BIELSA: I SEGRETI DEL MAESTRO
La prima parte dell’analisi tattica del gioco e delle idee del grande allenatore argentino.
Martedì 8 Settembre 2015 | Michele Santoni
Marcelo Bielsa è nato in Argentina quasi sessanta anni fa ed è detto il “Loco”, mai soprannome è stato tanto azzeccato per uno dei più grandi maestri del calcio di sempre. Premesso, loco (matto n.d.r.) solo per quanto riguarda l’interpretazione positiva del termine, perché riesce a rendere il suo calcio strutturato e organizzato ma allo stesso tempo geniale. D’altronde solamente un “pazzo” può guardare e analizzare 50.000 partite nella sua carriera. Solo uno come lui avrebbe potuto decidere, come ha fatto col suo Olympique Marsiglia (fino alle clamorose dimissioni dopo la prima partita di questa stagione, n.d.r.), di affrontare il fortissimo PSG in una partita, in quel momento cruciale per il campionato, coll’1-3-4-3: Ayew, Gignac, Thauvin in attacco e Payet a centrocampo, giocando uno contro uno a tutto campo. Ma qual è il Bielsa pensiero? Ho ascoltato e studiato a fondo alcuni principi base del suo calcio sui quali il tecnico argentino si è soffermato nel corso delle presentazioni al pubblico e ho provato ad analizzarne la messa in opera durante alcune partite del suo Om.
LA RICERCA DEL “PROTAGONISMO”
Bielsa spiega che una partita si può preparare in due modi, indipendentemente dall’avversario. Si può impostare speculando sugli altri o si può provare a esserne protagonisti. Non c’è una soluzione migliore dell’altra, l’importante è essere coerenti una volta scelta una delle due. Come già accennato una delle gare che ho analizzato è stata la sconfitta per 3 a 2 di inizio aprile con il Psg. Basta guardare la formazione iniziale per capire le intenzioni del tecnico argentino, se poi si osserva l’interpretazione che i giocatori hanno dato dei rispettivi ruoli balza all’occhio un Marsiglia aggressivo e propositivo. In difesa, ad esempio, il tecnico argentino si è permesso di marcare uno contro uno a tutto campo giocatori come Ibrahimovic, Cavani e Pastore e ha utilizzato le tre punte centralmente per bloccare Veratti e i due difensori centrali (foto 1). Proprio grazie a questo atteggiamento la sua squadra ha conquistato palla nella metà campo del Psg e Gignac ha segnato il gol del 2 a 1 (foto 2).
Foto 2: vediamo i giocatori dell’Om in pressione alta con gli attaccanti. Da questo recupero palla Gignac segna il 2-1.
SISTEMA DI GIOCO
Ovviamente una volta scelto di voler essere predominanti bisogna avere anche un modulo di gioco che consenta di mettere sotto pressione l’avversario. L’ideale per Bielsa è l’1-4-3-3 perché garantisce la migliore distribuzione possibile dei giocatori sul campo. Lui stesso ammette che bisogna essere sufficientemente flessibili da adottare un altro sistema, in funzione dei giocatori a disposizione e delle situazioni che si creano. Idealmente ha codificato in 28 varianti tutti i possibili moduli di gioco e ambisce a poter cambiare sistema svariate volte durante la gara. Nell’ultima stagione, ha utilizzato l’1-3-4-3. Contro il Psg dei due centrocampisti centrali uno era più difensivo, Lemina, l’altro un trequartista, Peyet. E molte volte, in fase di pressing, il suo 1-3-4-3 si è trasformato in 1-3-3-4 (Foto 3, 4 e 5).
DISLOCAZIONE DEGLI ATTACCANTI
Nelle 28 interpretazioni di modulo previste dal “Loco” c’è sempre una costante, l’attacco, opta sempre per tre giocatori i quali vanno ripartiti i maniera equilibrata nei “tre settori” in cui si divide la larghezza del campo. Nel calcio di oggi, si punta spesso a occupare maggiormente la zona offensiva centrale. Vi si collocano più elementi, con minore responsabilità difensiva, che negli spazi esterni. Inoltre sui lati è comune trovare esterni di centrocampo o fluidificanti e quasi mai delle vere e proprie ali (Foto 6 e 7).
Foto 6: Lens-Om azione del gol del 3-0, vediamo le tre punte occupare gran parte dell’ampiezza del campo e il centrocampista di sinistra pronto a mantenere l’ampiezza.
Foto 7: Om-Lorient azione del gol del temporaneo 3-3, vediamo chiaramente le tre punte dislocate su tutta l’ampiezza e l’inserimento di Peyet.