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CALCIO: L’INCREMENTO DELLA CAPACITÀ LATTACIDA

Manteniamo velocità di corsa alte anche in condizioni di affaticamento. Indicazioni, consigli e una proposta per migliorare questa qualità.

“Produrre lattato non è da calciatori, ma da mucche al pascolo”. Nel mondo del calcio gira anche questa battuta, una delle tante banalità e luoghi comuni tutte da prendere con il sorriso sulle labbra, spesso utilizzate a sproposito. L'esercizio più gravoso, di solito si sa, è la giustificazione della sconfitta le vittorie invece non hanno mai un seguito autocritico. Domando, perché non si fa mai un processo alla vittoria? Solo processi agli insuccessi per alleviare le proprie responsabilità ed eventualmente scaricare su altri presunte colpe. Nell’allenamento fisico invece da un punto di vista metodologico non possiamo scherzare, se scegliamo un metodo dobbiamo essere rigorosi. In realtà i lavori di alta intensità che generano una elevata produzione di acido lattico non sono specifici per il calcio ma nel suo ambito sono l’anello di una catena: l'aspecificità al servizio della specificità. Il miglioramento della capacità lattacida può essere perseguito anche con esercizi con la palla, c’è però una e unica variabile che fa molto la differenza: le qualità tecniche dei calciatori. Io quindi preferisco proporre un lavoro “elettivo” senza palla. Ve lo presento.

 

IL METODO FRAZIONATO

Mezzo. 300 metri a navetta sulla lunghezza del campo (100 metri).

Intensità. Massimale o sub massimale.

Volume. 2 o 3 ripetute per 2 o 3 serie, lavorate con gradualità.

Recupero. 90 secondi tra le ripetute e 3 minuti tra le serie.

 

MONITORAGGIO DEL RISULTATO

  1. Lattacidemia
  2. Frequenza cardiaca
  3. Scala di Borg
  4. Osservazioni della biomeccanica di corsa. 

CONSIGLI E CORREZIONI POSTURALI

Uso questa seduta come una valutazione, un test. Richiedo la presenza di tutto lo staff sia tecnico sia medico. I calciatori devono capire che quel giorno è dedicato a loro, saranno assistiti in tutto ma dovranno dare tutto. L'attività deve essere inserita nell'ultima seduta prima di un riposo o di un periodo di scarico. Nella seconda serie fate attenzione alla biomeccanica di corsa. La fatica può enfatizzare alcune lacune che nel tempo vanno aggiustate. Osservate la postura del busto e se nel richiamo dell'arto il tallone arriva alto vicino ai glutei. Osservate il capo e le spalle. Durante la corsa richiamate il controllo posturale magari portando l'attenzione sul muscolo trasverso e del Core.

 

INDICAZIONI FINALI

Al termine della seduta, consultandomi con il medico, proponiamo un reintegro di glucidi (integratori di carboidrati). Aggiungo anche che non propongo smaltimento lattacido, perché voglio proprio stressare quel meccanismo bioenergetico. Generalmente dopo questo tipo di attività, anche quelle tecniche con palla, propongo una corsa continua di smaltimento e clearance (pulizia) di 6 minuti. Non deve essere, questa, una corsa lentissima: l'essere umano passa dalla marcia alla corsa vera e propria a circa 8 Km/h. Se vado a una velocità inferiore la corsa diventa antieconomica e aumentano gli impatti del piede a terra. Ogni proposta deve avere un senso e deve essere inserita nel proprio protocollo d'allenamento.

 

MEGLIO LA FATICA CHE L’INCOERENZA

Ricordate che i calciatori quando intravedono fragilità e debolezza nelle leggi che regolano il gruppo tendono a trasgredirle. I giocatori misurano gli staff, li studiano e amano la chiarezza. Anche se la realtà è dura e faticosa amano le regole ferree e coerenti. Se vedono spiragli, creano voragini, bocciano lo staff tecnico, medico e dirigenziale, in modo che (alla bisogna) avranno alibi. Con il lavoro lattacido sui 300 metri ci sarà chiarezza. Capiranno cos’è la fatica e quanto sia “coerente” (infatti mi aspetto un Borg tra 8 e 10!) perché ti dà qualcosa ed è di parola, mantiene ciò che dice.

 

Leggi gli altri post con le proposte le indicazioni e i consigli di Giambattista Venturati

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