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CALCIO: ALLENIAMO IL GIOCO AEREO

Colpo di testa e tiri al volo sono espressioni di forza “adattata” a spazi e tempi dinamici. Una divertente partita esercizio per allenare i giovani.

L’influenza degli sport individuali sulla preparazione fisica del calciatore ha spinto per anni i preparatori nel calcio a ricercare il massimo livello di tensione esprimibile da ciascun muscolo (il picco di forza più alto raggiunto nel minor tempo possibile) e la capacità di resistere più a lungo a carichi elevati. Come se il segno “più” fosse sempre meglio del segno “meno”, come se la somma delle singole capacità potesse rendere il giocatore “più” forte e quindi “più” decisivo nel gioco.

 

LA FORZA UTILIZZATA NEL CALCIO

Con l’avvento della teoria della complessità (primi anni ’90) la qualità ha preso il sopravvento sulla quantità. Si è cominciato a parlare di movimento correlato di sistemi muscolari e delle interazioni fra muscoli agonisti, sinergici e antagonisti. L’allenamento con le macchine in palestra è stato in gran parte sostituito da sedute sul campo che avevano e hanno tutt’ora come obiettivo quello di raggiungere un ottimo livello di forza, riproducendo e simulando in modo analitico i movimenti dei calciatori. Ma la forza che si esprime nel calcio non può essere pensata come una semplice generazione di tensione muscolare massimale o sub massimale. Questo modo di lavorare ha dunque fatto nascere due obiezioni. La prima riguarda la mancanza di un contesto specifico nel quale riprodurre i movimenti, poiché si può parlare di specificità solo quando gli stimoli e il contesto sono realmente simili a quelli della partita. Per capirci: il più complesso cambio di direzione tra i conetti può essere paragonato a un cambio di direzione per smarcarsi dal diretto avversario e ricevere un passaggio filtrante oltre le spalle della linea avversaria? Gli stimoli, il timing e lo spazio sono simili?

IL CALCIATORE “ADATTA” IN CONTINUAZIONE

La seconda è che la riproduzione analitica del movimento è assente di efficacia ed efficienza. La maggior parte delle azioni di calcio giocato si realizzano applicando una forza sub massimale che ha come caratteristica quella di doversi adattare di volta in volta a variabili, contesti spaziali e temporali differenti. Un esempio: quante volte avete visto giocatori optare per un tiro in porta di potenza che impatta sul difensore a difesa di una porzione di porta piuttosto che “dosare” la conclusione nello spiraglio rimasto libero? Lo stesso ragionamento può essere fatto per il colpo di testa e i gesti tecnici eseguiti con la palla in volo. Le sedute di forza pensate per migliorarli sono spesso composte da balzi a due gambe, a una gamba, verticali, in lungo e così via... Balzi senza contatto, con contatto in fase di volo o in fase di spinta, balzi a superare ostacoli, a colpire palloni… Ottimo! Si stanno riproducendo molte delle azioni che accadono in una partita quando la palla è in volo. Mancano però i due pilastri fondamentali: il contesto specifico e l’efficacia - efficienza del gesto tecnico. Dunque è opportuno utilizzare anche delle esercitazioni che rispondano a queste esigenze, come quella che vi proponiamo nel video di apertura. Si tratta di un’esercitazione pensata in progressione, nella quale l’obiettivo è il miglioramento della precisione nei gesti tecnici con la palla in volo in un contesto il più simile possibile a quello del gioco del calcio.

 

L’ESERCITAZIONE

Si gioca, al volo (vedi video di apertura), una partita quattro contro quattro (più un jolly che gioca sempre con chi è in possesso) in un campo diviso in tre da una zona centrale. In quest’ultima il pallone può essere passato anche con le mani, negli spazi vicini alle porte no. La palla può rimbalzare una sola volta per terra, si gioca a un tocco per stimolare la trasmissione palla tra compagni e il tiro di prima. Prima variante: nella zona centrale il pallone può essere “aggiustato” con le mani per essere passato con un’altra parte del corpo. Seconda variante: non si può colpire il pallone con le mani. Terza variante: si gioca tre contro tre con tre jolly, il pallone non può rimbalzare per terra e si gioca al massimo a due tocchi.

Scritto in collaborazione con Gianluigi Ghia

Leggi gli altri articoli e guarda gli altri esercizi a cura di Christian Botturi e Gianluigi Ghia

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