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L’atomo della tattica

L’1 contro 1. I consigli e le correzioni di Maurizio Ganz e Paolo Tramezzani in una serie di video che non riuscirete a smettere di guardare.

A chi di voi, guardando una partita di serie A, non è capitato di vedere un errore inspiegabile di un difensore o un attaccante che sbaglia l’impossibile. Le basi della tattica, da quella individuale a quella di reparto, non possono essere trascurate nel percorso di crescita di un giovane. Altrimenti, l’esuberanza giovanile lo potrà sorreggere, ma al primo calo subirà l’avversario o perderà lucidità, mentre la conoscenza dei fondamentali ha permesso a giocatori come Paolo Maldini o Ryan Giggs di essere efficaci anche quando il fisico non era più quello dei vent’anni.

A scuola con, si propone l’obiettivo di aiutare il calciatore e chi lo allena nell’apprendimento e nella correzione degli errori, grazie all’aiuto di Maurizio Ganz e Paolo Tramezzani e al laboratorio mobile di ripresa di Zenit Ingegneria, uno spin off dell’Università di Ferrara che ci aiuterà a spiegare le basi della tattica e a farvele vedere, puntata dopo puntata, in modo rivoluzionario. 

Maurizio Ganz (Italyphotopress©)

I suggerimenti di Maurizio

  • Per un attaccante è fondamentale far indietreggiare velocemente il difensore verso la porta. Il nostro primo obiettivo consiste nel portarlo dentro l’area di rigore col pallone sempre in movimento. Quando il pallone non scorre è un’azione persa, palla ferma = azione finita.
  • Tra i piedi dell’attaccante, ugualmente, il pallone non deve mai essere fermo, altrimenti diventa leggibile, prevedibile… e fate il gioco del difensore.
  • Visto che il difensore aspetta l’attaccante, a sua volta questi deve cercare di trovare il punto debole del difensore, capire qual è il piede forte dell’avversario e puntare quello debole sfruttando i propri punti di forza.
  • È importante che nel momento in cui si fa una scelta si vada fino in fondo senza esitazione. Il difensore ha il compito di portare via la palla e coprire la porta, l’attaccante quello di smarcarsi e poi concludere in porta.
  • Non è detto che l’attaccante debba per forza tirare, la seconda scelta potrebbe essere un appoggio al compagno che s’inserisce.
  • Il primo obiettivo, chiaramente, è quello di aprirsi un varco sul lato che permette di attaccare la porzione di porta più ampia, mentre il difensore cercherà di portarci sull’esterno.
  • Non anticipare mai il dribbling a meno che non si sia nettamente più veloci. Aspettare il momento opportuno, sfruttando possibilmente l’errore di posizione del difensore per esempio quando c’è un’esitazione nel movimento anteroposteriore e/o nella corsa. In teoria, la giusta distanza per sferrare l’attacco e circa di un metro e mezzo.
  • L’attaccante deve indurre il difensore a commettere un errore di posizione, per poi eseguire un dribbling vincente. Come? Durante la partita studiate l’avversario, per valutare quale piede utilizza con più efficacia. Poi fintate di attaccarlo sul lato debole per cambiare repentinamente direzione.
  • Anche l’attaccante sarà in posizione anteroposteriore, corpo piegato leggermente, gambe piegate a sufficienza per avere la spinta necessaria nel momento in cui decidete di eseguire il dribbling. Il pallone sempre sulla gamba avanzata, per poi spostarlo su quella arretrata nel caso in cui dribblando si sia ottenuto un vantaggio e si debba proteggerlo.
  • L’attaccante non può permettersi di fare un movimento fine a se stesso, deve cogliere il momento di difficoltà dell’avversario pertanto, a sua volta, aspetta la prima mossa del difensore. E se ha pazienza, rapidità e abilità tecnica…

Gianni de Biasi e Paolo Tramezzani (Italyphotopress©)

I consigli di Paolo

In questo primo post analizziamo la fase difensiva del giocatore impiegato nell’1 contro 1 che possiamo considerare l’atomo della tattica. Tutto ciò che avviene durante una partita di calcio nasce dall’1 contro 1, sia in fase difensiva sia in quella offensiva. Le situazioni di 1 contro 1 sono fondamentali per imparare a marcare e quindi propedeutiche al ruolo del difensore e della sua conseguente specializzazione.

  • Per prima cosa si deve valutare la presa di posizione che il difensore deve assumere: in funzione dell’avversario, della porta e della palla, seguendo il principio di difesa della porta; vedendo l'avversario e la palla, seguendo il principio di non farsi saltare.
  • Nella didattica individuale dell’apprendimento del ruolo il difensore deve stare attento alla frenata perché è il momento più pericoloso, poiché c’è un istante in cui, se l’attaccante sposta la palla, ti prende in controtempo. Ecco perché è determinante accorciare lo spazio, ma senza esagerare perché nel momento in cui si è troppo vicini, se saltati, non si riesce più a recuperare.
  • Si devono poi utilizzare sia gli arti inferiori sia quelli superiori: i primi soprattutto in frenata, dove è indispensabile curare gli appoggi, piegando le ginocchia e abbassando il baricentro; i secondi, invece, sono importanti perché aiutano a trovare il giusto equilibrio, ma anche a mantenere la giusta distanza dall’attaccante e a disturbarlo.
  • Si deve poi tenere lo sguardo fisso sulla palla: è fondamentale ricordare sempre che ciò che ci interessa ed è spesso determinante… il pallone, per non farsi distrarre dai movimenti d’inganno dell’attaccante.
  • Usate il corpo. Per un difensore è necessario avere consapevolezza delle proprie qualità fisiche e di come farle valere.
  • Accorciare in zona esterna: generalmente con palla laterale devo diminuire la distanza, spingendo e accompagnando l’attaccante sull'esterno, ricordando che le fasce laterali sono amiche. Per mandare in zona esterna l’avversario, è fondamentale che il difensore assuma la giusta posizione (anteroposteriore).
  • Gli attaccanti vanno sempre affrontati con attenzione e decisione, non con la paura di essere superati. Quindi, l’azione del difensore deve essere contraddistinta da lucidità e assenza di timore. Mentalmente il difensore deve essere convinto dei propri mezzi e consapevole che, nel momento in cui ha preso una decisione, deve portarla avanti. Non c’è spazio per il ripensamento.
  • In conclusione nell’1 contro 1 difensivo è fondamentale riuscire a leggere ogni situazione di gioco, cercando di anticipare la scelta dell’attaccante.

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