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CALCIO: QUESTA SQUADRA FA ACQUA!

Idratarsi prima, durante e dopo un intenso sforzo è una sana regola alimentare per mantenere il fisico efficiente e performante. Ecco perché.

Fino a non moltissimi anni fa erano molti gli allenatori che proibivano ai calciatori di bere nelle pause dell’allenamento o nelle pause durante la partita. Successivamente ci si è resi conto che invece è fondamentale, per la salute e per la performance del giocatore, mantenere un ottimale livello di idratazione. Moltissimi studi scientifici hanno dimostrato che uno stato di disidratazione con una perdita di acqua corporea superiore al 2% del proprio peso rappresenta un rischio per la salute del calciatore e condiziona negativamente la prestazione. Questo vale per i professionisti ma soprattutto per i giovani che hanno una maggior tendenza alla disidratazione rispetto agli adulti. La perdita di un significativo volume di acqua comporta un importante aumento della temperatura corporea e può condurre al cosiddetto “colpo di calore”, soprattutto nelle giornate calde in cui la sudorazione aumenta. I primi sintomi di questa condizione sono affanno, nausea, vertigini e una frequenza cardiaca troppo elevata.

 

RUOLO E FUNZIONI DELL’ACQUA

È importante che allenatori e staff tecnico riconoscano precocemente l’insorgenza di tali sintomi, al fine di porvi rimedio velocemente con un’adeguata reidratazione. L’acqua è un elemento assolutamente vitale per l’organismo in quanto, pur non fornendo al corpo calorie come fanno gli alimenti, permette lo svolgersi di moltissime reazioni del nostro metabolismo e, soprattutto, è implicata nei processi di termoregolazione, consentendo di eliminare agevolmente il calore dal corpo. Essa, inoltre, è deputata al trasporto e alla diluizione di molte sostanze circolanti nel nostro corpo e mantiene costante la cosiddetta “volemia” cioè il volume dei fluidi presenti nell’albero cardiocircolatorio. La riduzione di questi ultimi può compromettere la circolazione del sangue in molti organi.  È dunque oggi considerato fondamentale reintegrare l’acqua perduta con il sudore bevendo abbondantemente anche durante la seduta di allenamento o la partita se non addirittura “preparare” l’organismo all’attività fisica tramite assunzione preventiva.

 

SENZA ACQUA MENO TECNICA E VELOCITÀ

Nel caso del calciatore, è stato dimostrato che una ridotta idratazione può comportare una riduzione di efficienza nell’esecuzione dei gesti tecnici e degli sprint ripetuti, nonché della velocità della corsa in regime aerobico. Una stima, sia pur grossolana, di “quanto” bere durante l’attività sportiva può essere semplicemente desunta dalla variazione del peso corporeo del calciatore fra prima e dopo la seduta di allenamento o la partita. Tale variazione di peso è infatti da ascriversi per la maggior parte alle perdite fluide e corrisponde dunque alla quantità di acqua da reintegrare. Nonostante tutte le sperimentazioni eseguite negli ultimi decenni alla ricerca di un fluido che potesse sostituire l’acqua nel suo principale compito fisiologico, a oggi non vi è ancora alcuna prova scientifica dell’esistenza di una sostanza che idrati meglio di lei. Tuttavia, esistono in commercio molti “sport-drinks”, che sono stati prodotti al fine non solo di reintegrare le scorte idriche, ma anche i sali che si perdono con il sudore, fornendo al contempo energia mediante basse concentrazioni di carboidrati disciolti. Il consiglio è di ricorrere all’idratazione con acqua semplice se il tempo di lavoro non dura più di un’ora, utilizzando gli sport drink in caso di attività maggiormente prolungata.

 

Leggi gli altri post a cura di Attilio Ardizzi

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