CALCIO: UNA SOLUZIONE OFFENSIVA ESTREMA
Ci sono momenti della partita nei quali si può scegliere atteggiamenti rischiosi, ma che possono sorprendere l’avversario: la pressione altissima “a uomo totale”.
Venerdì 23 Settembre 2016 | Angelo Pereni
Nella partita ci sono momenti e situazioni nei quali la tecnica può passare in secondo piano a vantaggio del coraggio, della mentalità, del tempismo, dell’osare… per il risultato. Esiste una soluzione tattica “estrema”, che si può adottare quando la palla è al portiere avversario e bisogna recuperarla immediatamente perché si è in svantaggio o si vuole vincere a ogni costo. Può essere adottata anche per frastornare l’altra squadra quando sembra abbia il pieno controllo del vostro piano di gioco. Possiamo definirlo atteggiamento a “uomo totale” e si applica a prescindere dal modulo preferito. Necessita di buona condizione fisica e determinazione, in quanto va a creare, sul campo di gioco, una situazione di nove o dieci duelli individuali. È una tattica, se possiamo così definirla, molto dispendiosa, pericolosa nonché priva di fantasia e creatività ma, in certi frangenti, necessaria se si vuole l’immediata riconquista del pallone. I giocatori che la subiscono si trovano a dover “sopportare” fastidiosi e (se effettuata a sorpresa) inattesi duelli individuali, anche molto fisici, a tutto campo.
COME SI METTE IN ATTO
Questo atteggiamento è da attuare solo in un periodo di tempo limitato e per uno scopo ben preciso. Come detto il pallone deve essere in possesso del portiere altrui e che ci si difenda a zona a quattro o a tre non ha nessuna rilevanza. Presa la decisione all’unisono, tutti i giocatori scalano in marcatura su un avversario mantenendosi nella propria zona di competenza e dando vita a un nove contro nove. Viene lasciato libero solo un centrale di difesa, quello meno bravo tecnicamente e possibilmente quello che non ha nelle sue corde il lancio in verticale preciso, perché è colui al quale vogliamo venga indirizzato il pallone.
Parolo della Lazio in pressione decisa su Honda (Milan)
TUTTI A UOMO NELLA ZONA TRANNE UNO
Gli altri, come detto, si posizionano tutti a uomo tranne un centrocampista, il giocatore “uomo ovunque” più bravo tecnicamente oppure quello più aggressivo. Questi ha il compito di andare alla riconquista della palla in raddoppio su chi ne entrerà in possesso dopo l’atteso rinvio del difensore. I suoi compagni devono andare in pressione e si devono porre nelle condizioni di “anticipo” sia mentale (dove finirà la palla…) sia fisico, cercando di evitare comunque rischi inutili e azzardati. La squadra deve rimanere corta con gli ultimi di difesa, schierati appena dietro la linea di centrocampo. Questi però devono essere abili nell’uno contro uno, devono conoscere e saper applicare tutte le tattiche difensive: marcamento, anticipo, salgo, scendo e il fuorigioco, che è da utilizzare solo se è indispensabile. Una punta attacca i due centrali della retroguardia opposta in atteggiamento di difesa preventiva, cioè facendo pervenire palla all’avversario designato per poi aggredirlo e costringerlo al lancio.
UNA VARIANTE
Un’altra modalità prevede, sempre con palla al portiere altrui, di creare dieci situazioni di uno contro uno: tutti i giocatori si “attaccano” a uomo cercando di mantenere, nel limite del possibile, ognuno la propria zona di competenza. In questa situazione, a maggior ragione, gli ultimi difendenti dovranno essere pronti a qualsiasi scelta e soluzione tattica non avendo nessuna protezione. Il portiere deve essere sempre pronto all’intervento anche di piede, a mo’ di libero fuori dall’area di rigore. L’importante è che se la squadra avversaria è abile a eludere questo iniziale atteggiamento, ci si compatti dietro la linea della palla, corti e con le giuste distanze per tornare all’usuale modulo difensivo quando ci si difende nella nostra metà campo.
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