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CHAMPIONS: STRATEGIE CONTRO

Le filosofie di gioco delle quattro reginette d’Europa, in semifinale scontro fra grandi valori tecnici e diverse intelligenze calcistiche.

La Champions League si appresta a offrirci due grandi semifinali, senz’altro il meglio che il calcio europeo potesse regalarci. Due sfide nelle quali il pronostico sfugge a ogni certezza. Ironia della sorte la Juve voleva il Real e viceversa, e così è stato. La squadra di Allegri esprime un calcio tatticamente leggibile anche quando, e lo fa bene, si adatta alle circostanze della partita e muta pelle in corso d’opera passando facilmente dalla difesa a quattro a quella a tre con gli esterni a supporto. Pur non essendo i bianconeri i migliori in assoluto fra le quattro, sono comunque motivati e pronti a qualsiasi battaglia. Il Real è meno prevedibile, meno ancorato a rigide disposizioni dettate da movimenti di tattica collettiva di reparto.  In possesso palla, soprattutto, con i suoi assi pronti a piazzare la giocata geniale e stravolgere lo scacchiere con efficacia impressionante.

 

REAL MENO SQUADRA DELLA JUVE, MA ANCELOTTI…

I blancos hanno individualità superiori ma non la stessa capacità di gestione della partita in quanto meno “squadra”, la Juventus potrebbe approfittarne cambiando le carte in tavola a partita in corso. Un vantaggio per Allegri sta nel fatto che può concentrarsi solo su questa doppia sfida, il campionato è in tasca e la Juventus è al culmine di una crescita costante sia di atteggiamento sia di mentalità. Ora sa gestire partite difficili dimostrando equilibrio e convinzione. Il Real, invece, è ancora in lotta serrata col Barcellona nella Liga, con la testa divisa su due fronti. È comunque il club campione in carica, ha un potenziale enorme che va oltre il solo Cristiano Ronaldo. Ha un punto di forza supplementare nella mentalità flessibile ed elastica del suo allenatore capace di gestire, almeno in parte, il non eccelso senso del collettivo della rosa a disposizione. Un esempio? Ancelotti, contro la stessa mentalità spagnola e contro ogni aspettativa, nel derby ha schierato Sergio Ramos a centrocampo. Ha praticamente impostato la squadra “sull’avversario” invece di lasciare che fosse l’Atletico a preoccuparsi della forza d’urto dei blancos. Juve Real sarà una grande partita fra giocatori e allenatori intelligenti, una gara di calcio tattico dai contenuti tecnici elevati, ciò che in genere soddisfa sia gli allenatori sia gli spettatori.

Cristiano Ronaldo, stella del Real Madrid e spauracchio della Juventus

GUARDIOLA HA CAMBIATO IL SUO TIKI TAKA

Nell’altra grande sfida, tra Barcellona e Bayern, si fronteggiano due squadre molto sicure di sé. Il match rappresenta il passato e il presente di Guardiola e il Pep non è più, si badi bene, il tecnico di una volta. L'allenatore catalano ha abbandonato il tika taka per un idea diversa di possesso palla, regalandoci un’altra novità. La sua squadra occupa tutto il campo e non si affida al fuoriclasse di turno. Gioca con un punto di riferimento sicuro al centro dell’attacco, ha giocatori che sanno coprire le fasce laterali per dare ampiezza alla manovra oltre che supporto centrale alla sua boa. Così i bavaresi attuano un palleggio di grande sostanza più che estetica: obiettivo mandare in gol tutta la squadra, comprimere l’avversario, anche con la forza, nella sua area e costringerlo allo sfinimento. Il Barcellona, tra le quattro big, è la meno organizzata tatticamente. Disponendo in attacco di tre giocatori che “fanno schema” da soli il suo gioco si affida alla fantasia dei singoli. Luis Enrique è meno pragmatico del predecessore, ma ha saputo modellare una squadra che ha cambiato diversi interpreti fondamentali. Ha saputo dare ai blaugrana un nuovo assetto. L’ex romanista ha aggiunto al tiki taka del passato maggior velocità di esecuzione, più verticalizzazioni e ricerca delle soluzioni offensive. Il Barca mantiene il dominio e la gestione della palla per dare al momento opportuno libero sfogo alla creatività in fase offensiva dei suoi fuoriclasse.

 

EUROPA LEAGUE: FIORENTINA E NAPOLI SOGNANO

Un accenno anche all’Europa League. Il calcio italiano porta due club in semifinale, a conferma della buona stagione dopo un lungo periodo di magra nelle coppe. Il Napoli se la vedrà con gli ucraini del Dnipro, vera sorpresa di questo torneo, ma non per questo squadra facile da affrontare. I campioni in carica del Siviglia per la Fiorentina: una sfida tra la più italiana delle spagnole e la più spagnola delle italiane. La squadra di Unai Emery è solida, in coppa ha vinto le ultime cinque partite su sei giocate, segnando molto in trasferta e subendo poco. Sa sfruttare il possesso palla come arma principale per fare la partita, ma sa anche aspettare gli avversari per poi colpirli con transizioni rapide e pericolosissime. Il Dnipro, invece, è squadra concreta, con pochi fronzoli e un gioco essenziale, pur non disponendo di calciatori che possono fare la differenza schiera un collettivo pericoloso per il Napoli che comunque sembra avere il compito meno gravoso.

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