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COME RISOLVERE L’INDOLENZIMENTO MUSCOLARE

Approfondiamo la conoscenza dei Doms, un tipico problema che i calciatori incontrano durante la preparazione precampionato.

Il muscolo umano presenta una capacità di adattamento, nei confronti dello stimolo meccanico rappresentato dalla contrazione eccentrica, molto maggiore rispetto a quella relativa alla contrazione concentrica (1). Questo fenomeno è conosciuto come repeated bout effect o rapid adaptation (2). L’effetto a breve termine dell’esercizio eccentrico è quello d’indurre un profondo adattamento muscolare allo stimolo meccanico che si traduce, già alla seconda seduta di allenamento, in una diminuzione dello stimolo algico soggettivo e in un’obiettiva diminuzione della concentrazione ematica di CK (3). Gli esercizi basati sulla contrazione concentrica non sono, al contrario, in grado di provocare lo stesso grado di adattamento funzionale (4). È probabile che questo rapido effetto adattivo, causato dall’esercizio eccentrico di alta intensità, sia da ricondursi alla necrosi muscolare delle fibre inadatte alla tolleranza meccanica della contrazione di questa natura. In tal modo, verrebbero “selezionate” fisiologicamente le fibre che presentano caratteristiche contrattili consone alla richiesta funzionale imposta, mentre quelle inadatte sarebbero eliminate. Per utilizzare un “allegoria fisiologica” potremmo definire questo processo come una sorta di “apoptosi funzionale indotta”. Tale quadro funzionale del muscolo nei confronti dello stimolo meccanico, rappresentato dalla contrazione eccentrica, sottolinea l’importantissimo ruolo che l’allenamento eccentrico riveste nell’ambito della prevenzione dei danni muscolari. È poi importante evidenziare come nel corso della contrazione eccentrica avvenga un reclutamento preferenziale delle fibre a contrazione rapida (5), quelle maggiormente a rischio di danno strutturale (6). L’esercizio eccentrico rappresenta, di fatto, un mezzo preventivo altamente specifico al riguardo (7). L’effetto profilattico della contrazione eccentrica nei confronti degli eventi lesivi sarebbe, tuttavia, strettamente correlato all’ampiezza della contrazione. L’effetto protettivo massimale si otterrebbe, infatti, nel momento in cui si riesce a sollecitare l’intero range di movimento muscolare (8).

LA TERAPIA FARMACOLOGICA
In letteratura è riscontrabile un ampio consenso in merito all’inefficacia della terapia farmacologica basata sui FANS nei confronti del DOMS (9). Anche la somministrazione di aspirina o di vitamina E si è dimostrata inefficace (10). Vi è un solo studio, desunto dall’esperienza clinica, che segnalerebbe una diminuzione della sintomatologia algica e della rigidità muscolare grazie alla somministrazione di vitamina C sotto forma retard; tuttavia, occorre segnalare che questa teoria non è stata suffragata da prove sperimentali sufficientemente convincenti (11).

 

LE TERAPIE FISICHE

In bibliografia si ritrovano numerosi studi inerenti alle diverse terapie fisiche utilizzate allo scopo di mitigare gli effetti del DOMS e/o accelerarne i tempi di recupero. Schematicamente possiamo riassumere i principali mezzi fisioterapici adottati e i risultati ottenuti sulla base delle evidenze scientifiche reperibili.

Crioterapia: l’utilizzo della crioterapia non sembra trovare un razionale scientifico di applicazione (12).

Ultrasuono terapia: nemmeno l’utilizzo dell’ultrasuono terapia, sia a basse sia ad alte dosi di somministrazione, sembrerebbe avere un effetto positivo nel mitigare la sintomatologia algica e l’impotenza funzionale legata al DOMS (13). Occorre comunque sottolineare che i risultati di questi studi sono fortemente influenzati dai parametri tecnici utilizzati nei diversi protocolli proposti, come la frequenza, l’intensità, la modalità di somministrazione (continua o pulsata), nonché dalle aree anatomiche trattate.

Elettroterapia: l’utilizzo dell’elettroterapia trova risultati discordanti, se da un lato alcuni autori evidenziano a fronte di questo tipo di trattamento un decremento del DOMS (14), altri lo giudicano inefficace (15). Anche in questo caso, esattamente come nell’ambito dell’ultrasuonoterapia, l’efficacia o l’inefficacia del protocollo adottato dipende fortemente dai parametri tecnici di somministrazione della corrente adottati.

Il massaggio: anche per ciò che riguarda il massaggio, effettuato immediatamente dopo l’esercizio fisico inducente il DOMS, i risultati sono contrastanti. Alcuni studi ne sottolineerebbero la totale inefficacia (effettuato 24 e 48 ore dopo l’esercizio) (16), altri riporterebbero un leggero miglioramento della sintomatologia algica, comunque non associato a un contestuale recupero precoce della contrattilità, intesa in termini di accresciuta produzione di forza (17). Altri ancora attribuirebbero all’uso del massaggio sia un effettivo decremento della sintomatologia algica sia un sostanziale incremento nell’espressione di forza contrattile (18). Anche in questo caso i diversi tempi di somministrazione del massaggio, come le diverse tecniche utilizzate, non ci permettono di avere una visione obiettiva dell’efficacia di questo tipo di approccio fisioterapico.

Fine seconda parte (clicca e leggi l'articolo precedente).

 

Elenco autori: (1) Clarkson & Dedrick, 1988; (2) Hortobagyi, Houmard, Fraser, 1998; Nosaka & Clarkson, 1995; (3) Newham e coll., 1986; Clarkson & Dedrick, 1988; Clarkson & Tremblay, 1988; (4) Schwane e coll., 1987; (5) Fridén e coll., 1983; Potvin, 1997; (6) Garret e coll., 1984; Fridén & Lieber, 1992; (7) Dick & Cavanagh, 1987; Komi e coll., 1987; O’Reilly e coll., 1987; Romano & Schiepatti, 1987; Sargeant & Dolan, 1987; (8) Harrison & Gaffney, 2004;McHugh & Pasiakos, 2004; (9) Donnelly e coll., 1988; Francis e Hobbler, 1987; Jones e coll., 1987; Salaminen& Kilström, 1987; (10) Francis&Hubler, 1986; Travell&Simons, 1983; (11) Travell & Simons, 1983; (12) Isabell e coll., 1992; Paddon-Jones & Quigley, 1997; Eston & Peters, 1999; (13) Ciccone e coll., 1991; Craig e coll., 1996; (14) Denegar & Perrin, 1982; Craig e coll., 1996; Bisciotti, 2003; (15) Weber e coll., 1994; (16) Lighfoot e coll., 1997; (17) Hilbert e coll., 2003; (18) Mancinelli e coll., 2005.

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