CALCIO E SCOUTING: IL QUINTO DI CENTROCAMPO
Osservare i calciatori è divenuta un’attività articolata e complessa. Esistono pochi ruoli ma tante sfumature, focus sull’esterno del centrocampo a cinque.
Martedì 8 Dicembre 2015 | Riccardo Guffanti
Sono passati diversi anni da quando le squadre di calcio erano composte da tre "blocchi" di giocatori: difensori, centrocampisti e attaccanti. C’è stato un lungo momento, nella storia di questo sport, durante il quale le variabili tattiche erano ridottissime. Se torniamo indietro agli anni ‘60 il calcio si giocava quasi esclusivamente coll’1-4-4-2: uno dei quattro difensori spesso era un giocatore che si staccava dietro la linea difensiva (il libero) e gli esterni dei quattro di centrocampo erano attaccanti, le cosiddette ali. Altra rara variante era rappresentata dall’uso del regista, un centrocampista offensivo, quello che oggi viene chiamato trequartista.
L’EVOLUZIONE DELLO SCOUTING
Per chi faceva scouting le valutazioni erano facilitate: i difensori si giudicavano unicamente sulle qualità in marcatura (a uomo perché non esisteva la zona) e gli attaccanti in base alle capacità realizzative. In più si osservavano i valori fisici e tecnici… “freddi”, senza nessun tipo di collegamento al tipo di gioco o alla posizione in campo. Oggi l'evoluzione generale del calcio, la crescita degli allenatori e il miglioramento complessivo del calciatore come atleta, hanno fatto sì che in ogni reparto esistano specificità ruolo per ruolo. Si parla di esterno basso, esterno alto o esterno d'attacco, regista basso e regista alto. In difesa si gioca a tre, a quattro, a cinque e così via. Il ruolo dell’osservatore, dunque, è diventato più complesso perché occorre scovare, nei calciatori, qualità più puntuali e meno evidenti, caratteristiche specifiche che occorrono solo in determinati ruoli.
Il romanista Alessandro Florenzi, un esterno estremamente versatile, qui con Neymar. Nella foto di copertina Kwadwo Asamoah
L’ESTERNO DEL CENTROCAMPO A CINQUE
In questo post ci soffermiamo sulle caratteristiche dell’esterno ideale per il centrocampo a cinque. Che caratteristiche deve avere? Più difensive? Più offensive? Ovviamente gli allenatori esigono da questi giocatori capacità in tutte e tre le fasi di gioco (possesso, non possesso, transizioni), ecco perché, a mio parere, è il ruolo più completo e più difficile da individuare. Chi lo ricopre deve avere qualità fisiche, tecniche, tattiche e mentali. L’esterno alto di un centrocampo a cinque deve possedere resistenza e velocità. Va valutato sulla percentuale di pause – meno ne ha più è forte– che si concede quando è coinvolto nella fase offensiva (possesso palla), quando deve recuperare in fase difensiva (fase di non possesso palla) e nelle relative transizioni. Sono importanti le capacità di lettura del gioco, sia della propria squadra sia di quella avversaria, quella di smarcarsi e i tempi d'intervento in marcatura e nell’intercetto.
L’ARMA IN PIÙ? LA TECNICA IN VELOCITÀ
Le qualità tecniche del quinto di un centrocampo a cinque devono essere molto elevate, è un calciatore al quale si richiede, nelle transizioni positive, la conduzione di palla alla massima velocità, il dribbling e la capacità di crossare in corsa. Deve poi dimostrare attitudine al sacrificio, perché è il giocatore maggiormente votato al sacrificio. È quindi l’elemento ideale per chi utilizza spesso l’1-3-5-2 o l’1-4-5-1, siano essi col regista e vertice di centrocampo basso o alto.
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