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PRESSING E PALLEGGIO, LE ARMI DEI VIOLA

L’aggressività organizzata della Fiorentina ha travolto un Inter in campo con l’insolita difesa a tre, ecco come Paulo Sousa ha dominato a San Siro.

L'articolo è realizzato con la collaborazione della piattaforma Wyscout

A Milano raramente capita di vedere una squadra (ospite) dominare per 90’ come ha fatto la Fiorentina contro l’Inter, sopra di tre gol dopo mezz’ora e con un uomo in più. È, probabilmente, il segnale che gli equilibri in campionato si stanno ancora assestando e che dal punto di vista atletico e tattico molte formazioni, comprese le big, stanno ancora cercando una loro condizione e identità. L’Inter esce malconcia dal match e quindi andiamo  a vedere cosa non ha funzionato nei meccanismi nerazzurri. Mancini ha provato a rivoluzionare la squadra, mandandola in campo coll’1-3-5-2 e un’inedita difesa a tre con Perisic e Telles sugli esterni (foto 1).

Foto 1: schieramento dell’Inter che in fase di non possesso ha difeso a cinque, con Perisic e Telles sugli esterni ad affiancare Medel, Miranda e Santon.

In sede di presentazione della partita avevamo scritto che la Fiorentina preferisce tenere sempre la difesa molto alta e accompagnare il pressing offensivo e così è stato. Su sponda milanese nelle intenzioni di Mancini c’era quella di sorprendere la linea difensiva viola con repentine verticalizzazioni e attacchi alla profondità portati da Icardi e Palacio (foto 2).

Foto 2: Palacio viene fermato dall’arbitro per una presunta posizione di fuorigioco. L’attacco della profondità dell’argentino servito con i tempi giusti dai centrocampisti (in questo caso Kondogbia) era una delle soluzioni che Mancini aveva studiato per mettere in difficoltà la retroguardia viola.

Il tecnico nerazzurro ha chiesto alla squadra di tenere il baricentro molto alto per andare a pressare gli avversari sin dalla fase di impostazione (foto 3). L’idea era quella di cercare l’uno contro uno alto sugli esterni e non costringere i propri, soprattutto Perisic, a continui ripiegamenti difensivi.

Foto 3: l’Inter anche quando si è ritrovata in dieci, ha provato a pressare alta la Fiorentina cercando di mettere in difficoltà soprattutto i tre difensori, che sono però riusciti quasi sempre a trovare una comoda soluzione sul breve.

VIOLA ALTI ED EFFICACI

L’iniziativa è riuscita a metà perché, nonostante l'aggressivo atteggiamento iniziale ben riuscito, i palleggiatori viola sono quasi sempre riusciti a trovare soluzioni per non andare in affanno. Paulo Sousa si è affidato sostanzialmente allo stesso sistema di gioco, l’1-3-4-2-1, e la sua squadra ha messo in mostra un efficace pressing ultraoffensivo. Un capolavoro la scelta di preferire Kalinic (in gol nella foto di copertina) a Babacar, perché l’attaccante croato, oltre a segnare, è stato il primo a compiere un lavoro sfiancante sui tre difensori dell’Inter, andando a disturbare chiunque portasse palla e chiudendo le linee di passaggio più elementari. La Fiorentina ha obbligato l’Inter a un ritmo di palleggio sul basso non sostenibile dalle caratteristiche tecniche dei suoi interpreti. Non è un caso che i tre difensori e Felipe Melo, per superare il pressing avversario, siano stati costretti più volte a imprecisi lanci lunghi. Abbiamo quindi provato a riassumere una delle chiavi del match in quattro immagini (foto 4, 5, 6 e 7).

Foto 4, 5 e 6: Medel riceve il pallone dal portiere e scarica su Felipe Melo. Sul brasiliano accorcia subito Borja Valero, costringendolo a ritornare palla al difensore cileno. Borja Valero continua quindi la sua corsa e va a disturbare anche Medel. Oltre allo spagnolo, alzano il proprio baricentro anche Ilicic e Kalinic.

Foto 7: Medel non ha altra scelta che giocare su Kondogbia, su cui esce velocissimo Blaszczykowski. Il francese è costretto ad appoggiare nuovamente su Medel che a quel punto lancia lungo trovando Palacio in fuorigioco.

Handanovic ha fatto partire l’azione servendo Medel che ha appoggiato a Felipe Melo. Sul brasiliano è arrivato in pressione Borja Valero aiutato da Ilicic e Kalinic. Il mediano dell’Inter è costretto a rigiocare il pallone su Medel che ha calciato lungo per cercare la punta e uscire dal pressing, ma la linea difensiva altissima della Fiorentina ha letto perfettamente la situazione, ha guadagnato un fuorigioco ed è ripartita.

 

FIORENTINA ECCELLENTE NEL PALLEGGIO

Un’altra arma della squadra di Sousa che ha funzionato a meraviglia è stato il possesso palla. L’azione che ha generato il terzo gol è nata da una fitta rete di passaggi, precisamente undici, con sfogo finale sull’esterno dove Alonso ha stravinto il duello con Perisic. Pochi minuti prima un’azione simile era stata costruita con ben quindici appoggi che hanno coinvolto tutta la squadra e portato all’imbucata finale per l’inserimento di Marcos Alonso su cui Perisic ha dovuto concedere il calcio d’angolo (foto 8).

Foto 8: più di una volta il possesso palla della Fiorentina ha avuto come sfogo finale la ricerca dell’esterno. Come in occasione del secondo gol di Kalinic, Alonso vince il duello sulla corsa con Perisic che si fa sorprendere dall’inserimento alle sue spalle dello spagnolo.

UNO SCHEMA SALVA L’ONORE INTERISTA

L’Inter ha segnato il secondo gol consecutivo, dopo quello di Felipe Melo contro il Verona, su palla inattiva più precisamente su un calcio di punizione battuto dai trenta metri da Telles. I neroazzurri in questi casi posizionano due giocatori a formare una seconda barriera per disturbare la visuale a difensori e portiere. Possibile che questo abbia causato problemi a Tatarusanu che è uscito in ritardo sul lob di Telles e ha facilitato l’intervento vincente di Icardi. Da notare che la linea difensiva viola non è salita tempestivamente e ha lasciato in gioco il centravanti argentino (foto 9).

Scritto in collaborazione con Jacopo Gornati (New G Project). Clicca qui per leggere gli altri articoli di tattica

Foto 9: il gol dell’Inter su palla inattiva. Due giocatori nerazzurri formano una seconda barriera che ostacola la vista del pallone a Tatarusanu. Icardi tagla dietro di loro e impatta il pallone di testa colpendo il palo e poi ribadisce in rete.

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