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CALCIO: ORIENTAMENTO E ADATTAMENTO DELLE SCELTE

Come nasce nel calciatore la propensione all'inserimento negli spazi vuoti, elemento essenziale della costruzione del gioco offensivo.

Come ho sottolineato nel precedente post lo spazio di gioco, una volta definito, può essere anche orientato. In funzione di come e della posizione del calciatore si generano diversi punti di vista che lo costringono a dover rielaborare il gesto richiesto (sia esso motorio, tecnico o tattico) e contestualizzarlo nello spazio. Nel post precedente ho analizzato l’orientamento di una o più linee; in questo orientiamo una superficie.

 

ORIENTARE UNA SUPERFICIE

Lo spazio può essere:

  • finito e definito;

  • definito ma infinito;

  • deformato.

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Anche durante una partita giocata in uno spazio non regolamentare, il tipo di superficie e
 il numero di porte da attaccare o da difendere induce nei calciatori comportamenti differenti. Nel calcio l'orientamento dello spazio è correlato alla visualizzazione della porta da attaccare o da difendere.


 

LA PORTA, IL RIFERIMENTO PRINCIPE

Il numero di porte presenti o da visualizzare per ogni lato del campo utilizzato corrisponde al numero di orientamenti che lo spazio può assumere.
 Quindi, si possono strutturare esercitazioni con:

  • un unico orientamento (se esiste un’unica porta);

  • un duplice orientamento (una partita regolamentare, in cui c’è un fronte d’attacco e l’altro da difendere);

  • oppure inserire più porte e quindi più orientamenti perché chi gioca deve modificare la direzione dell'attacco o della difesa.

In quest'ultimo caso costringiamo i giocatori a riadattare scelte e strategie da adottare in contesti sempre mutevoli. stimolando e migliorando la loro elasticità mentale. I calciatori vengono allenati alla continua variazione di situazioni tipica della partita.
 Se un calciatore, durante un’esercitazione che ha come obiettivo lo spazio guarda solo il pallone ha un problema percettivo da risolvere. I giocatori bravi sono quelli che visualizzano gli avversari, la palla e i compagni: a quel punto, allora, cercano consapevolmente di attaccare il vuoto: tutto il mondo degli inserimenti nasce da dei prerequisiti che devono essere percettivi (vedi anche il post dedicato agli inserimenti tra le linee).

 

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