CALCIO E PREVENZIONE: I TRAUMI ALLA SPALLA
La spalla è la parte degli arti superiori più soggetta a infortuni. Lussazioni o fratture della clavicola non sono così infrequenti. Come si trattano e si prevengono.
Mercoledì 16 Novembre 2016 | Stefano Respizzi

La spalla è caratterizzata, fra tutte le articolazioni del nostro corpo, dalla sua elevata mobilità. L’ampia capacità di spostamento può però diventare un’arma a doppio taglio perché permette elevate performance atletiche rendendola al contempo più vulnerabile ed esposta a possibili lesioni. Quelle a carico della spalla sono prevalentemente di tipo traumatico acuto come la lussazione scapolo-omerale e acromion-claveare o le fratture ossee dei diversi componenti dell’articolazione e ancora la sindrome da attrito acromio-omerale o sindrome da “impingement”.
LUSSAZIONE, FRATTURA E IMPINGEMENT
Per lussazione si intende la perdita di rapporti reciproci fra due superfici articolari, cioè fra le due ossa che formano l’articolazione. La causa più frequente è appunto il trauma diretto, cioè la spinta o la caduta che, imprimendo all’articolazione una sollecitazione abnorme, forzano il capo articolare oltre il fisiologico range di movimento producendo lacerazioni della capsula e dei legamenti (gli stabilizzatori passivi). Il sintomo principale è il dolore acuto legato a una evidente deformità dell’articolazione interessata che non è in grado di attuare più alcun movimento. La frattura della clavicola è un’altra evenienza abbastanza frequente a seguito di traumi diretti sulla spalla o cadute sul gomito o sulla mano, la sindrome da attrito acromio-omerale o sindrome da “impingement” invece è legata più a ripetute sollecitazioni con squilibrio muscolare che alterano il normale rapporto fra i capi articolari. A queste si aggiungono tendiniti e infiammazioni della borsa che producono dolore e limitazione articolare.
TRATTAMENTO E PREVENZIONE
In caso di lussazione o fratture il trattamento prevede in ambedue i casi la riduzione da effettuarsi in regime ospedaliero per non incorrere in complicanze (per esempio lesioni nervose del plesso brachiale) legate a manovre condotte in maniera non sicura: attenzione perché le conseguenze di queste complicanze possono essere gravi e irreversibili. A seconda poi del tipo di frattura o di lussazione e quindi del danno procurato seguirà un trattamento conservativo o chirurgico e immobilizzazione della spalla. Come tutte le articolazioni immobilizzate la ripresa dell’attività deve avvenire solo dopo riabilitazione specifica mirata alla ripresa della forza, dell’articolarità ma soprattutto della propriocezione e del gesto sport specifico. Per le patologie da sovraccarico invece tipo la sindrome da impingement è importante la prevenzione. È fondamentale che la spalla sia messa in condizioni di “sopportare” l’allenamento e quindi il carico continuato a cui è sottoposta. In quest’ottica è necessario l’interazione fra preparatore atletico e medico dello sport o fisiatra. Fondamentale è il lavoro in team. Nei bambini generalmente osserviamo esiti di traumi diretti per lo più a seguito di una caduta. I tempi, con i giovani, sono generalmente più rapidi in virtù della capacità di riparazione più attiva del tessuto in accrescimento.
Scritto con la collaborazione di Barbara Baroni
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