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Partiamo col piede giusto

Una proposta per lo sviluppo motorio dei bambini dai 4 ai 6 anni. Le idee di Giuseppe Avella, della Limatola Soccer School, a confronto con un tutor, Gianpaolo Boschetti. Un programma da scaricare e provare sul campo, e un post ogni due settimane.

Il programma da leggere e scaricare

I bambini che vengono al campo per la prima volta lo immaginano come un parco giochi dove poter correre liberamente e senza regole, si ha voglia di tirar fuori le proprie energie e proprio come in un parco giochi qualche bambino tende a isolarsi per divertirsi da solo. In questo contesto, l’istruttore assume un ruolo fondamentale, diventa animatore e gioca con loro, per catturare la loro attenzione e pian piano ottenere la loro fiducia. I giochi proposti nei primi giorni sono importantissimi per raggiungere tale scopo, con l’aiuto della fantasia possiamo trovare del materiale economico e facilmente reperibile che ci aiuti a farli divertire quasi come a una festa d’animazione in ludoteca. Seguendo questa idea ho preparato i primi due giochi iniziali della durata di 5’ ciascuno, il gioco del “ruba coda” dove per coda si possono usare le casacchine colorate o una vecchia tovaglia natalizia di colore rosso da tagliare a forma di coda così come ho fatto io (clicca qui e leggi tutti gli articoli della serie). Nel secondo gioco “scoppia il palloncino” ho usato dei comunissimi palloncini colorati tenuti alle caviglie da elastici, la scelta è caduta su materiale d’impatto proprio per simulare una festa in ludoteca. Il bambino deve essere invogliato a tornare al campo, deve pensare… che gioco farò la prossima volta? Anche la scelta del materiale non è stata causale, una tovaglia di natale per via del colore rosso, particolarmente vivace, mentre per i palloncini il solo fatto di farli scoppiare li fa divertire e poi sono giochi belli da vedere anche per i genitori che guardano i propri bambini. 

Giuseppe Avella e i bambini della Limatola Soccer School

Pronti per l’appuntamento

I giochi, come tutto il materiale utilizzato, li preparo prima dell’arrivo dei bambini, le stesse casacchine colorate le consegno all’ingresso in campo, poiché dopo le prime giornate di giochi ho ben chiara la suddivisione dei vari gruppi. Il bambino non ha voglia di attendere e se siamo da soli rischiamo di perdere il controllo del gruppo favorendo possibili infortuni dovuti a spintoni e cadute. Ricordiamoci sempre di stare con loro, mai metterci fuori dallo spazio di gioco, sulla carta possiamo fare l’attività più divertente del mondo, ma se non sappiamo animarla diventerà la più brutta. In queste due proposte iniziali, pensate per catturare la loro attenzione, ho usato nomi di fantasia: ogni gioco è introdotto come se stessi raccontando una storia… c’era una volta! In più ho usato uno spazio delimitato al fine di interiorizzare le prime regole e prevenire possibili infortuni, se non avessi giocato con loro i bambini più vivaci avrebbero corso in ogni direzione anche al di fuori dello spazio delimitato, si sarebbero visti spintoni e cadute e i più timidi non avrebbero giocato perché ancora troppo timorosi della irruenza degli altri bambini. 

Gianpaolo Boschetti, tutor di questo blog

Organizzate l’attività

La parte centrale della nostra giornata di giochi è composta da un circuito motorio e da un ritorno al “castello” ovvero lo spazio dedicato ai giochi iniziali entrambi di 10’ circa, in questo modo azzero i tempi morti e i bambini iniziano a conoscere più parti del loro nuovo “parco giochi”. Come vediamo anche gli spazi hanno nomi di fantasia e la comunicazione deve avere una sua progressione, la porticina ad esempio oggi è uno scrigno del tesoro che poi diventerà meta per trasformarsi con il tempo in porticina!

Il circuito motorio ognuno di noi può prepararlo in base al materiale a sua disposizione, anche in questo caso i bambini sono esploratori che rotolano nella foresta e stanno attenti, nel mio caso, a non cadere nel fiume quando camminano mantenendo l’equilibrio sull’asta di legno. Alla fine del percorso ho inserito un pallone che va calciato in porta, un primo elemento che fa riferimento allo sport che loro hanno scelto. Questa parte finale sarà curata in futuro in maniera graduale e con la giusta progressione, permettendo a tutti di divertirsi. Solitamente inserisco il circuito prima del ritorno al “castello” anche per far riposare i bambini e non far calare la loro attenzione. I piccoli, infatti, aspettano il loro turno seduti, in attesa che “l’esploratore”, dopo aver finito il suo circuito, li scelga per partire dopo un batti il cinque.

Giuseppe Avella e Alessia Giancristiano

Semplici regole

La scelta di farli attendere seduti è nata perché… quale bambino non cadrebbe nella tentazione di calciare il birillo o il cinesino? Anche se tendenzialmente riuscirebbe a stare in piedi dietro di esso? Non dimentichiamo che pure i bambini seduti vanno coinvolti, magari facendo il tifo per “l’esploratore” di turno e in questo modo in maniera ludica e senza accorgersene i bambini imparano ad attendere il proprio turno, un giorno i giochi saranno esercizi e i piccoli amici diventeranno pulcini, e l’istruttore dei pulcini non dovrà ripetere il lavoro che abbiamo dovuto fare noi.

La parte centrale continua con il ritorno al “castello” questa volta i bambini seguendo le andature dell’istruttore continueranno a prendere confidenza con lo spazio in questione che in futuro ci servirà per mirate progressioni con la palla. Al fischio o al segnale dell’istruttore i bambini correranno a prendere la palla disposta al di fuori del castello e prenderanno confidenza con la stessa sempre senza superare le “mura” del nostro “castello”. La regola del ritorno al “castello” consiste nel rispettare gli altri e avere la pazienza di attendere i giusti tempi, non ha senso prendere la palla e farla guidare immediatamente con i piedi o far compiere al bambino movimenti che porterebbero solo alla confusione, mettendoci in seria difficoltà soprattutto se siamo da soli con il gruppo.

Il bambino deve imparare a conoscere la palla con tutto il suo corpo prima di poterla guidare con i piedi. Anche io sarei felice di partire subito con giochi in guida della palla, ma in questo caso non avrei fatto l’istruttore di questa categoria. La pazienza secondo me è una delle caratteristiche di cui deve disporre, in abbondanza, chi lavora, con i bambini di questa fascia d’età. Dopo questa serie di giochi la fase finale si chiude con un’attività liberà, la “partitina”, dove il bambino sarà ben felice di correre dietro la palla e portarla nel nostro “scrigno del tesoro”, ovvero la nostra porticina. Se si ha la possibilità di essere aiutati da altri istruttori i bambini devono giocare in piccoli gruppi al fine di permettere a tutti di divertirsi (ad esempio 2 contro 2), A quell’età, chi non riesce a toccare la palla non si diverte e tende a isolarsi, magari per favorire i loro primi gol si possono creare con i conetti porte abbastanza larghe al fine di aumentare la possibilità che ottengano il loro piccolo successo, aumentando così il loro divertimento.

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