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LE CERTEZZE TATTICHE DI CONTE

L’Italia in Bulgaria può staccare il biglietto per Francia 2016. Il ct azzurro si affiderà al consolidato 1-3-5-2 e al suo pacchetto difensivo di fiducia.

Prevedere prima dell’inizio del match quali soluzioni tattiche adotterà una squadra è sempre complicato ma se si tratta della nazionale di Antonio Conte i rischi che si corrono sono limitati tanto è radicato il suo credo calcistico. Per la delicata gara in Bulgaria (sabato 28 sera) valida per le qualificazioni all’europeo francese del 2016 il ct ha aperto a volti nuovi (oriundi compresi e sui quali è stata montata una contesa sterile e inutile) ma, soprattutto, ha rotto gli indugi chiamando alcuni giovani emergenti. Anche per esigenze contingenti, vedi infortuni o condizioni non eccelse di alcuni uomini della vecchia guardia, ha deciso di accorciare i tempi di una rivoluzione necessaria in vista della prossima competizione continentale. Il mister vuole vedere quale di questi ragazzi è pronto a vestire una maglia che porta con sé grandi responsabilità e quali sono sufficientemente maturi per affrontare il palcoscenico internazionale. Nell’incontro con la Bulgaria, quindi, non sono in palio solo i tre punti che darebbero la qualificazione certa ma una fetta di futuro. La nazionale che si appresta a scendere in campo a Sofia esalta come suo punto di forza la difesa (Foto 1).

Foto 1: Un perfetto posizionamento della linea a tre azzurra che in questo caso scappa su palla scoperta non concedendo la profondità.

DIFESA ESPERTA E SOLIDA

È stato recuperato Barzagli, il miglior difensore a disposizione nell’uno contro uno. Bonucci è uno dei centrali più bravi nel far ripartire l’azione con piedi, ha cervello da centrocampista e l’autorità per gestire la linea in ogni frangente. Guida i compagni sulla base di sincronismi studiati e applicati sul campo da tantissimo tempo. Poi ci sono Chiellini e Buffon. Uno fa della forza un’arma di potere assoluto, l’altro, a dimostrazione che anche in vecchiaia si migliora, è diventato il difensore aggiunto tanto è migliorato nel gioco con i piedi. Conte con i suoi fedelissimi sa di rischiare poco, dietro, tutti assieme, rappresentano anni e anni di meccanismi oliati e consolidati. Sa, anche, che sulle palle inattive dispone di una batteria di saltatori molto efficace (Foto 2). 

Foto 2: Chiellini in proiezione offensiva contro l’Azerbaijan, poco prima di segnare, di testa, il gol vittoria.

Il segreto di una vera squadra però non sta solo nella solidità della difesa ma nel sapersi posizionare correttamente in campo. Nella concentrazione, nell’equilibrio, nell’occupare gli spazi con criterio, solo così le partite possono diventare facili. Il centrocampo, si sa, è per questo reparto delicato e importantissimo. Conte ha scelto Verrati, ancor prima di dover rinunciare a Marchisio. Un giovane, in cabina di regia. Avrebbe potuto adottare una scelta conservativa puntando sullo juventino. Lo conosce benissimo e ha già ricoperto più volte quel ruolo interpretandolo in maniera più che degna. Ma anche da questo particolare si nota la propensione al ringiovanimento voluta dal ct

 

IN MEZZO GUIDA VERRATTI

I due hanno, in realtà, caratteristiche differenti. Un giocatore con le qualità di Marchisio tiene cucita la squadra e tende a verticalizzare, mentre Verrati è più portatore di palla e ogni tanto si crogiola nella sua abilità tecnica rallentando la transizione. Inoltre è meno incline al lancio e al cambio di campo anche se è un vero e proprio volano capace di legare perfettamente i reparti.

Sugli esterni, nel suo 1-3-5-2, i due cursori devono essere pronti e capaci di interpretare sia la fase difensiva che quella offensiva. Devono farsi trovare, sul giro palla della difesa, molto alti in modo da supportare l’azione offensiva agevolando il gioco sulle fasce (Foto 3)

Foto 3: I due esterni dell’Italia si alzano immediatamente e si allargano quando gli azzurri devono ripartire da dietro.

Non hanno nel loro dna i tagli dentro al campo ma alla squadra che ha in testa Conte non serve. Sono i due interni i preposti agli inserimenti centrali e in profondità nello spazio liberato dal movimento delle punte. Proprio gli interni avranno il compito di supportare Verrati nella costruzione del gioco ma anche di proporsi per la finalizzazione (Foto 4 e 5).In fase difensiva invece devono supportare nei raddoppi gli esterni bassi.

Foto 4: Candreva attacca la profondità centralmente sul movimento incontro della punta centrale Zaza.

oto 5: Marchisio si posiziona centralmente e profondo fra le linee avversarie, una posizione che gli interni voluti da Conte possono adottare

ATTACCO SOSTANZA E SACRIFICIO

Il reparto offensivo è quello che sulla carta presenta un filo di preoccupazione e qualche incognita. Zaza e Immobile le due punte. È vero che entrambi vengono da un annata non trascendentale caratterizzata da poche segnature ma sono giocatori che danno affidamento sul piano dell’impegno e della dedizione, sanno sacrificarsi per la squadra e, al momento opportuno dovrebbero saper colpire (Foto 6). 

Foto 6: Un movimento combinato delle nostre due punte. Immobile s’infila in mezzo ai due centrali della Croazia nello spazio lasciato libero da Zaza che è venuto invece incontro al pallone.

Questa nazionale è pronta a compiere un salto in avanti. È guidata da un tecnico che sa, per esperienza personale, che costruire una squadra vincente non è un problema di schemi, ma di concetti di gioco insegnati sul campo con pazienza, abnegazione, sacrificio e ricchezza di particolari. Un gioco complesso che passa attraverso il lavoro di tutti i giorni. E molte volte con l’allenamento e l’intensità si riesce anche a mascherare la poca qualità complessiva della squadra: in fondo, nel calcio, non conta l’apparenza ma la sostanza. 

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