MAGIA TATTICA DI SPALLETTI: LA ROMA VA
Il tecnico toscano ribalta la sua Roma e vince col Sassuolo grazie agli esterni invertiti, al falso nueve e alla linea di difesa molto alta.
Mercoledì 3 Febbraio 2016 | Paolo Tramezzani

È forse svolta vera nella Roma. La trasferta di Sassuolo regala a Spalletti la seconda vittoria consecutiva e conferma lo stato di crescita della sua squadra, molto aiutata in realtà anche dai nuovi acquisti. Soffermiamoci sulle novità, e non sono poche, che i giallorossi hanno messo in campo al Mapei Stadium. Nelle precedenti uscite, Spalletti aveva optato per la difesa a tre con De Rossi perno centrale, il centrocampo a quattro, due trequartisti e una punta vera come Dzeko. L’assenza del bosniaco e la disponibilità del nuovo acquisto Perotti hanno portato il tecnico toscano a dover rivedere completamente il disegno tattico di partenza.
SASSUOLO IN CAMPO COL SUO 1-4-3-3
Rispetto alla Roma di Garcia, l’idea di gioco espressa dai giallorossi contro il Sassuolo s’è basata più sul possesso palla che sulle ripartenze nonostante la presenza di giocatori veloci come Salah ed El Shaarawy. Sulla carta le due squadre si sono schierate quasi a specchio (1-4-3-3, più “puro” quello del Sassuolo), ma mai come questa volta le interpretazioni date al sistema di gioco dai due allenatori sono state così differenti. I padroni di casa hanno mostrato i loro consueti meccanismi rodati e collaudati. Inserimenti da parte dei centrocampisti e molti cambi di campo, obiettivo “aprire” la difesa avversaria e trovare l’uno contro uno con i due esterni alti Sansone e Berardi. Il tutto in appoggio a una punta vera (Trotta), giocatore dotato di grande mobilità e comunque sempre presente in area di rigore per cercare di sfruttare le sue doti aeree. In fase di non possesso, i neroverdi hanno provato, riuscendoci soprattutto nella seconda parte di gara, a tenere il pressing molto alto per mettere in difficoltà difensori come Rudiger e Gyomber, non propriamente portati nel palleggio (foto 1).
GIALLOROSSI COL FALSO NUEVE E GLI ESTERNI INVERTITI
Il sistema di gioco della Roma è risultato invece versatile e di difficile lettura. Perotti, sulla carta l’uomo più avanzato dei giallorossi, in fase di possesso si è abbassato molto, quasi sulla linea dei centrocampisti, andando a formare un centrocampo a tre con Pjanic e Keita, il che ha favorito la circolazione del pallone nella zona nevralgica del campo stante l’alta qualità tecnica dei protagonisti. Il movimento dell’ex genoano è stato sfruttato da Nainggolan che spesso si è trovato in posizione di punta centrale. Di fianco a lui i due esterni schierati a “piedi invertiti”, pronti a tagliare verso il centro più che cercare l’esterno e il cross. Una mossa decisiva di Spalletti è risultata essere la ricerca della costante superiorità numerica contro Peluso, una situazione favorita dall’importante contributo della costante e insistita spinta di Maicon sulla corsia di destra (foto 2).
Foto 2: un’istantanea dell’impostazione voluta di Spalletti. Perotti si abbassa per ricevere il pallone e Nainggolan prende la sua posizione al centro dell’attacco. Maicon e Zukanovic restano alti e molto larghi, pronti a sovrapporsi sfruttando anche i movimenti ad accentrarsi di Salah ed El Shaarawy.
IMPORTANTE L’APPORTO DELLA LINEA DIFENSIVA
Il primo gol della Roma è infatti arrivato grazie a un taglio da destra di Salah, poi molto bravo a trovare la conclusione a giro sul secondo palo. Questo modo di interpretare il 1-4-3-3 è stato accompagnato sempre da una difesa altissima e pronta ad accorciare immediatamente sugli attaccanti in caso di perdita del pallone (foto 3 e 4).
Foto 3: La linea difensiva della Roma che, in fase di possesso palla, cerca di schiacciare l’avversario posizionandosi ben oltre la linea di metà campo.
Foto 4: Una volta perso il pallone, la difesa alta permette ai due centrali di accorciare sugli attaccanti.
Fino a quando la condizione fisica ha retto i giallorossi così disposti hanno prodotto un ottimo calcio, fatto di continuo movimento senza palla in fase di possesso e di grande rapidità in transizione negativa in caso di perdita del pallone.
CONDIZIONE ATLETICA ANCORA CARENTE
Sin dall’inizio della seconda frazione di gara però le due linee a tre della squadra di Spalletti hanno mostrato grossi limiti sotto il punto di vista della condizione atletica soffrendo molto quando era il caso di rientrare. Non riuscendo più a recuperare velocemente, i reparti giallorossi si sono slegati, aprendo tanti spazi per le ripartenze del Sassuolo soprattutto sulle catene esterne, dove le sovrapposizioni di Peluso e Vrsaljko non sono state sempre assorbite dai ripiegamenti di El Shaarawy da una parte e di Pjanic dall’altra. Per questo un onesto e pur felice Spalletti ha ammesso che la sua Roma ha vinto sì ma ha anche sofferto tanto contro un buon Sassuolo, soprattutto nella ripresa.
Scritto in collaborazione con Jacopo Gornati (New G Project).
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