L’EVOLUZIONE TATTICA DEL CALCIO
Dall’1-1-9 all’1-4-4-2, fasi salienti e curiosità dell’evoluzione degli schieramenti e del pensiero tattico del gioco più bello del mondo.
Mercoledì 3 Agosto 2016 | Redazione

«Il calcio è stato originariamente pensato come uno sport di squadra offensivo, l’abbiamo trasformato in un gioco individuale difensivo». Arrigo Sacchi (leggi la nostra intervista esclusiva) aprì così i lavori dello stage per allenatori organizzato da Allfootball nel 2015 a Colorno, con una delle sue solite sagaci “punzecchiature” alla moderna interpretazione sparagnina che molti allenatori danno di questo sport.
AGLI ALBORI TUTTI IN ATTACCO!
E in effetti, se di tattica parliamo, forse non tutti sanno che agli albori del calcio lo schema di partenza delle squadre (tradotto con le nostre moderne formuline riassuntive) era l’1-1-9. Un portiere, un difensore e nove attaccanti. Niente reparti, collaborazione né collettivo insomma un calcia la palla e corri cercando unicamente di dribblare gli avversari. Agli esordi si giocava in modo molto individuale, il passaggio non era un’opzione considerata valida. L’atteggiamento invece offensivo, beh, quello c’era! E se si pensa che oggi, dopo oltre cent’anni, lo schema di gioco di riferimento è l’1-4-4-2 sembra proprio che si sia evoluti da un punto di vista esclusivamente difensivo.
L’1-2-2-6 SCOZZESE
Il 30 novembre 1872 Glasgow ospitò la prima partita a carattere internazionale della storia, il sentitissimo derby Scozia – Inghilterra. Gli ospiti scesero in campo coll’1-2-1-7, una variante dell’1-1-2-7 adottato dagli scozzesi stessi qualche anno prima. I padroni di casa vollero però ulteriormente stupire schierandosi coll’1-2-2-6, e dando inizio alle prime guerre “tattiche” calcistiche. Chi si immagina un match scoppiettante e ricco di gol rimarrà però deluso nel sapere che la partita finì 0 a 0.
IL SISTEMA A PIRAMIDE E LE LINEE
Il passo successivo mutuato dalle università inglesi, conosciuto e introdotto in Italia fu l’1-2-3-5, allora definito piramide. Nella terminologia calcistica si cominciò a introdurre il concetto di linea, a partire dall’alto i cinque attaccanti erano considerati la prima linea (un po’ come in guerra della quale il calcio è in fondo una trasposizione ludica e pacifica), i mediani la seconda e i difensori la terza… la definizione “terzino” ora vi dice qualcosa?
IL METODO
Con l’idea emergente di un calcio fatto maggiormente di collaborazione fra compagni di squadra e di esaltazione delle capacità tecniche di gestione e dominio della palla piuttosto che quelle della vigoria e forza fisica tipicamente anglosassoni la disposizione in campo degli undici ebbe una ulteriore spinta verso il cambiamento. Nacque l’1-2-3-2-3, detto anche metodo, in pratica una disposizione a due W una sopra l’altra: quello che oggi definiremmo uno scaglionamento praticamente perfetto. Portò chiaramente dei vantaggi a chi preferiva azioni d’attacco in collaborazione e cominciò anche a introdurre alcune specifiche nei ruoli, specialmente nei tre davanti ai due difensori. Gli esterni si occupavano delle ali avversarie e il centrale diede origine alla definizione di centromediano metodista, un giocatore capace di interdire fermando il centravanti avversario e far ripartire la squadra innescando i cinque giocatori offensivi (figura 1).
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