IL CALCIO EMERGENTE DEGLI USA
La North Carolina University, forma da diversi anni giocatrici di livello mondiale. La filosofia di gioco, la metodologia e le esercitazioni di coach Dorrance.
Domenica 13 Dicembre 2015 | Luca Bertolini
Nel primo post di questa piccola serie dedicata a una delle università americane più prestigiose e ricche di titoli in campo calcistico ne abbiamo analizzato la genesi, con un occhio a come è strutturato il sistema calcio negli States. Entriamo ora nel vivo, con l’intervista al capo coach della squadra femminile Anson Dorrance.
Coach, qual è la sua visione del calcio?
«Il mio modello è rappresentato dalla finale di Champions League 2012 fra Bayern e Borussia Dortmund: una combinazione di pressing reciproco per tutti i novanta minuti più il gioco di attacco e attesa tipo tiqui taca del Barcellona. Solitamente adottiamo due sistemi, l’1-3-4-3 o l’1-4-2-3-1. La cosa più importante è, comunque, che quando siamo in partita vogliamo pressare ed essere veloci per 90 minuti. Non riconosciamo, a livello di college, la restrizione a tre sostituzioni massime imposta dalla Fifa. Noi facciamo giocare in media 19 giocatrici in ogni match, la sola vera regola è il divieto del cambio volante nel primo tempo che però è permesso nel secondo (solo uno). Per il resto le sostituzioni sono senza limitazioni. Molti dei miei colleghi seguono il modello della Fifa, ma credo che con meno elementi a disposizione ci siano anche meno possibilità di fare pressing per tutta la gara, il cuore della mia filosofia. Io vengo criticato per questa mia visione, i miei detrattori sostengono che cambiando le giocatrici quando sono stanche non imparino mai a gestire le forze e a giocare con "la fatica nelle gambe". Ritengono che migliorino meno tecnicamente e non sviluppino la capacità di capire quando accelerare o quando rallentare il gioco, ma i risultati mi danno ragione. Nella Coppa del Mondo femminile di quest'anno hanno partecipato nove ex giocatrici delle Tar Heels. Sei di loro hanno giocato per gli Usa, una per il Canada, una per l'Inghilterra e una per la Nuova Zelanda; quest'ultima, tuttora studentessa nel nostro college, ha anche partecipato anche alle Olimpiadi del 2012. Inoltre, due di queste nove giocatrici sono state selezionate nella Top 11 del torneo mondiale (Meghan Klingenberg e Lucy Bronzo). Penso di poter dire che alla North Carolina University abbiamo la più importante organizzazione di calcio femminile al mondo.»
Quali sono i canali attraverso i quali cercate le giocatrici migliori per la vostra squadra?
«Cerchiamo calciatrici dai campionati nazionali giovanili e organizziamo tornei, eventi, camps in giugno e luglio dai quali scegliamo le componenti della squadra per la stagione successiva. Nel corso degli anni più di 80 tra le nostre atlete hanno collezionato presenze in nazionale e molte di più sono quelle comunque diventate professioniste negli Stati Uniti, in Europa o in Asia: un po' ovunque. Due ragazze della nostra università hanno giocato la finale della Uefa Champions League con il Tyreso in Svezia. »
PARLIAMO DI METODOLOGIA
Tra le metodologie di insegnamento, quale ha avuto il più forte impatto nella sua formazione e quale le dà gli spunti migliori nella sua carriera professionale?
«La metodologia base degli Stati Uniti ha origini tedesche. Dettmar Cramer, di cui sono stato allievo, ha influenzato l'insegnamento del gioco per oltre vent’anni anni dopo la sua elezione, nel 1974, a Direttore della Us Soccer e allenatore capo della nazionale. Come istruttore per la Us Youth Soccer e la Nscaa ho diffuso la sua metodologia. Da giovane ho lavorato molto con il Coerver Coaching che applicavo secondo l'idea di un pallone per ogni giocatore. Il Coerver Coaching è il meglio che abbiamo visto per l'insegnamento dei fondamentali tecnici individuali. Negli Stati uniti è molto radicata anche la tipologia di allenamento olandese, il cosiddetto calcio 4 contro 4 e 3 contro 3, sicuramente una parte importante della mia formazione. Negli ultimi quattro anni, inoltre, la contaminazione delle idee della Periodizzazione Atletica di Raymond Vehrein è stata decisiva per la mia idea di allenamento. Credo che sia veramente importante per lo sviluppo sia tecnico sia fisico del giocatore.»
Che tipo di esercitazioni proponete?
«Un'esercitazione che utilizziamo sia nel periodo di preparazione sia durante la stagione e che deriva chiaramente dalla periodizzazione atletica: giochiamo 11 contro 11 a serie di 10 minuti con 2 minuti di riposo fra le serie, quando la squadra non gioca più in velocità, la sessione è finita. L'ultima serie ha la durata di 7 minuti. Anche la mia filosofia di partita, di cui abbiamo parlato prima, discende da questo modo di allenare. Altre proposte sono basate sui rondo, ve ne mostro un paio (figure 1 e 2).»
Fine seconda parte – Gli esercizi sono gentilmente concessi grazie alla piattaforma di esercitazioni di coach Anson Dorrance visibile al seguente link http://bit.ly/ADAllAcess499
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