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Quali strumenti per il preparatore?

Oggi l’offerta di tecnologica a disposizione degli staff è sempre più ampia. Come scegliere? Quali sono le attrezzature realmente utili per chi lavora in ambito dilettantistico o in un settore giovanile? In questo blog vi suggeriremo le soluzioni

Roberto Sassi

Il veloce sviluppo della tecnologia, osservabile ormai da una ventina di anni, ha reso possibile l’utilizzo di potenti e complessi strumenti, un tempo riservati al solo mondo della ricerca. Fra i tanti sport la tecnologia si è insinuata soprattutto in quelli caratterizzati da giri d’affari importanti, dalle League americane fino, con qualche anno di ritardo, al calcio. Anche all’interno di quest’ultimo, tuttavia, esistono differenze significative sull’utilizzo più o meno massiccio della stessa, differenze va da sé legate al volume di denaro mosso da ciascun campionato.

In questo blog si tratteranno tutti gli aspetti inerenti il cosiddetto allenamento tecnologico, del quale nelle righe seguenti proviamo a dare un assaggio quanto mai generale e sommario. I sistemi più conosciuti sono quelli utilizzati durante le gare, uno su tutti la video match analisi, in grado di calcolare a partire da una ripresa video, le diverse zone di intensità di corsa, calcolare i metri percorsi per ciascuna di esse, oltre a fornire materiale per l’analisi tattica della gara.

Il sistema che permette di avere gli stessi dati in allenamento è il GPS, non indossabile in partita, che deriva tutti i parametri disponibili a partire dalla velocità doppler, ossia dalla variazione di ampiezza e frequenza delle onde emesse e ricevute dal dispositivo.  La naturale evoluzione di questa tecnologia è la Local Position Measurement (LPM) technology, che richiede l’installazione di più antenne attorno a un campo; queste ricavano la posizione istante per istante da un transponder (un emettitore di segnali) indossato dal giocatore. È sicuramente la tecnologia più precisa, a oggi, ma ha il grosso svantaggio di essere legata a un unico campo, con tutti i disagi e le limitazioni che ne conseguono.

I due sistemi brevemente illustrati danno informazioni sul carico esterno di un allenamento o partita che sia: se si vuole avere un’idea di come i nostri atleti rispondano agli stimoli proposti (carico interno) bisogna indagare la risposta cardiaca all’esercizio. Con un semplice cardiofrequenzimetro da polso, che sia in grado di registrare l’allenamento (costa circa cento euro), si ottiene il carico cardiaco somministrato all’atleta. Pensando agli sport di squadra sono stati sviluppati sistemi cardio con più cardiofrequenzimetri collegati a un’unica centralina, in grado di mostrare in tempo reale su un solo monitor o tablet la FC (frequenza cardiaca) di tutti gli atleti presenti sul campo: il costo sale leggermente, ma si tratta ancora di cifre sostenibili anche per realtà di tipo dilettantistico.

Sebastian Giovinco in un allenamento della Nazionale(Italyphotopress©)

La valutazione del calciatore

Finora si è parlato di strumenti utilizzati durante l’allenamento, ma c’è molta tecnologia anche nell’ambito della valutazione del calciatore. In primis le fotocellule, acquistabili con prezzi a partire da 1.000 euro; con esse è possibile misurare la velocità dei calciatori su distanze più o meno specifiche. Sicuramente si tratterebbe di un investimento meno prioritario rispetto ai precedentemente esposti: le fotocellule vengono usate poche volte durante l’anno e non con costanza. Lo stesso ragionamento è valido per i sistemi di misura della capacità di salto, dalle più economiche pedane a conduttanza al gold standard rappresentato dalle pedane piezoelettriche, passando, anche in questo caso, per i sistemi a fotocellule.

A metà tra la valutazione funzionale e il monitoraggio dell’allenamento di forza si collocano i sistemi basati su encoder in grado di misurare la potenza espressa durante un qualsiasi esercizio con sovraccarichi adattabili anche alle macchine isoinerziali.

Tutti i sistemi sopra esposti hanno due difetti in comune tra loro: un errore più o meno grande di misurazione (di accuratezza, ma volendo valutare l’andamento durante la stagione questo poco conta se la ripetibilità è buona) e il costo più o meno elevato. Dopo diversi anni di esperienza in molte squadre top level in tutta Europa mi sento di consigliare agli allenatori di realtà dilettantistiche, il 99% delle società calcistiche in Italia, di incominciare a monitorare il carico di allenamento (Training Load) con un sistema completamente gratuito, ma dalla precisione e utilità pratica immensa: la Session RPE (Rating of Perceived Exertion). Tale metodo si basa sulla moltiplicazione dei minuti di allenamento con lo sforzo percepito dal singolo soggetto su una scala da 1 a 10. La raccolta dei carichi costruirà la storia del singolo giocatore e ci agevolerà nella programmazione e periodizzazione dell’allenamento… ma di questo se ne parlerà in un altro articolo.

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