IL CALCIO NON È SOLO CORRUZIONE E IGNORANZA
Dall’Uisp un accorato sfogo dopo i recenti scandali che hanno investito il mondo del pallone. Ricordiamoci del calcio di base che trasmette valori, cultura ed educazione.
Venerdì 22 Maggio 2015 | Ivano Maiorella
Il grande imbroglio nel Paese della grande bellezza. Si parla di calcio e non di cinema: in Italia il calcio sociale, quello di base e amatoriale, esprime valori, principi, volontariato, educazione e cultura. Questa è la nostra grande bellezza che riesce a coinvolgere milioni di ragazzi e ragazze. Peccato che se ne parli troppo poco.
È ORA DI CAMBIARE
L’altra faccia, quella del grande imbroglio, è quella del calcio viziato, malato, violento, ignorante, sempre sotto i riflettori. La divisione è netta, la piramide s’è rotta. Per questo occorrerebbe prenderne atto e incominciare a pensare a un sistema nuovo e a meccanismi inediti.
Facciamo qualche esempio: perché il calcio femminile – e anche quello maschile - dovrebbe riconoscersi in chi parla di… “dare soldi a quattro lesbiche”?
Facciamo un altro esempio: perché i cittadini italiani, sportivi e non sportivi, dovrebbero fidarsi di vertici federali che non riescono a fare pulizia? Che farfugliano di fronte agli inquirenti e allargano le braccia di fronte alla politica. È vero, non bisogna esprimere giudizi generalizzati. Ma non si può nemmeno evitare che all’estero ridano di noi. Il governo sottoscriva l'accordo proposto dal Consiglio d'Europa agli stati europei contro il match fixing (partite truccate), per provare a coordinare strumenti di indagine e di prevenzione.
CALCIO E MAFIA
“Dirty Soccer” è l’ultimo capitolo. Sentite che cosa ha detto don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera, in un comunicato di queste ore: «Nel rapporto “Le mafie nel pallone del 2010” furono censiti circa 30 clan direttamente coinvolti o contigui nelle principali inchieste riguardanti le infiltrazioni mafiose e i casi di corruzione e riciclaggio nel mondo del pallone. Alla spartizione della torta come viene documentato nel dossier partecipa il gotha delle cosche, dai Lo Piccolo ai Casalesi, dai Mallardo ai Pelle', dai Misso ai Pesce e Santapaola che più che mai gestiscono anche il calcio scommesse, condizionano le partite, usano lo sport per cementare legami della politica, riciclano soldi, e dove spesso possedere una squadra di calcio rappresenta in tante realtà un fiore all'occhiello, una testimonianza di prestigio e soprattutto uno strumento di controllo del territorio». Non c’è altro da aggiungere. Se non che sabato 23 maggio è l’anniversario della strage di Capaci. Nell'attentato persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicilio e Antonio Montinaro. E quando scriviamo di calcio vorremmo sentirci liberi dalle mafie. Che significano violenza, corruzione, criminalità. Ma anche ignoranza.
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