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EMPOLI, LEZIONE DI SMARCAMENTO

Giampaolo sbanca Bologna col suo gioco fatto di movimenti senza palla e aggressività negli spazi. Toscani esempio da manuale di come ci si smarca collettivamente.

L'articolo è stato realizzato con la collaborazione della piattaforma wyscout

L’Empoli espugna il Dall’Ara e si proietta in una zona della classifica impensabile all’inizio della stagione. La squadra di Giampaolo ha messo in mostra un gioco divertente, armonico e preparato in ogni minimo dettaglio anche se difensivamente ha concesso qualcosa all’avversario. Per la nostra analisi, partiamo dai padroni di casa. Il Bologna si è presentato in campo con un 1-4-3-3 che in fase di non possesso ha previsto l’abbassamento dei due esterni d’attacco a formare una linea di centrocampo a cinque. La volontà di Donadoni di non fare una partita prettamente attendista s’è manifestata nella scelta di posizionare Crisetig alto sul mediano avversario, ossia Paredes (foto 1).

Foto 1: la marcatura di Crisetig su Paredes sull’inizio della manovra dell’Empoli.

Un atteggiamento coraggioso, quello dei rossoblù, votato a soffocare il gioco dei toscani sin dall’avvio della manovra, un proposito che però si è scontrato con la qualità e lo stato di forma dei giocatori di Giampaolo. Il pressing portato dai centrocampisti inoltre non è stato adeguatamente accompagnato dai difensori. Questo ha creato una frattura tra le linee, zona nella quale i toscani (soprattutto Saponara) si sono inseriti con efficacia (foto 2 e 3).

Foto 2: il centrocampo del Bologna molto alto nel tentativo di non permettere all’Empoli la circolazione del pallone e provare a recuperare il pallone in posizione avanzata.

Foto 3: la difesa rossoblù, però, non ha accompagnato i colleghi della mediana. S’è così creato dello spazio nel quale, grazie alle ottime doti di palleggio, L’Empoli è riuscito sempre a infilarsi

TOSCANI SEMPRE IN ZONA LUCE

La partita dell’Empoli la si può considerare una lezione sullo smarcamento e ricerca dello spazio libero. Tutti e tre i gol siglati dai toscani sono venuti a seguito di azioni eseguite in grande sincronia nei movimenti e grazie a sopraffina tecnica individuale. L’Empoli ha mostrato condizione atletica e psicologica invidiabile ma anche molto coraggio nelle scelte di passaggio. Vero è che ogniqualvolta un azzurro è entrato in possesso di palla ha avuto sempre tre o più opzioni di passaggio, di cui almeno una in verticale o in diagonale (foto 4 e 5).

Foto 4: uno degli esempi della ricerca dello spazio libero che viene fatta in attacco dai giocatori dell’Empoli. Qui Buchel si inserisce tra le linee dettando il passaggio in diagonale a Paredes che, con grande tempismo e qualità, lo serve.

Foto 5: entrato in possesso di palla il centrocampista dei toscani vede il movimento, molto simile a quello da lui effettuato poco prima, di Saponara, che trova lo spazio alle spalle dei due difensori centrali.

BUONE LE ROTAZIONI DEL BOLOGNA

In fase difensiva però l’Empoli ha concesso qualcosa. Soprattutto quando Brienza ha accentrato la sua posizione, allargando quella di Donsah, per il Bologna si è creato spazio centralmente per la verticalizzazione palla a terra (foto 6 e 7).

Foto 6: una delle poche volte in cui il Bologna non è dovuto ricorrere al lancio lungo. Brienza si accentra mentre Donsah si allarga. Crisetig è bravo a verticalizzare subito per il primo dei due.

Foto 7: Brienza entra in possesso di palla, ha spazio per girarsi e tentare una seconda verticalizzazione a premiare l’attacco della profondità di Destro.

Questo perché la squadra di Giampaolo, come fa ormai dall’inizio della stagione, cerca sempre di pressare molto alto l’avversario, tenendo la linea difensiva vicina ai centrocampisti e la squadra corta (foto 8). 

Foto 8: il pressing ultra offensivo dell’Empoli.

Le rotazioni dei rossoblù, insomma, hanno messo a nudo un difetto della macchina di Giampaolo e della sua fase di non possesso. I difensori hanno faticato a leggere con attenzione i movimenti avversari e hanno messo a rischio un risultato che, per quanto si è visto, ai toscani sta persino stretto.

Scritto in collaborazione con Jacopo Gornati (New G Project). 

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