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L’UTILIZZO DEL GPS NEL GIOCO DEL CALCIO

Questo strumento è utilissimo per valutare il lavoro con la palla. Scopriamo come sfruttarlo a pieno traendone dati utili per il nostro lavoro.

Da alcuni anni il preparatore fisico ha a disposizione un altro strumento per quantificare il carico proposto ai giocatori: il GPS. Questi sistemi potrebbero essere superflui nel caso di alcune proposte di lavoro a secco a velocità più o meno costanti, ma risultano utilissimi quando si vuole quantificare l’intensità di esercitazioni con la palla, dove la velocità non è costante e quindi la risposta cardiaca può non rispecchiare il reale impegno sostenuto dal giocatore. Quando si programmano distanze e tempi dei tratti di corsa senza palla con la dovuta attenzione, si potrà facilmente calcolare la velocità di spostamento così come stimare, con pochi errori, il numero di eventuali accelerazioni e decelerazioni. L’operazione appena descritta è invece impossibile nel secondo caso, quando spazio e tempo sono dettati dalla palla, dai compagni e dagli avversari. Cercheremo ora di spiegare brevemente i numerosi dati calcolati in maniera più o meno diretta dai software dei più comuni sistemi disponibili in commercio.

 

DATI ALLA MANO

Innanzitutto bisogna sapere che l’unico dato grezzo fornito dai ricevitori GPS, oltre alla posizione geografica, è la velocità di spostamento, rilevata 2, 5, 10, 15 o 20 volte al secondo: ciò dipende dalla frequenza di campionamento, appunto da 2 a 20 Hz. Da questo valore vengono calcolati molti altri parametri, primi fra tutti i valori di potenza metabolica, nient’altro che un’unità di misura del costo energetico del lavoro effettuato, in questo caso espresso in W/kg. L’equazione proposta dal professor Di Prampero alla base della stima somma il costo energetico della corsa in pianura a quello della corsa in salita (entrambe a velocità costanti), sforzo quest’ultimo al quale è stato equiparato l’impegno metabolico richiesto da un’accelerazione.

Per entrambe le grandezze, velocità e potenza, si distinguono, come per la frequenza cardiaca, diverse zone di intensità. Le più comuni sono:

  • < 9 km/h (bassa intensità);
  • > 9 km/h (media intensità);
  • > 15 km/h o 20 W/kg (alta intensità);
  • > 20 km/h o 25 W/kg (altissima intensità).

 

È possibile, inoltre, conoscere i metri percorsi in accelerazione (anche qui a differenti intensità: 2, 3, 4 m/s2), il numero delle accelerazioni, il numero di sprint e altri valori calcolati a partire dalla velocità.

 

CONSIDERAZIONI PRATICHE

PER L’ALLENAMENTO

La linearità tra FC e VO2, che a velocità di corsa costante giustifica l’utilizzo della FC come “specchio” del consumo di ossigeno e quindi dell’impegno metabolico, viene a mancare in situazioni di gioco caratterizzate da un esercizio di corsa intermittente, motivo per il quale l’utilizzo dei GPS è particolarmente indicato negli SSG (Small Sided Games), nelle esercitazioni tattiche e nei lavori a secco contraddistinti da complessi schemi esecutivi con continui cambi di velocità.

Come per ogni dato inerente l’allenamento di un atleta, può essere utile avere dei valori di riferimento ottenuti da uno storico individuale per più tipologie di esercitazioni, e anche facendo riferimento a partite amichevoli. Nel processo di riatletizzazione, un’applicazione interessante è l’osservazione dell’andamento del picco di velocità raggiunto in ogni seduta (non per forza in uno sprint), che solitamente si evolve secondo un trend positivo al termine del recupero riabilitativo prima di iniziare il lavoro con la squadra.

Nella tabella vediamo un report allenamento registrato con i GPS: la colorazione delle celle avviene secondo i criteri riportati in alto (divisione in 4 quarti su base allenamento), permettendo di individuare velocemente chi ha lavorato di più (verdi) e chi meno (bianchi) per ciascun valore preso in considerazione nella seduta. Ogni parametro è espresso in valore assoluto, relativo al tempo (m/min) e in % rispetto alla distanza totale percorsa. Distanza Equivalente = distanza teorica a velocità costante che si percorrerebbe a parità di dispendio energetico calcolato considerando anche accelerazioni e decelerazioni (vedi formula prof. Di Prampero, spiegata in precedenza); RPE = Rating of Perceived Exertion.

Scritto con la collaborazione di Antonio Gualtieri.

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