CALCIO E GIOVANI, LAVORIAMO SUBITO IN MODO INTEGRATO
Molti tecnici allenano in modo distinto tecnica, tattica, parte fisica e quella psicologica. Esempi di attività che vanno in direzione opposta e perché adottarli.
Mercoledì 12 Luglio 2017 | Christian Botturi
Troppo spesso noi allenatori ci sentiamo e ci riteniamo ottimi insegnanti dimenticando che l’apprendimento avviene grazie a una motivazione intrinseca: un elevato tempo trascorso nella pratica intenzionale di una determinata attività e la possibilità di immergersi all’interno del contesto specifico senza separare e dividere. Mi spiego meglio: leggere un libro in inglese, per esempio, non è sufficiente per imparare a conversare nella stessa lingua, né tantomeno è abbastanza guardare un film in versione anglosassone. Sia la lettura sia la comprensione audiovisiva però sono elementi che ci aiutano a migliorare la capacità di conversare. Solo un’immersione completa all’interno di un contesto specifico dove queste tre competenze linguistiche interagiscono fra loro, può favorire un vero e proprio apprendimento. L’ambiente circostante stimola la nascita e la stabilità delle sinapsi fra neuroni con differenti funzionalità neuro linguistiche le quali generano un cambiamento nel comportamento delle persone.
IMPARARE A GIOCARE È COME APPRENDERE UNA LINGUA
Detto ciò l’obiettivo di noi allenatori è creare un cambiamento nel comportamento dei nostri giocatori e quello che autorevoli esperti sostengono con convinzione è che imparare a giocare a calcio è molto simile ad apprendere una lingua. Ora fate riferimento alla vostra esperienza. Provate a pensare a come vi siete avvicinati a una lingua appresa: avete prima letto, scritto, conversato o è stato un “bombardamento” contestuale delle tre azioni? Prima di rispondere fate attenzione a non confondere “ricevere un insegnamento” con “apprendere”. Risposto? Bene. A questo punto, una seconda domanda sorge spontanea: se per apprendere un nuovo comportamento è necessario un “bombardamento” contestuale ricco di interazioni retro attive fra gli elementi del calcio e i giocatori, perché nella preparazione precampionato in molti alleniamo in modo isolato le quattro dimensioni (tattica, tecnica, condizionale e psicologica) del gioco? Se l’obiettivo dell’allenamento è favorire un cambiamento nel comportamento tattico in relazione al modo di giocare della squadra, non è forse più utile allenare le quattro dimensioni in relazione al modello di gioco? La preparazione fisica precampionato dovrebbe essere sostituita da una preparazione sistemica nella quale il modello di gioco definisce le linee guida. Fin dalla prima settimana i giocatori devono essere immersi in esercitazioni individuali, settoriali, di gruppo e collettive alla base dell’identità tattica della squadra.
DUE PROPOSTE PRATICHE
Vi lascio un esempio di come intervenire sulla dimensione condizionale durante una partita (in particolare dell’elemento di resistenza al ritmo di gioco) specifica a un modello di gioco. L'esercitazione e la sua variante hanno le seguenti caratteristiche:
l’obiettivo è fare più gol della squadra avversaria;
si gioca sei contro sei più un jolly (sistema di gioco iniziale 3-j-2-1);
l'area è divisa in tre settori più ampi che profondi;
esistono due portine da attaccare per entrambe le squadre.
ESERCITAZIONE BASE
L’esercitazione base ha come regole:
rispettare lo scaglionamento offerto dai settori (almeno un giocatore di ciascuna squadra per settore);
concedere la possibilità di creare una superiorità numerica nell’ultimo settore (quello di finalizzazione), da un uno contro tre a favore della difesa potrebbe crearsi un quattro contro tre per la squadra in possesso della palla (figura 1).
LA VARIANTE
Quando il pallone si trova nell’ultimo settore (quello di finalizzazione) la superiorità numerica può essere data dai due esterni della prima linea e da un giocatore della seconda linea che potrà entrare solo dopo che gli altri due lo hanno fatto a loro volta (figura 2).
Questa regola permette di allenare la capacità di ripetere attività ad alta intensità con gli esterni (ad esempio i terzini) e gli interni, sia nel momento offensivo per rispettare il principio di penetrazione, sia nel momento difensivo poiché dovranno ripiegare per sopperire all’inferiorità numerica nel secondo settore. Tutto questo accade rispettando la complessità del gioco, poiché sono presenti incertezza, imprevedibilità, tempi e spazi sempre differenti e una continua relazione di cooperazione e opposizione.
A cura di Gianluigi Ghia
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