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CALCIO: I BREVILINEI TECNICI E AGILI

Se valutate un attaccante o un difensore non è detto che la mancanza di statura sia necessariamente un limite. Scopriamo l'oro che c'è nei “piccoletti”.

Nell'ultimo decennio gli studi soprattutto di carattere tattico dei tecnici dell'era moderna hanno modificato il modo di insegnare e osservare il calcio. Più volte abbiamo evidenziato in questo blog come e quanto la maggior parte dei ruoli hanno subito forti trasformazioni o comunque ai calciatori viene chiesto di interpretarli in maniera più completa e complessa rispetto al passato.

 

NON HAI IL FISICO? ALLORA TI SCARTO

Per poter accedere al calcio dei massimi livelli l'area di valutazione fisica è diventata determinante se non prioritaria, l'ho sottolineato più volte pur ribadendo che senza qualità tecniche e mentali ai massimi livelli non ci si arriva. È fuor di dubbio che molti scout che operano nei settori giovanili tendono a “scartare” calciatori che non sono in possesso di particolare struttura fisica, soprattutto se l'osservato è un difensore centrale o una prima punta (leggi il post dedicato). In queste poche righe allora mi vorrei soffermare sui giocatori offensivi che non sono il classico centravanti d'area a cui siamo abituati a pensare. Spesso lo riteniamo indispensabile, ma non è sempre così.

 

GIOCHIAMO SENZA PUNTA “DI PESO”

Prendiamo ad esempio un caso lampante, chiaro agli occhi di tutti. Questa stagione in serie A Maurizio Sarri a Napoli, pur se "portato" dall'infortunio della prima punta Milik, ha scelto di giocare con quello che noi italiani chiamiamo il falso nove, mettendo in evidenza dal punto di vista tattico che i risultati e i gol arrivano anche e non solo disponendo di finalizzatori d'area. I partenopei ci sono riusciti tramite la qualità del gioco collettivo e il continuo movimento di tutti i componenti del reparto offensivo. Questi negli ultimi trenta metri non forniscono mai riferimenti statici alle retroguardie avversarie (nella foto di copertina Dries Mertens).

 

LA SCUOLA SPAGNOLA

Il cosiddetto “tiki taka” di Guardiola aveva ridato importanza alla tecnica e meno alla fisicità. Nel suo caso anche in fase difensiva nella quale il possesso palla aveva grande rilevanza. Il difensore, oltre a saper marcare, doveva disporre di qualità tecniche e buona visione di gioco. Anche il tecnico catalano quando era in blaugrana ha rinunciato alla prima punta lasciando lo spazio a calciatori che principalmente possedessero doti come l'agilità e la rapidità, unite a tecnica sopraffina. Si parla di calciatori capaci di inserimenti da dietro, bravi a fornire assist e non solo a finalizzare. La definizione più azzeccata per loro è stata quella fornita dai media spagnoli: “los bajitos” (i bassi, piccoletti), Xavi, Messi, Iniesta, Daniel Alves, Pedro per citare i più famosi.

 

TROVATE L'ORO CHE C'È NEI “PICCOLETTI”

Il fatto che un italiano abbia percorso questa strada fa nascere una riflessione che mi auguro i nostri settori giovanili facciano loro. Spero che gli allenatori e chi fa l'osservatore alla ricerca di futuri talenti non affrettino le proprie valutazioni nei riguardi di tanti bravi giovani calciatori penalizzati troppo in fretta per la loro poca fisicità. Ai miei colleghi dico: quando vi trovate di fronte a un'attaccante bravo ma piccolo di statura, ricordate queste poche righe. Se in un giocatore poco alto riscontrate agilità, creatività, talento. Se ha pazienza, ovverossia non affretta la giocata liberandosi della palla quando è poco utile alla squadra ma sa gestire i tempi di gioco, segnatelo per bene sul vostro taccuino perche è molto facile che possa diventare un'ottimo calciatore.

 

Leggi gli altri post con i consigli di Riccardo Guffanti

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