CORSA E TECNICA, NAPOLI CHE CALCIO!
Anche il Torino, ottimamente disposto in campo, cede al San Paolo di fronte a Sarri e al suo sistema di gioco fatto di rotazioni, movimento senza palla e tecnica in velocità
Giovedì 7 Gennaio 2016 | Paolo Tramezzani

Il Napoli batte anche il Torino e fornisce una nuova prova di forza, anche e soprattutto sul piano del gioco. I granata, dal canto loro escono sconfitti senza sfigurare. 1-4-3-3 come ampiamente prevedibile per Sarri con, a sorpresa, l’inserimento di David Lopez al posto di Allan per dare maggiore copertura a Valdifiori che sostituiva lo squalificato Jorginho. Gran bel calcio quello giocato dai partenopei, soprattutto nel primo tempo. Rispetto alle gare precedenti il tecnico toscano ha optato per stringere gli esterni alti Insigne e Callejon a “invitare” la spinta sulle fasce dei terzini. L’obiettivo era anche quello di costringere Bruno Peres e Molinaro a rimanere più bassi rispetto al loro solito.
TRIDENTE PARTENOPEO IMMARCABILE
Il dinamismo dei tre attaccanti partenopei, come capita spesso, è risultato essere una delle chiavi della partita. Attivissimo soprattutto Callejon che ha svariato su tutto il fronte d’attacco senza limitarsi alla fascia di competenza ma andando spesso a chiudere l’azione a sinistra. In questo modo le marcature dei granata sono spesso saltate e si sono aperti spazi che di solito Ventura, con le sue squadre, non concede. Emblematico il gol che ha sbloccato la gara: Callejon s’è mosso incontro in appoggio alla circolazione di palla e poi ha attaccato la sinistra del campo lasciata libera dal taglio centrale vincente di Insigne. Questi, a sua volta, s’è inserito nello spazio lasciatogli libero da Higuain che s’è abbassato con perfetto tempismo (foto 1 e 2).
Foto 2: scaricata palla, l’argentino sfrutta lo spazio a sinistra lasciato dal taglio centrale di Insigne. Il Torino ha un’incertezza su chi far uscire in marcatura e il Napoli costruisce l’azione del gol del vantaggio.
TORINO ACCORTO E PRUDENTE
Ventura ha preparato la fase difensiva studiandola nei minimi particolari, scegliendo di adottare marcature quasi più a uomo che a zona. Nell’1-3-5-2 granata, uno dei due attaccanti si è preoccupato di schermare le traiettorie di passaggio per Valdifiori (foto 3), i due esterni hanno avuto il compito di controllare le avanzate dei terzini mentre le due mezz’ali si sono fronteggiate con Hamsik e Lopez.
Foto 3: soprattutto Belotti, tra i due attaccanti del Toro, aveva il compito di non far arrivare palloni “puliti” al regista avversario, Valdifiori.
Fra Acquah e Benassi (dubbio della vigilia come previsto nel post di presentazione del match) Ventura ha optato per il ghanese, un chiaro segnale di volere copertura sulle incursioni di Hamsik. Rotazioni, movimenti negli spazi e circolazione di palla precisa e veloce messe in mostra dagli azzurri hanno però mandato in crisi la compatta e razionale disposizione in fase di non possesso degli ospiti. Valdifiori è stato servito spesso indisturbato dando immediatamente verticalità alla manovra (foto 4) e nell’occasione del gol vittoria Acquah ha perso di vista Hamsik nel suo inserimento vincente in area di rigore (foto 5).
Foto 4: il movimento dei compagni consente a Valdifiori di trovare spazio, in questo caso Belotti non può seguirlo per non far abbassare troppo la propria squadra.
UNICO NEO NAPOLETANO
Per il Napoli non è però tutto rose e fiori. Uno dei motivi per cui il Torino è riuscito a mantenersi sempre in partita è stato che gli azzurri non ha pressato con sufficiente efficacia. Troppe volte i granata sono riusciti a superare indenni la prima linea di pressione aprendosi spazi enormi e allargare poi il gioco sugli esterni come Ventura predilige fare (foto 6 e 7).
Foto 6 e 7: Due esempi dello spazio concesso dal Napoli una volta superata la sua prima linea di pressing. Il Torino in questo modo ha costruito azioni pericolose sfruttando gli esterni.
Il merito va anche all’efficace giro palla dietro giocato dai tre difensori e il regista Vives, circolazione del pallone che ha fatto salire e scoprire gli avversari. È un aspetto sul quale Sarri dovrà lavorare: l’unica volta che la squadra partenopea è sembrata davvero andare in difficoltà quest’anno è stata contro la Fiorentina. Infatti i viola possono partire dal basso similmente e con la qualità mostrata dal Torino ma se guadagnano spazi da attaccare sanno sfruttarli con maggiore efficacia grazie alle specifiche qualità e attitudini degli interpreti che hanno a disposizione in attacco.
Scritto in collaborazione con Jacopo Gornati (New G Project).