CALCIO: S’INSEGNA PRIMA L'UOMO O LA ZONA?
Alessandro Musicco risponde ai lettori e al gruppo Grandi Allenatori in merito alla corretta progressione didattica per l’apprendimento della marcatura.
Mercoledì 13 Aprile 2016 | Redazione

La prima domanda del nostro confronto aperto con i lettori, “giocato” a braccetto col gruppo Grandi Allenatori, verte su un argomento che solletica spesso dibattiti e discussioni. Il gioco a zona è adottato ormai universalmente, ma spesso notiamo clamorose lacune nella marcatura a uomo. Da questo spunto è nata l’idea di confrontarci con voi e sul gruppo facebook Grandi Allenatori, abbiamo raccolto i vostri commenti e li abbiamo girati ad Alessandro Musicco. Ecco la sua opinione: «Pur espresse con parole diverse le considerazioni di Alessio Lastilla… “con gli esordienti in difesa a uomo e a centrocampo a zona”, Francesco Persico… “sarebbe facile dire entrambi, ma se non avessi questa opzione la risposta è difficile da dare…” e Marco Salvadori… “si marca posizionandosi tra l'uomo e la porta… poi in base alle scelte del mister, è possibile marcare su linee di anticipo oppure a più copertura della porta”… hanno molte similitudini. Danno importanza ai principi che sottendono all’apprendimento della tattica individuale: ma in realtà si tratta di una mezza verità, perché per apprenderla correttamente si parte dall’uno contro uno».
L’ETÀ COME BASE DI PARTENZA
«Deve essere determinante l’età dei calciatori, più sono piccoli e più hanno una visione individuale dello sport che va sfruttata per acquisire tecnica e tattica individuale (uno contro uno quindi). Oppure si può seguire il concetto metodologico per cui in ogni sport di squadra si parte dalla marcatura a uomo. Un gioco di squadra si insegna quindi con questa progressione:
- io e la palla (tecnica);
- io, la palla e l'avversario (tattica individuale);
- io, la palla, il compagno e l'avversario (tattica semplice dal due contro uno al quattro contro quattro);
- io, la palla, i compagni e gli avversari (tattica complessa, la partita).
A UOMO MA SENZA PRECLUDERE IL GIOCO GLOBALE
Tutto questo comunque non preclude il gioco in forma globale, ovvero la partita, e quindi è utile iniziare a trasmettere i concetti del gioco a zona che i giovani applicheranno più avanti. Inevitabilmente questo diventerà un sottobiettivo. Chi impara la tattica individuale non ha problemi nel marcare a uomo o a zona. A questo punto, dunque, mi trovo d'accordo con i lettori Luca Bellini, Luca Bertolini, Cristian Masetti, Milco Castellani e Gianluca Ripani che sostengono di dover partire dalla marcatura a uomo. Rimango convinto comunque che chi si è espresso sull'iniziare con la zona l’ha fatto perché ha pensato di dover lavorare con giocatori con competenze acquisite e sicuramente, nelle sue esercitazioni, crea situazioni di uno contro uno.»
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