PROGRAMMARE NELLA SCUOLA CALCIO
Il lavoro con i più piccoli richiede un attento lavoro di individuazione degli obiettivi e di strutturazione delle sedute e delle esercitazioni per favorire l’apprendimento.
Lunedì 10 Agosto 2015 | Simonetta Venturi
Lavorare con i giovani from Allfootball on Vimeo.
Se parliamo di articoli, interviste e discussioni è limitato il materiale dedicato alle scuole calcio, in particolare alle categorie promozionali. Vorrei per questo motivo confrontarmi con voi su questo argomento.
SIAMO PRIGIONIERI DEL TEMPO
Ci troviamo di fronte a un calendario con delle scadenze obbligate, è quindi necessaria e fondamentale la pianificazione di un’attività flessibile, scientifica e fatta ad hoc proprio per questo gruppo, quello di quest’anno. Quali scelte, quali strade percorrere per aggiungere qualità in quantità? I modelli di pianificazione che inducono al semplicistico “lasciateli giocare” fanno male alla nostra vena scientifica e pedagogica, quelli condi-coordinativi rigidi non trovano più rispondenza nella realtà letta dai Gps. È quindi arrivata l’ora di un concreto ripensamento della logica della sana competizione e del risparmio di tempo. Partendo appunto dalla realtà della competizione e dalle sue richieste strategiche e tattiche nei confronti del giocatore di ogni età (non dobbiamo sorvolare su una nostra accurata competenza delle caratteristiche fisiologiche auxologiche dei ragazzi della squadra, nonché sulle indicazioni pedagogiche, da Piaget a Vygotskji per capirci). Le prime domande cui rispondere sono: «Quali comportamenti voglio allenare? Che modelli di comportamento nel gioco debbono acquisire i miei giocatori? Quali strade è meglio percorrere per ottenere tali comportamenti e sviluppare determinate caratteristiche?».
COSA FARE?
Provo a fornirvi qualche suggerimento.
Analizzare e riflettere sulle azioni che si verificano durante lo sviluppo del gioco, scomporre un ciclo di gioco in sotto unità di competizione (Alvaro,1996). Pensare, scansionare e monitorizzare mentalmente tutto ciò che può accadere nel corso di due possessi palla consecutivi, durante le fasi di transizione sia all’interno sia all’esterno del complesso sistema chiamato giocatore.
Pianificare l'organizzazione della formazione del singolo e della squadra in base alle evidenze analizzate e ai contenuti specifici scelti (finalità e obiettivi) approntando metodi e mezzi adeguati.
Stabilire approcci tattici e strategici adeguati, sempre in funzione e in presenza dell’avversario, cioè di colui che determina tutte le azioni: l'opposizione è la principale fonte informativa che dice al giocatore cosa fare. Se si conducono allenamenti senza avversario, si privano i ragazzi delle informazioni indispensabili sulle attività e i giocatori non hanno punti di riferimento, non sanno cosa fare, non prendono decisioni, non risolvono problemi. Se si fanno esercitazioni di cinque contro zero i giocatori sanno che devono seguire determinate vostre indicazioni, sembra tutto ok. Se però si inserisce un difensore, magari aggressivo, la maggior parte degli attaccanti va in panico e non sa più cosa fare.
La performance nella competizione è una importante verifica. Programmare per ottimizzare lo stato di forma dell’intera stagione. Purtroppo e troppo spesso si è parlato di forma fisica considerando solo il sistema muscolare e grandi sistemi, dalle spalle in giù. È ora di sollevare lo sguardo e di occuparsi dell’aspetto mentale. Motivazionale quindi psicologico, neurologico e cognitivo. In genere si dice che si porta in gara il come ci si allena in riferimento alla qualità e all’intensità. È importante costruire le sedute regolando e adattando volume e intensità, tempi di apprendimento, concentrazione e fasi di recupero, spazi e tempi di gioco. Armonizzare e rendere tutti i ragazzi consapevoli delle strategie attuate: l’aspetto tattico e strategico non è un assemblaggio delle qualità dei pochi giocatori geniali incaricati di sobbarcarsi il peso dell'elaborazione e della soluzione.
Studiare e chiarirsi le idee per rendere semplici la spiegazione e le esercitazioni. Il sistema calcio non è comprensibile a tutti, è molto complesso a causa dell’elevato numero di elementi coinvolti nello sviluppo del gioco, della natura interattiva del comportamento dei giocatori, delle dinamiche e della sua logica interna. È influenzato da un gran numero di fattori diretti e indiretti. Prima di proporre un’esercitazione bisogna accertarsi che gli esercizi abbiano senso e siano costruiti sulla finalità e gli obiettivi della seduta. I giocatori devono rendersi conto di cosa è richiesto di loro durante la sessione. Solo così man mano sperimenteranno una maggiore consapevolezza: la sensazione di implementare ciò che hanno imparato in precedenza.
Ipotizzare pro e contro: di ciascuna esercitazione, individuare vantaggi e svantaggi, utilità, oltre a evitare la routine nello sviluppo del gioco, i tempi morti, la stagnazione, l’esagerata complessità. Dico esagerata in quanto una adeguata complessità dà al ragazzo la possibilità di risolvere i problemi di gioco, di conoscere i propri limiti, di sbagliare e provare ancora, esercitando, anche, la resilienza.
Scopri gli altri post di Simonetta Venturi
Fine prima parte
TAG