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ATALANTA TUTTA PRESSING E CORSA

Bergamaschi dinamici e ben organizzati, spente le velleità rossonere, Mihajlovic cambia anche sistema di gioco, ma non è sufficiente. Milan ancora in difficoltà in mezzo al campo.

L'articolo è realizzato in collaborazione con la piattaforma Wyscout

Il Milan non riesce ad andare oltre lo 0-0 nella sfida a San Siro contro un’Atalanta, davvero ben organizzata, che ha giocato con grande personalità. I bergamaschi, reduci dalla batosta subita a Bologna, sono riusciti a dominare il gioco per quasi tutta la durata dell’incontro, imbrigliando tatticamente la squadra di Mihajlovic. Come anticipato nell’articolo di presentazione del match nel nuovo sistema di gioco attuato dai rossoneri, l’1-4-3-3, di fronte a una squadra chiusa in difesa le sovrapposizioni sarebbero potute diventare un’arma a doppio taglio, in particolare a fronte dell’ottimo potenziale in ripartenza dell’Atalanta. Complice un atteggiamento molto propositivo dei bergamaschi, le avanzate degli esterni bassi milanisti hanno messo in luce alcune lacune nelle coperture e nelle scalate. Soprattutto nella prima parte della partita la squadra di Mihajlovic ha provato a mettere in difficoltà i nerazzurri con un pressing insistente e molto alto. Le capacità in impostazione di De Roon e Cigarini, il dinamismo di Grassi e l’imprevedibilità di Moralez e Gomez hanno però consentito agli ospiti di eludere la pressione degli esterni avversari, lanciare lungo sulle fasce e costringere Montolivo a scivolare in copertura lasciando ampi spazi al centro (foto 1, 2 e 3).

Foto 1: Antonelli va in pressione, Maxi Moralez scarica all’indietro per Toloi sul quale il terzino del Milan continua la sua manovra di disturbo.

Foto 2: il centrale brasiliano gioca subito in verticale trovando Grassi sul quale deve andare a coprire Montolivo.

Foto 3: la zona lasciata sguarnita da Montolivo non viene coperta da nessun giocatore del Milan e l’Atalanta può sfruttare quello spazio per attaccare frontalmente la difesa rossonera.

MILAN SOFFOCATO

In fase di possesso, il Milan ha faticato a trovare la giocata facile sia per la densità che l’Atalanta ha messo in campo nella zona del pallone, sia per l'imprecisione e il poco movimento senza palla dei suoi giocatori. Analizzando questi aspetti, abbiamo visto come Donnarumma sia stato quasi obbligato a giocare corto su uno dei due centrali, il più delle volte Romagnoli. Supportati da una linea di difesa molto alta, gli attaccanti atalantini hanno avuto vita facile nell’andare a pressare immediatamente il destinatario del primo appoggio, costringendolo a un retropassaggio al portiere. Una situazione di gioco evidente nell'immaginer sottostante: due giocatori del Milan si trovano all’interno di un quadrato formato da quattro avversari e sono costretti quindi a forzare il dribbling o il lancio lungo (foto 4).

Foto 4: il pressing dell’Atalanta, che chiude in un quadrato Kucka e Cerci, costringendoli alla ricerca del dribbling o al lancio lungo.

Una situazione adottata spesso dai rossoneri è stata la verticalizzazione “a memoria” di Montolivo per l’inserimento di Bacca. È successo più di una volta che, in occasione di un fallo laterale, il mediano si proponesse per ricevere il pallone e di prima intenzione lanciasse in profondità per l’attaccante colombiano (foto 5 e 6). La poca precisione degli assist e la serata no del centravanti hanno fatto sì che questa soluzione non sia quasi mai stata efficace.

Foto 5: fallo laterale battuto da De Sciglio che serve Montolivo già coordinato per la verticalizzazione sulla punta centrale.

Foto 6: il lancio del mediano del Milan è però lento e non trova Bacca, partito anch’egli troppo in ritardo per riuscire a impensierire Paletta.

MIHAJLOVIC CAMBIA MA NON BASTA

Nel secondo tempo Mihajlovic ha provato a dare più soluzioni offensive alla propria squadra inserendo Luiz Adriano e trasformando l’1-4-3-3 in un 1-4-4-2. Il brasiliano si è sistemato qualche metro dietro a Bacca, alla ricerca dei sincronismi visti nella primissima parte di stagione: il movimento incontro di Luiz Adriano e il contemporaneo attacco alla profondità del colombiano. A loro supporto sono stati insistenti i movimenti sulle fasce di Niang e Cerci che hanno provato ad allargare le maglie della difesa bergamasca senza però riuscire a scardinarla.

Scritto in collaborazione con Jacopo Gornati (New G Project). Leggi gli altri articoli di tattica

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