CALCIO, FASE OFFENSIVA: LO SPAZIO CHIUSO CHE SI APRE
Con un semplice concetto geometrico e un utilizzo efficace degli spazi insegniamo ai giovani il gioco sulle diagonali e le corrette posture del corpo.
Martedì 14 Febbraio 2017 | Roberto Valmori
Nella tabella che segue vi ripropongo le stesse figure geometriche considerate nei post precedenti, con una differenza: ora lo spazio chiuso si apre. Questa è una modifica sostanziale: lo spazio non è più finito, ma definito da dei segni o delle aste stese a terra e infinito. Le aste possono essere percepite come dei muri o dei “cancelli” attraverso i quali i giocatori o il pallone non possono passare (figura 1).
Se lo spazio utilizzato in campo presenta delle aperture sugli angoli (quindi sulle diagonali) indurrà delle traiettorie di corsa e di passaggio diagonali. Prendiamo a esempio un’esercitazione fra quelle proposte nei suoi stage di aggiornamento da Massimo De Paoli. Si pone un giocatore all’interno di una superficie che presenta delle aperture sugli angoli. Un calciatore ha il compito di ricevere il passaggio di un compagno che gli trasmette il pallone dall’esterno attraverso una prima apertura e poi restituirgli palla nell’apertura successiva.
LEGGERE CORRETTAMENTE GLI SPAZI DI GIOCO
L’idea dell’esercizio (figura 2) è che esistono dei “muri non attraversabili”: la sfera deve entrare da una parte e uscire da un'altra.
Quindi la corretta capacità di visualizzazione degli spazi è uno degli obiettivi dell’esercitazione. Si possono, inoltre, fare delle considerazioni di ordine tecnico (come viene calciato il pallone) e sui tempi di gioco. Il calciatore che trasmette palla deve variare la velocità di corsa dopo il passaggio, cioè distinguere e adattare la velocità del proprio corpo in funzione di quella del pallone per ottenere l’obiettivo di riceverlo quando attraversa l’apertura successiva. Il giocatore che si trova all’esterno deve quindi:
- nella fase iniziale calciare la sfera con il piede più lontano rispetto alla superficie;
- nella fase centrale rallentare la corsa. Il principio è che sul primo tocco bisogna essere dietro la linea della palla altrimenti la propria velocità di corsa può diventare eccessiva rispetto alla capacità di ricezione e ritrasmissione del compagno;
- nella fase finale “cambiare passo”. Quando il compagno riceve chi ha calciato deve accelerare per ricevere attraverso la seconda apertura e controllare il pallone.
COSA OSSERVARE DI CHI È ALL’INTERNO
Lasciare al calciatore interno la possibilità di muoversi in uno spazio definito (anche se infinito) permette, tramite l’analisi di come viene occupato, di ricavare preziose informazioni circa la sua capacità di percezione dello spazio stesso. Spesso i giovani si posizionano vicini a un lato non sfruttando al meglio la superficie entro la quale possono muoversi. Per correggere e migliorare la loro percezione, introducete e spiegate il concetto di baricentro. Una posizione baricentrale, infatti, permette al giocatore che riceve palla di raggiungere con minimi spostamenti qualsiasi punto della superficie di sua competenza. Se non ci fosse il “muro” a regolare i passaggi (specie all’inizio del processo di formazione dei giovani) la maggior parte questi verrebbe effettuata per vie orizzontali. Un passaggio orizzontale, come si sa è molto pericoloso perché se intercettato taglia fuori dall’azione sia chi ha effettuato l’appoggio sia il destinatario dello stesso. Lavorare con delle aste per trasmettere queste competenze ai giovani non costa niente e gradualmente i giocatori saranno indotti a ruotare la posizione del proprio corpo (come devono imparare a fare) senza il comando dell’istruttore e senza indicazioni di carattere biomeccanico (dimostrare o far vedere).
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