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FACCIAMO GOL COL METODO CASTELLO

Dall’uno contro uno al due contro due, utilizzando due portieri. La progressione didattica proposta da Massimo De Paoli a Modena: video ed esercizi del Metodo Castello.

Nel precedente post – una proposta di uno contro uno, ragionato secondo il metodo di Massimo De Paoli – si è partiti da un titolo che è stato destrutturato e spiegato attraverso un progressione didattica. Nella realtà dei fatti, non si trattava proprio di un uno contro uno, ma un uno contro uno più il portiere o semplicemente un uno contro due. Ecco, di seguito, le varianti viste assieme nell’appuntamento di Modena. Proviamo innanzitutto ad aumentare la distanza di partenza, rispetto alla porta, sia per gli attaccanti sia per i difensori, e modifichiamo la regola per la quale il giocatore in possesso di palla doveva obbligatoriamente superare il suo avversario prima di calciare a rete. Adesso il possessore della sfera, per calciare, deve trovarsi nella metà campo avversaria.

 

SPAZIO E SCELTE TATTICHE

La situazione di gioco, così strutturata, fa nascere una domanda: chi attacca ora il portatore di palla? L’elemento da richiamare per rispondere al quesito è sempre lo spazio, punto cardine del metodo Castello: esce per primo chi è più vicino, in questo caso il portiere. Sono situazioni critiche, ma accadono anche in Serie A. L’attaccante è ovviamente in grande vantaggio perché è quasi impossibile che il difensore riesca a intervenire prima che la punta abbia oltrepassato la metà dell’area di gioco. Di conseguenza, ruotando i ruoli, si applica il principio dello scaglionamento in fase difensiva: il portiere attacca chi porta palla, mentre il difensore andrà a marcare in copertura (figura 1, clicca sull’immagine per aprire la scheda completa dell’esercizio).

Figura 1: uno contro uno più il portiere

FATE INTERAGIRE PORTIERE E SQUADRA

Il portiere, in generale, fatica ancora a essere considerato un giocatore di fatto all’interno della squadra. Quello che manca, se si ha come obiettivo la formazione dei singoli giocatori (e fra questi c’è anche l’estremo difensore), spesso è l’interazione tra l’allenatore e il preparatore dei portieri. I numeri uno, affinché siano in grado di comandare un reparto, potrebbero utilmente allenarsi in alcune esercitazioni come giocatori di movimento; mentre, in altre esercitazioni, potrebbero effettuare sedute specifiche con il mister dei portieri. Nell’esercitazione che stiamo analizzando, a seconda delle situazioni, il numero uno può essere il primo difensore, ma anche il primo attaccante. Per aiutare i vostri portieri a capire meglio questo concetto, nella fase iniziale, potreste inserire anche il divieto di utilizzare le mani a difesa della porta. Per i numeri uno questa richiesta costituisce una variante che potrebbe metterli in difficoltà. Tale aspetto è abbastanza evidente nel filmato di apertura: si noti, in un primo momento, che il portiere posiziona le mani addirittura dietro la schiena, perdendo la coordinazione necessaria per affrontare l’avversario.

 

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ARRIVIAMO AL DUE CONTRO DUE

Infine inseriamo il terzo step. Le porte sono due e abbiamo a disposizione anche l’altro portiere che non utilizzavamo nel precedente esercizio. La medesima proposta è ora trattata come un due contro due. Oltre ai giocatori di movimento (attaccante e difensore), ci sono i due portieri che vengono coinvolti nella situazione a supporto del portatore di palla, che può utilizzare il compagno per mantenere il possesso e ricercare il gol (figura 2, clicca sull’immagine per aprire la scheda completa dell’esercizio).

Articolo realizzato con la collaborazione di Roberto Valmori - Leggi il post precedente - Leggi tutti i post relativi al Metodo Castello.

Figura 2: uno più portiere contro uno più portiere

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