ROMA: DZEKO E ALI CHE RIPEGANO PER SOGNARE
Compattezza in non possesso e le due fasi di transizione lette ed eseguite perfettamente da Salah e Gervinho, così i giallorossi studiano da grande squadra.
Martedì 27 Ottobre 2015 | Angelo Pereni
Grande entusisasmo nella Roma dopo avere vinto il confronto con la Fiorentina dando un segnale che tutto le è possibile se riesce a gestire bene possesso e transizioni. Le qualità individuali abbinate all’organizzazione tattica, questo le ha permesso di far sua una gara così delicata. Garcia ha schierato un 1-4-3-3 molto elastico che gli ha permesso di coprire tutto il campo sia in ampiezza che in profondità in fase offensiva e difensiva. Fondamentale il lavoro, in tal senso, degli esterni alti impegnati in un doppio sacrificio di transizione positiva ma anche in ripiegamento in aiuto ai compagni (foto 1).
Foto 1: palla sull'esterno della difesa romanista, i due difensori in posizione centrale marcano a vista i rispettivi avversari, sull'esterno e addosso a chi riceve il pallone c'è il pressing degli uomini in catena.
Decisivo Dzeko che, oltre a saper difendere palla e far salire la squadra si è proposto come primo baluardo contro la manovra di impostazione della squadra viola impegnando da solo ben tre difensori (foto 2).
Ne è scaturita una squadra molto corta, compatta con la linea difensiva alta e coraggiosa, anche se ha concesso qualche incursione pericolosa. Diversamente che nel recente passato, quando costretta, la Roma ha saputo difendersi con tutti gli uomini dietro la linea della palla (foto 3), per contrastare il possesso avversario rendendolo sterile e schermando possibili verticalizzazioni.
VIOLA VOLITIVI MA INGENUI
Il vantaggio iniziale ha sicuramente permesso ai giallorossi di accentuare questo atteggiamento togliendo profondità ai viola e costringendoli ad un giro palla molto orizzontale e poco incisivo. La Fiorentina, oltre il settanta per cento di possesso palla, ha cercato e fatto la partita ma mai con concretezza mettendo in mostra un gioco improduttivo e privo di sbocchi. Sousa ha predisposto un 1-3-4-2-1 (foto 4) molto elastico e spregiudicato, con Bernardeschi che ha dovuto coprire tutta la fascia, ma vanificato da errori individuali determinanti come in occasione dei due gol.
Poi, una volta in svantaggio, ha cercato di rimediare passando all’1-4-3-2-1 un modulo sicuramente più funzionale rispetto alla disposizione degli avversari, ma l’inserimento delle punte ha intasato ancora di più i corridoi per le verticalizzazioni già chiuse dagli ottimi movimenti collettivi difensivi giallorossi.