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LA PALESTRA PER IL CALCIATORE

Le caratteristiche delle macchine utili per l’allenamento nel calcio, differenza fra quelle isoinerziali e quelle classiche, quali usare e perché.

Nei precedenti articoli abbiamo parlato di tecnologia elettronica applicata al calcio; oggi vi illustreremo le caratteristiche degli ultimi ritrovati dell’ingegneria meccanica, ovvero le macchine a volano, più comunemente conosciute come “macchine isoinerziali”.

Innanzitutto facciamo chiarezza sui termini. Che siano macchine classiche (esempio la leg extension) o macchine a volano, la resistenza (o inerzia) è sempre costante (iso), quindi entrambe sono fisicamente isoinerziali. Le prime hanno un pacco pesi (massa) sottoposto all’accelerazione di gravità (costante) e si lavora contro il peso di tale massa. Le seconde invece consentono di agire non contro il peso di una massa, ma contro la sua inerzia, ovvero la tendenza a mantenere il proprio stato di quiete, che viene più o meno accelerata. Appare evidente come l’allenamento con questi strumenti si svolga in funzione dell’accelerazione e non al peso accelerato di per sé. Se ne deduce che per uno sport come è il calcio, caratterizzato da continue accelerazioni e decelerazioni, le macchine isoinerziali sono più indicate rispetto ai mezzi di pesistica classica.

Roberto Sassi è responsabile preparazione atletica e responsabile Training Check della Juventus

QUALE SCELTA PER IL PREPARATORE DI CALCIO?

Per il preparatore di calcio scegliere questa tecnologia diventa inevitabile anche sulla base di un'altra considerazione. Ragioniamo sulla direzione di sviluppo della forza: poche macchine classiche consentono l’allenamento in orizzontale (per esempio la partenza dai blocchi nella corsa veloce) mentre con quasi tutte le macchine a volano la strada è percorribile senza perdere la possibilità di allenare anche le componenti verticali (per esempio il balzo).

Entrando nel dettaglio, qualsiasi macchina a volano funziona esattamente come uno yo-yo: c’è un perno (cilindrico o conico) con un’inerzia più o meno grande (spesso modulabile) attorno al quale si avvolge e svolge un cavo che viene tirato e frenato dal giocatore. Quanto più grande sarà la forza applicata dal soggetto, tanto più sarà elevata l’accelerazione impressa al perno rotante e maggiore sarà l’impegno muscolare durante la fase eccentrica per frenare l’inerzia. Da ciò si evince un vantaggio e uno svantaggio del sistema. Il vantaggio consiste nella possibilità di generare un sovraccarico eccentrico considerevole con tutti i benefici e le conseguenze biologiche di una contrazione accentuata. Lo svantaggio sta invece nel fatto che un soggetto poco motivato che imprima scarsa forza in concentrico difficilmente trarrà beneficio da tale strumento di allenamento, anche se oggigiorno si ha la possibilità di controllare l’entità del lavoro concentrico ed eccentrico applicato, a esempio con i misuratori di potenza di cui si è parlato in un precedente articolo.

 

IL PROGRESSO ARRIVA ANCHE IN PALESTRA

L’ulteriore evoluzione nel mondo della muscolazione è costituito dall’Exentrix, una macchina in grado di riprodurre qualsiasi tipologia di contrazione (auxotonica, isotonia, isocinetica o isoinerziale) mediante la gestione elettronica dell’albero meccanico mosso da un motore elettrico. Con questo strumento l’allenatore non ha più limiti, solo nuove possibilità di combinazione di applicazione di forza, l’associazione ad esempio di una contrazione isotonica nella fase concentrica e un eccentrico tipico delle macchine a volano. In conclusione, il progresso è arrivato anche nella palestra, quindi dobbiamo essere pronti a coglierlo e sfruttarlo per migliorare attraverso le conoscenze scientifiche, le uniche in grado di opporsi alla casualità della magia, l’arte dell’allenamento sportivo.

Con la collaborazione di Antonio Gualtieri

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