CALCIO: FORZA D’ANIMO E RISPETTO VINCONO SEMPRE
Confrontarsi col “tifo” becero e gratuitamente offensivo di pochi maleducati, saper reagire con la ragione e vincere, sul campo e fuori.
Mercoledì 4 Gennaio 2017 | San Patrignano
Arriviamo al campo dove giocheremo contro la squadra locale, il freddo è pungente e la nebbia ci accompagna rendendo tutto ovattato. Questo stadio lo conosco bene, abitavo poco lontano prima di entrare a San Patrignano e giocavo in una squadra che proprio qui è scesa in campo spesso. Sono preoccupato, conosco i loro tifosi, tra questi c’è un gruppetto “particolare”: non perde occasione per offendere e insultare.
UN MISTER ATTENTO COGLIE I SEGNALI E INTERVIENE
Già dagli spogliatoi, prima di entrare in campo, sentiamo i primi sfottò gratuiti. Bersaglio? Noi, i tossicodipendenti. Qualcuno dei miei compagni comincia a dare cenni di nervosismo, pesta i piedi, gira in tondo col viso contratto e atteggiamento aggressivo. Uno borbotta a denti stretti: «Adesso li sistemo io questi mi hanno già fatto girare le scatole, non so se arrivo al novantesimo». Mister Marcello Chianese percepisce e interviene subito: «Qui tutti arriveranno a fine partita, sono dei provocatori, non possiamo cadere in questo tranello. La partita la vinceremo sul campo, il nostro atteggiamento sarà lo stesso di ogni domenica». Usciamo dagli spogliatoi, il volume degli insulti condito da risatine sarcastiche si alza, è come un tarlo nelle nostre orecchie. Alcuni compagni abbassano gli occhi, sono in difficoltà. Dalla panchina il mister ribadisce e incoraggia: «forza ragazzi, si gioca a calcio ora, pensate a questo, ricordate chi siete». Iniziamo a giocare, alcune entrare sono maschie, qualcuna al limite, ma teniamo il campo e gli insulti sembrano allontanarsi.
AFFRONTARE LE DIFFICOLTÀ, PER SUPERARLE
Alla fine del primo tempo siamo sullo zero a zero. Negli spogliatoi ci guardiamo tutti in faccia senza dire nulla, siamo carichi e pronti per dare un segnale a colpi di sportività ed educazione. Così la tenacia sembra dare i suoi frutti e ad aver perso la testa sembrano i nostri avversari. Forse pensavano che le provocazioni ci avrebbero intimidito, innervosito e indebolito, invece non è stato così. A dieci minuti dalla fine facciamo gol e al triplice fischio ci ritroviamo a centrocampo: succede quello che non avremmo mai previsto, arrivano gli applausi di tutti i tifosi.
LA VITA CI METTE SEMPRE ALLA PROVA
«Oggi i miei ragazzi hanno vinto due volte – spiega mister Chianese – prima sul campo e poi con l’atteggiamento. Non hanno perso la testa, sono stati uniti, umili e determinati. Il loro percorso di recupero dai problemi con le sostanze è costellato da mille ostacoli, sono messi alla prova in tantissime situazioni. Essere insultati come oggi è una di queste prove. In queste circostanze è richiesta convinzione nei propri mezzi, fiducia in sé stessi e la consapevolezza di far parte di un gruppo. Se qualcuno avesse perso la testa ne avrebbero pagate le conseguenze tutti. Nella vita dovranno affrontare tante situazioni difficili, devono avere i mezzi per rispondere come hanno fatto oggi».
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