CALCIO: MOURINHO, TRANSIZIONI E SMARCAMENTI
Per ripartire in transizione positiva con efficacia il tecnico portoghese pretende dai suoi calciatori movimenti in zona luce anticipati.
Martedì 19 Aprile 2016 | Antonio Tramontano

Nella seconda parte dell’analisi delle transizioni offensive tanto care a Josè Mourinho, come anticipato nella prima uscita, focalizziamo la nostra attenzione sugli smarcamenti preventivi in fase di non possesso palla. Per prima cosa è importante chiarire cosa sia un attacco preventivo e da dove nasce questo comportamento tattico. Una squadra ben organizzata in fase di possesso non può dedicarsi con i propri undici prevalentemente ad attaccare e, viceversa, in fase di non possesso non può preoccuparsi esclusivamente di difendere. Se ti chiami Mourinho, non solo vuoi che alcuni calciatori si predispongano a un’azione offensiva mentre non si è in possesso palla, ma vuoi anche che il contrattacco avvenga nel minor tempo possibile, per non dare tempo agli avversari di riorganizzarsi. Da qui scaturisce un’ulteriore esigenza: ridurre i tempi della fase di transizione. Da questa duplice necessità nasce lo smarcamento preventivo inteso come il posizionamento dei calciatori delle sue squadre durante la fase di non possesso, quelli che restano sopra la linea della palla e si posizionano lontani dall’avversario, in zona luce, in modo da poter ricevere un passaggio nel momento in cui la palla viene riconquistata e poter ripartire nel minor tempo possibile.
SMARCAMENTO NELLA PROPRIA METÀ CAMPO
In figura 1 è riportata un’istantanea della gara tra Chelsea e Watford.
Possiamo notare come i tre calciatori del Chelsea evidenziati cerchino di accorciare in zona palla e nello stesso tempo si liberino dalla marcatura dei difensori avversari. Questo tipo di smarcamento porta un grandissimo vantaggio in fase di transizione offensiva. In caso di riconquista i giocatori così posizionati, oltre a poter essere serviti, si trovano in condizione di poter girarsi e attaccare frontalmente i difensori avversari. L’uomo evidenziato in giallo è il giocatore in possesso palla del Watford.
SMARCAMENTO NELLO SPAZIO LASCIATO VUOTO DA UN ESTERNO DI DIFESA
Nella partita visionata, il Watford ha giocato con l’1-5-3-2. Conoscendo il modulo degli “Hornets”, si può comprendere la grande capacità del tecnico portoghese di attuare le contromosse per cercare il punto debole degli avversari. In figura 2 notate un attaccante del Chelsea che si smarca nello spazio lasciato vuoto dall’esterno difensivo propostosi in fascia per partecipare all’azione d’attacco.
Un po’ come se Mourinho mandasse all’avversario un messaggio del tipo: «Vuoi attaccare con più calciatori? Sappi che se perdi palla sei rovinato!».
SMARCARSI ROMPENDO LA LINEA DI COPERTURA
In figura 3 mettiamo in evidenza il due contro due che si crea tra i due calciatori del Chelsea evidenziati e i difensori A e B del Watford.
Uno dei due londinesi, con un movimento ad allargarsi rompe la linea di copertura e crea grandi difficoltà al difensore B del Watford perché lo costringe a dover decidere se rimanere in copertura del compagno A o andare in marcatura sull’avversario che si è allargato.
ENTRARE NELLA TESTA DEI CALCIATORI
La bravura di Josè Mourinho non si esprime soltanto nel far capire questo importantissimo comportamento tattico. Allenatori che da un punto di vista didattico sanno cosa siano gli smarcamenti preventivi ce ne sono moltissimi, quello che lo rende “speciale” è il riuscire a entrare nella testa dei suoi calciatori facendo sì che si mettano a disposizione della squadra. E… non fate l’errore di definire “smarcamento preventivo” l’atteggiamento di quei calciatori che assistono passivamente al gioco per recuperare energie mentre la propria squadra è in fase di non possesso. Quelli no, quelli con il portoghese non giocherebbero!
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