Scritto con la collaborazione di Gianluigi Ghia

Leggi gli altri post a cura di Christian Botturi

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