SCINTILLIO JUVE A DORTMUND
Cinica e di colpo matura, la Juventus incanala subito la gara con Tevez, gestisce senza soffrire infine dilaga nella ripresa. Bianconeri in splendore europeo come non si ricordava ormai da anni
Giovedì 19 Marzo 2015 | Angelo Pereni
Doppio Tevez più Morata, tre sussulti e la Juve stravince e domina una partita che nelle previsioni sembrava molto difficile. Non tanto per la forza della squadra avversaria quanto per il clima che s’era creato attorno al match. La notte giusta, quando la realtà supera ogni fervida immaginazione più che per il risultato per quanto espresso in tutto l'arco della partita. La Juventus ha mostrato il cipiglio delle grandi, la consapevolezza di poter giocare alla pari con tutte senza più zavorre mentali, senza più quel senso di subalternità che la attanagliava ogni volta che varcava i confini. È questa maturazione che ha colpito, al di là del risultato; fine ai tentennamenti del recente passato, una "vecchia signora" matura, spietata e spettacolare.
La gara ha sancito che in realtà, alla fine, in campo vanno solo i giocatori e le loro qualità. La Juve trasforma i desideri in realtà e scrive una nuova pagina della sua storia. Sono bastati momenti di grande qualità, intensità, determinazione e coraggio. Alcune partite vengono decise dagli episodi, soprattutto a grandi livelli, quella di ieri sera è stata invece una dimostrazione di superiorità schiacciante. Iniziata negli spogliatoi e portata poi in campo sotto tutti i punti di vista fisico, tecnico tattico e mentale. In Champions le grandi squadre sentono l’odore della paura della preda, come fanno i leoni, e quando la inquadrano, l’attaccano e l’azzannano. Questa è stata la Juve ieri sera, inizialmente schierata con un 1-4-3-1-2 pronta a fare la partita sin da subito con personalità e coraggio. Sin dal calcio d'inizio un atteggiamento aggressivo, spavaldo (foto1) a voler mostrare che bisogna colpire gli avversari nei punti deboli e infatti la difesa del Borussia s'è dimostrata, ancora una volta, molto fragile (foto 2).
È stata la dimostrazione di una squadra che sa quello che vuole a tutti i costi, arrivare in alto. E se dalle urne uscirà una pallina più fortunata di altre, nessun traguardo le può essere precluso. Torna in alto la considerazione e la fiducia per le italiane in coppa dei campioni. La Juventus, del resto, ha tanti anni di storia alle spalle, alla lunga riemerge il blasone e l’esperienza e questo, in campo internazionale, premia. Focalizziamo alcuni aspetti del match.
Palle inattive: Entrambe le squadre avevano a disposizione una batteria di ottimi saltatori, l'organizzazione e la concentrazione di ambedue in fase difensiva ha disinnescato quest’arma che, a volte, decide da sola un match (Foto 3 e Foto 4).
Pressione e pressing: Il Dortmund non è stato a guardare, ha cercato di ribaltare una situazione che con l'andare del tempo gli stava sfuggendo di mano, ma il possesso palla, il giro palla, l'aggressività sul portatore e gli inserimenti non hanno sortito esito perché la squadra bianconera, pur abbassandosi, ha controbattuto colpo su colpo con una determinazione e un coraggio che mai recentemente aveva mostrato. (foto 5)
Si cambia modulo: Dal 4-3-1-2 al 3-5-2. Con l'infortunio di Pogba e il ritorno di Barzagli i bianconeri hanno cambiato faccia. Più arretrati, hanno concesso più campo soprattutto agli esterni bassi avversari e sono diventati meno aggressivi in zona offensiva. Di converso è aumentato il campo da percorrere sulle ripartenze e sono sembrate migliorare fiducia e capacità di gestire i ritmi della partita. Buffon è rimasto inoperoso (foto 6 e foto 7)
I gialloneri le hanno provate tutte. Anche mosse della disperazione e dell'impotenza certificate dal cambiamento di modulo, addirittura un un 1-4-2-4 per cercare la rimonta (foto 8). Ma si sono aperte grandi praterie e la cinica e micidiale Juventus non s’è accontentata, ha affondato ancora due volte, per meritarsi ancor più degnamente la qualificazione (foto 9)
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