CALCIO E SCOUTING: LE STRATEGIE VINCENTI
È giusto che siano direttamente gli allenatori a visionare e scegliere i giocatori? Preferibilmente no, questo è il parere di Riccardo Guffanti ed ecco il perché.
Martedì 7 Febbraio 2017 | Riccardo Guffanti
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Da questo blog avrete capito che il settore dello scouting ricopre sempre più, nei club, un ruolo centrale e necessita di particolari competenze. Recentemente la rilevanza del compito è stata certificata dall'istituzione di corsi indetti dal settore tecnico della Figc che si svolgono a Coverciano. I primi di questi corsi sono stati indetti in collaborazione con l'associazione direttori sportivi mentre i più recenti con l'associazione allenatori. Ai primi bandi prima potevano accedere tutti tramite domanda e un esame di ammissione ora vi possono partecipare solo coloro che sono riconosciuti come allenatori federali e hanno almeno il patentino di base riconosciuto dal Settore Tecnico della Figc.
RUOLO DELLO SCOUT E SPECIALIZZAZIONE
Personalmente ritengo che le figure professionali di un club di calcio debbano essere valutate, selezionate e formate prendendole da un’area molto più vasta di un qualcosa di rigidamente determinato e definito da delle regole. Se l'osservazione ha come focus l'analizzare il comportamento di una squadra e quindi si fa riferimento alla visione tecnico tattica del calcio le conoscenze di cui dispone un allenatore sono sicuramente un vantaggio. Ma se oggi tendiamo a specializzare il ruolo dello scout a mio parere dobbiamo dargli una sua identità inserendolo come competenza e figura da aggiungere alle altre.
SI DEVE VISIONARE LIBERI DA INFLUENZE INTERNE O ESTERNE
Le mie esperienze da dirigente sportivo ma soprattutto da scout internazionale hanno formato in me la seguente convinzione. La ricerca e l'osservazione fatta a video (leggi post dedicato) e anche quella live (leggi tutti i post argomento per argomento) sono più veritiere, reali e fedeli nel valutare i valori fisici, tecnici, caratteriali e anche tattici dei rispettivi giocatori visionati quando il lavoro è stato effettuato in modo scollegato dalle influenze e dai preconcetti che secondo me gli allenatori (in generale) hanno. Soprattutto quelle di carattere tattico e che derivano inevitabilmente dal loro vissuto.La soluzione migliore in assoluto non esiste ma per fare ricerca e osservazione dei singoli calciatori io non utilizzerei allenatori già impegnati.
Nella foto Roberto Mancini in tribuna osserva una partita. Il tecnico jesino preferisce imporre alla società i giocatori di suo gradimento
LO SCOUT DEVE SPOSARE IL PROGETTO DEL CLUB
Spesso per vedere le gare della domenica utilizziamo i tecnici che allenano al sabato, e il contrario. Lo ritengo un errore perché gli allenatori, in questi casi, visionano condizionati da limiti dettati dai loro precisi riferimenti a volte dettati da interessi personali, mentre chi osserva non ne deve avere e quando osserva deve cogliere tutte le prospettive e le sfaccettature della possibile proiezione futura del giocatore. Gli osservatori devono essere scelti dalle società per lavorare concentrati sui progetti sportivi ed economici del club. Nella foto di copertina, a titolo di esempio, abbiamo inserto Walter Sabatini e Mauro Baldissoni, rispettivamente direttore sportivo e direttore generale della Roma. Il primo, notoriamente, non fa mai scegliere i giocatori ai tecnici bensì li sceglie lui per loro.
NELLA MATCH ANALYSIS IL TECNICO È NECESSARIO
Per finire e nel caso della match analysis, ovviamente, c’è bisogno obbligatoriamente di competenze da allenatore. Molti non condivideranno quanto ho espresso ma mi auguro che si possa presto superare il continuo equivoco che nasce nel non capire bene le corrette dinamiche fra chi è preposto a fare osservazione e coloro ai quali deve rispondere il suo lavoro. Non avere le idee chiare su questo aspetto spesso porta a costruire organici senza equilibrio, poco in linea con i progetti dichiarati dalle società e con conseguente rimpallo delle responsabilità.
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