I RIFERIMENTI NEL CALCIO: LA SUPERFICIE
Con punto e linea la superficie rappresenta il terzo punto di riferimento spaziale del gioco del calcio. Vediamo come può essere utilizzata e a che scopo.
Lunedì 14 Novembre 2016 | Roberto Valmori
Per utilizzare lo spazio correlandolo a lavori analitici e di tecnica individuale, come anticipato nel precedente post, nel calcio i riferimenti principali sono il punto, la linea e la superficie. Gli obiettivi e le finalità del lavoro sul campo sono volte a: da un lato far apprendere e affinare il gesto tecnico, dall’altro insegnare ai ragazzi fin da subito a collegarlo alla didattica percettiva e spazio-temporale. Dopo avere parlato di punto e di linea (vedi post precedente) ci soffermiamo, in questo, sulla superficie.
LA SUPERFICIE
È rappresentata da un quadrato, un rettangolo, un triangolo o qualsiasi altra forma che non presenta nessuna apertura verso l’esterno ed entro cui possono muoversi uno o più giocatori. Riconoscere la superficie è strettamente correlato al saper leggere i vuoti il che è prerequisito indispensabile per adottare consapevolmente le strategie di costruzione della manovra:
- aggirare;
- attraversare;
- scavalcare.
Quindi il giocatore deve imparare innanzitutto a riconoscere uno spazio poi a relazionarsi ad esso (sapendo che, strategicamente, può attraversarlo, aggirarlo o scavalcarlo). Ma come è possibile utilizzare la superficie nelle esercitazioni?
- Usando il perimetro come percorso.
- Considerare solo i vertici e impostare attività prendendoli come punti di riferimento.
- Considerare lo spazio interno.
IL PERIMETRO DELLA SUPERFICIE
Il perimetro può essere inteso come un percorso da eseguire:
- senza palla, volto ad allenare gli schemi posturali, gli schemi motori di base o le capacità coordinative. Ci possono essere uno o più tragitti, inoltre ogni percorso può essere arricchito da aperture o porte da abbinare a determinati comportamenti motori che i giocatori devono compiere in prossimità delle stesse;
- con la palla, allenando un determinato gesto tecnico. L’esempio più classico riguarda la conduzione, ma ciò non toglie che i giocatori possono essere impegnati anche nelle altre gestualità. Oppure può essere legato al lavoro su un principio di tattica individuale o collettiva. Per abituare i giocatori a formare una linea, si possono far traslare gruppi di tre o quattro in spazi differenti, in cui essi devono però mantenere l’allineamento e la distanza iniziali tra l’uno e l’altro.
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