PUNIZIONI E CORNER: MARCO A UOMO O A ZONA?
I preziosi consigli di Angelo Pereni sulla base dei commenti postati dai lettori di Allfootball e dai membri del gruppo Facebook Grandi Allenatori.
Mercoledì 11 Gennaio 2017 | Redazione
Una domanda alla quale, molto probabilmente, non si può dare una risposta “definitiva”. Sulle palle inattive contro è meglio difendersi marcando a zona o a uomo? Solamente se ci riferiamo al nostro massimo campionato nazionale possiamo notare come le interpretazioni dei tecnici di serie A sono diverse, ognuno sceglie la sua soluzione. Angelo Pereni ce lo conferma, non senza lasciarci con qualche utilissimo consiglio.
LE CONSIDERAZIONI DI MISTER PERENI
«È una scelta dell’allenatore e dipende dalla qualità dei giocatori di cui dispone – come sostengono Francesco Galleno, Lorenzo Supertramo Ripanti ed è capitato a Teo Peruzzi - oltre che da quella degli avversari che incontra e dell’idea di calcio che ha intenzione di fare. Al di là, infatti, della soluzione che si decide di adottare e delle sue conseguenze nell’immediato vi esorto a riflettere su quello che può essere il prosieguo dell’azione una volta battuto il calcio da fermo. La posizione dei miei giocatori influenza lo sviluppo di gioco sull’eventuale seconda palla quindi potete ben immaginare che esistono sostanziali differenze se decido di schierarmi a uomo piuttosto che a zona – e qui siamo nelle considerazioni di Emanuele Tedoldi -. Nel primo caso la posizione dei miei giocatori successiva alla riconquista della palla non è codificata, a zona posso decidere che lo sia. Ne consegue che si tratta una scelta che influenza anche la successiva transizione».
ANDIAMO PER GRADI
«Dal mio punto di vista nel settore giovanile e fino a una certa età farei marcare a uomo. Quando i giocatori sono giovani è difficile e forse non ha troppo senso provare a insegnargli a marcare a zona, ci sono inoltre tanti altri obiettivi da perseguire – Marco Osti sembra voglia sottolineare questo -. Dai quindici - sedici anni o comunque quando hanno acquisito i principi di tattica io ho una mia teoria. Sulle palle laterali è piuttosto difficile marcare a uomo quindi io schiererei la squadra secondo la disposizione in campo e a zona, pronta a ripartire ognuno al suo posto. Gli opportuni aggiustamenti vanno fatti certamente ma solo nel caso in cui si sappia che l’avversario dispone di saltatori particolarmente forti o che ci si renda conto che i migliori di loro cerchino il confronto aereo con i meno dotati dei nostri. Sui palloni laterali, inoltre, la maggior parte dei gol vengono segnati (e quindi subiti) sul secondo palo. È importantissimo, quindi, che s’insegni a effettuare molto bene la diagonale rovesciata con i difendenti lontani dal pallone che arretrano in copertura più velocemente di quelli vicini. La linea difensiva, inoltre, deve essere sulla stessa linea o il più vicino possibile a quella della barriera e non troppo indietro».
I COMMENTI DEI LETTORI
«Detto questo è difficile commentare le considerazioni dei lettori, non si può dire questo è sbagliato questo è giusto. Certo l’esperienza di ognuno di noi fa tanto, gli allenatori, si sa, tendono a non cambiare qualcosa che hanno provato e ha funzionato come spiega nel dettaglio Gianni Gandolfi e come sostengono con convinzione Christian Calì, Raffaele Pizzo, Angelo Berti e sulle pagine di Allfootball Enrico Chiaramonte, Michele Farris e Simone Tedeschi».
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