CALCIO: L’ANALISI DI ARGENTINA CILE
I due ct, Pizzi e Martino, giocano a specchio. Il Cile, ancora una volta, annulla i fuoriclasse argentini col pressing a invito e le marcature preventive.
Martedì 28 Giugno 2016 | Antonio Tramontano

Niente da fare per l’Argentina di un delusissimo Leo Messi. Il Cile bissa la vittoria della scorsa edizione e si porta a casa la Coppa America del centenario. Come previsto, le due squadre si sono schierate a specchio, adottando ambedue l’1-4-3-3. Entrambe hanno preferito costruire partendo dal basso, con il mediano dell’una e dell’altra che spesso è sceso tra i due difensori centrali, mentre i due esterni di difesa salivano sulla linea di centrocampo. Simile è stato anche l’approccio al match, improntato al mantenimento del possesso palla. I due interni cileni, Vidal e Aranguiz, hanno giocato stretti a fianco del centrale di riferimento per impedire i rifornimenti a Higuain in zona di rifinitura.
HIGUAIN “SCHERMATO” DAI MEDIANI
Il ct della Roja Pizzi ha schierato una squadra con difesa e centrocampo compatti in fase di non possesso e continui raddoppi sul portatore avversario. La logica prevedeva, riconquistata palla, l’immediata verticalizzazione per le punte, che si sono ritrovate spesso sole, col centrocampo schiacciato dietro e impossibilitato a salire con i tempi giusti a supporto. Da parte argentina è stato chiarissimo il tentativo di fare grande intensità sul lato forte (in fase di non possesso la squadra di Martino s’è sempre spostata tutta sul lato palla), ma così facendo ha sofferto quando il Cile è riuscito a uscire dalla zona di pressione (foto 1).
ANCHE IN DIECI ATTEGGIAMENTO SPECULARE
Al 40’, però, l’Argentina è rimasta anch’essa in dieci e Martino è stato costretto ad abbassare Mascherano in posizione di difensore centrale, spostare Mori sulla destra e far scendere Di Maria sulla linea di centrocampo. Ancora una volta, come a inizio gara, disposizione speculare 1-4-3-2 contro 1-4-3-2. Da questo momento in poi il Cile è diventato più pericoloso, bravo a muoversi collettivamente sotto la linea della palla in fase di non possesso. Gli argentini, invece, si sono difesi in otto, lasciando Messi e Higuain liberi da compiti di ripiegamento. Pizzi ha chiesto ai suoi lanci a cambiare gioco per allargare le maglie della difesa avversaria e farla muovere (foto 2)
Martino ha preferito invece abbassare il baricentro e puntare sui suggerimenti al suo fuoriclasse numero 10, che ha cercato in continuazione di smarcarsi preventivamente, mentre altri due suoi compagni, a turno, si allargavano in fascia accompagnando le sue accelerazioni (foto3).
LE DUE SQUADRE SI ANNULLANO, RIGORI INEVITABILI
L’Argentina, insomma, si è affidata alle ripartenze dei suoi assi d’attacco e il Cile si è sbilanciato in avanti e largo a cercare di penetrare nella difesa avversaria. Questo è stato l’irrisolto tema tattico, dopo le due espulsioni, di una gara che ha avuto bisogno dei calci di rigore per trovare il proprio vincitore.
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