MASSIMA PRESTAZIONE E ATTENZIONE ALLA SALUTE NEL CALCIO
Al calciatore si richiede sempre di più in termini di prestazione tecnica e impegno condizionale. Come si ricerca l'efficienza massima preservando il fisico?
Martedì 20 Giugno 2017 | Marcello Tirrito
Il calcio nel tempo è cambiato. Rispetto alla fine degli anni '90 recentemente si assiste - se parliamo soprattutto di giocatori professionisti - a un miglioramento delle prestazioni ma anche a un considerevole incremento del numero di partite disputate. Questa situazione rischia di influenzare in negativo il rendimento del calciatore e lo espone a rischio infortuni o recrudescenza di recidive. Cosa possiamo fare per migliorare il rendimento in campo e adeguata prevenzione anche in ottica del calciatore dilettante?
UNA PREMESSA
Per prevenzione, innanzitutto, s'intende rendere minimo il rischio che un calciatore debba fermare la sua attività per un danno muscolare non provocato da contatti con i colleghi. I fattori che possono incidere seriamente su un infortunio o su lesioni da sovraccarico meccanico (ovvero sollecitazioni che superano di poco la capacità di resistenza della struttura fisica) sono molte. Le tecnologie moderne di analisi ci forniscono dati secondo i quali che attraverso il corretto utilizzo di strumenti, mezzi e metodi di allenamento il rischio di infortunio si riduce notevolmente. Vediamo nel dettaglio quali sono le cause generanti gli incidenti.
LE CAUSE DEGLI INFORTUNI
In generale le cause delle lesioni muscolo - tendinee seguono un iter determinato dai seguenti passaggi (fonte Gianluca Gatteschi, corso di Preparatore Atletico professionista 2016):
inadeguato o errato riscaldamento;
alterato meccanismo di co contrazione (deficit propriocettivo);
squilibrio di forza;
fatica locale o generale (deficit energetico);
deficit di flessibilità;
disidratazione e squilibrio salino;
alterata coordinazione neuromuscolare:
Esistono poi dei fattori cosiddetti intrinseci:
malallineamenti;
iper supinazione o pronazione;
piede piatto o cavo;
retropiede valgo o varo;
ginocchio valgo o varo;
rotula alta;
eterometrie degli arti inferiori;
squilibri o debolezze muscolari;
instabilità o lassità articolari;
sovrappeso.
E altri chiamati estrinseci:
carico eccessivo;
tipo di movimento;
velocità di movimento;
numero di ripetizioni;
calzature;
superficie di lavoro;
errori di allenamento (scorretta programmazione);
equipaggiamento inadatto;
scarsa tecnica.
Prestate tutti voi attenzione dunque e per quanto possibile agli aspetti sopracitati. A partire dai prossimi post in questo mio blog vedremo assieme come, di fatto, lavorare sul campo in modo efficace al doppio scopo di allenare al meglio il calciatore e anche proteggerlo per quanto possibile dal rischio infortuni. Per fare ciò occorre una stretta collaborazione fra allenatore e preparatore fisico, due figure professionali che devono necessariamente essere in grande sintonia. Vedremo, anche, come riuscire e quali sono le chiavi per trovarla.
Leggi sull'argomento anche il post di Giambattista Venturati
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