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GESTIAMO AL MEGLIO IL RAPPORTO CON LORO

Mamma chioccia e papà agonista, è l’atteggiamento istintivo nel rapporto con i figli. Se c’è armonia ed equilibrio, i piccoli calciatori ne traggono giovamento e si facilita il lavoro dell'allenatore.

Esiste una differenza tra padri e madri quando si rapportano all’attività sportiva dei figli? Ci sono degli stili, sensibilità e comportamenti caratteristici che si ritrovano più frequentemente tra i padri ed altri che invece sono più condivisi presso le mamme? Sembrerebbe proprio di sì, anche se i ruoli materni e paterni tendono oggi ad essere sempre più rimescolati. E se questo è vero, da cosa si possono riconoscere? Pur rischiando un eccesso di semplificazione, potremmo descrivere i padri con la battuta… “e vissero vincitori e contenti”, mentre per le madri sembra più importante pensare che… “in fondo sono sempre bambini’.

 

I PAPÀ

I papà tendono a caratterizzarsi per la propensione a idealizzare l’attività e i progressi dei figlio sportivo, sia esso maschio o femmina. Sono animati dal desiderio di raggiungere l’ideale, che se anche si compirà nel futuro già mostra dei segni nel presente. Le loro attese sono orientate all’efficacia e alla performance, si aspettano che il figlio sappia cavarsela al meglio. E impari a farlo rapidamente, sviluppando autodisciplina e rispetto delle regole, secondo la logica del “sapersi affermare”. Talvolta nei padri le aspettative agonistiche tendono a prevaricare gli obiettivi educativi. Lo sport viene percepito e vissuto come contesto che debba portare il figlio a sprigionare le migliori energie psicofisiche attraverso una competizione leale al fine di superare il proprio antagonista. Per antagonista non s’intende solo un avversario ma il tempo o lo spazio, un limite psicomotorio, piuttosto che semplicemente sé stessi e le proprie paure.

LE MAMME

Sul versante materno tende a prevalere il desiderio di assicurare sempre al figlio l’affetto e la presenza confortante. Garanti di una esplorazione “protetta” della realtà che lasci sempre aperta la strada per il ritorno al sicuro. La madre è l’espressione del valore aggiunto garantito dalla fiducia di base, fondamento di stabilità. È grazie alla mamma che la fiducia di base può svilupparsi nel piccolo atleta ed è caposaldo per la capacità di superare gli inevitabili insuccessi. Si tratta di una componente psicologica chiave anche per progredire ai massimi livelli sportivi. Recente conferma ne è stato uno spot, uscito alle recenti olimpiadi, realizzato da una multinazionale colosso delle comunicazioni e del marketing. Lo spot, molto apprezzato dal pubblico, nasceva da una serie di interviste fatte a mamme di grandi atleti. Tutte loro, nonostante i figli fossero diventati grandi campioni, vedendoli gareggiare vedevano sempre i loro bambini.

NESSUN GIOCATORE È UN’ISOLA

A ben vedere il fatto che esistano queste differenze tra padri e madri non è solo del tutto naturale anzi può essere molto positivo per il bambino, soprattutto quando i diversi approcci si completano e bilanciano reciprocamente. Le aspettative materne (regressive e centrate sugli affetti e legami primari) e quelle paterne (progressive e centrate sull’esame della realtà) consentono al figlio la rincorsa e i progressi in direzione della crescita. È la dinamica dell’elastico evolutivo, il “passarsi la palla” tra i genitori, aspetto fondamentale nel garantire il benessere familiare e il positivo rapporto con il figlio e con lo sport. Tuttavia, crediamo, il successo sportivo è soprattutto il frutto di una rete di buone relazioni, più che di legami esclusivi: è bene ricordare che “nessun atleta è un’isola”. Piuttosto sarebbe utile – oltre che corretto – mettere in evidenza quanto sia importante per l’impegno sportivo, al di là dei risultati agonistici raggiunti, il poter contare su una ricca rete di legami. Lo sportivo agonista, da un punto di vista della personalità e della psicologia, è sempre il risultato di un lavoro collettivo, partecipato, sociale. A partire dal nucleo familiare, e poi quello amicale, della società sportiva fino alla comunità di appartenenza e oltre…

 

Leggi gli altri post a cura di Roberto Mauri

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