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LE ATTIVITÀ RITMICHE CON PALLA - B3

Il giocatore impara a relazionarsi sul campo con i suoi compagni di squadra, entra in gioco anche la tattica collettiva.

Dopo avere acquisito come gestire la palla, i gesti tecnici e i principi di tattica individuale, il giocatore deve anche saper relazionarsi in campo con i suoi compagni di squadra. Entra in campo la tattica collettiva. A questo scopo cominciamo col codificarne i 10 principi fondamentali (vedi tabella sottostante). Obiettivo specifico della attività B3 è l'apprendimento e il consolidamento di tali principi, ottenuto tramite la loro ripetizione. Il Metodo Castello prevede uno spazio di lavoro costruito per dare estremo ritmo alle esercitazioni e quindi offre le massime possibilità di ripetizione del gesto. Il video in apertura mostra una progressione (ossia una serie di proposte diverse tra loro correlate al fine di raggiungere un obiettivo, sia esso tecnico, tattico o motorio) che sfocia in una attività B3 sui principi dello scaglionamento, della mobilità e dell'ampiezza.

 

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LAVORATE IN PROGRESSIONE

Si parte da un'attività A (coordinativo motoria), in cui i giocatori devono muoversi in ampiezza mantenendo tra loro una distanza adeguata fra i riferimenti 1, 2, e 3 (foto 1). Successivamente si compie lo stesso movimento ma trasmettendo la palla con le mani (foto 2). La spiegazione che viene data ai giocatori è volutamente semplice. “Il giocatore X riceve palla quando è nel punto 3, il giocatore Y la riceve quando è nel punto 1". Questo permette all'allenatore di valutare le scelte dei giocatori e stimare quanto è stato appreso dall'esercizio precedente.

Foto 1 Attività A, mi sposto in relazione al movimento del mio compagno.

Foto 2 Si noti, nel video, come già solo l'introduzione della palla faccia compiere al giocatore X un errore sull'orientamento, cosa che prima non accadeva. Questo è dovuto al fatto che la sua attenzione è rivolta anche alla ricezione e non solo allo spostamento.

Si passa poi alla gestione del pallone con i piedi (foto 3). Qui si lavora anche sulla comunicazione, l'esercizio non è più diretto dall'allenatore, ma da un giocatore che guida pronunciando le parole chiave “gioco” e “rientra” (foto 4). Cambiare il punto di vista, sia del mister che degli atleti, è fondamentale in ogni sessione d'allenamento, perché permette di cogliere aspetti nuovi, di sperimentare, di essere stimolati dal punto di vista percettivo. L'esercizio è svolto contemporaneamente anche da un secondo gruppo di giocatori sul lato opposto del campo.

Foto 3 Si noti come il giocatore X si muova verso il punto 3 con testa e busto rivolti verso chi trasmette palla, orientamento corretto.

Foto 4 Il giocatore che guida l'esercizio (Z), deve essere in grado di riconoscere il tempo in cui pronunciare le parole chiave “gioco” e “rientra”.

DATE TEMPO AI RAGAZZI

Una volta consolidati e acquisiti i passaggi precedenti, si può provare a unire il lavoro dei due diversi gruppi: viene inserito un giocatore chiave, di raccordo fra la parte destra e quella sinistra, il vertice. Si posiziona sotto la linea della palla e serve ad aiutare i compagni quando non è possibile guadagnare campo in profondità facendola girare da una parte all’altra del campo.

Sottolineiamo che le immagini utilizzate per il video sono tratte da una giornata dimostrativa. Questo comporta la compressione, in un tempo molto breve, di tante attività e tanti concetti, Ciò ha messo in qualche caso in difficoltà i ragazzi. Il tempo realmente necessario affinché la progressione sia correttamente capita e assimilata è ovviamente lungo e varia in relazione all’età, alle capacità e al vissuto calcistico dei giocatori.     

Segnalo, inoltre, che la progressione proposta ha carattere prevalentemente deduttivo, quindi ha una maggiore componente analitica. È possibile raggiungere obiettivi legati alla tattica collettiva anche attraverso B3 più induttive, in un regime situazionale più vicino al gioco vero.

 

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