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CALCIO: LE TRANSIZIONI DI MOURINHO

Il tecnico portoghese fa di ripartenze fulminanti, pressing e ripiegamenti dietro la linea della palla il suo credo tattico. Capiamone di più.

L'articolo è stato realizzato in collaborazione con la piattaforma wyscout

«Le transizioni sono diventate cruciali. Quando l’avversario è organizzato difensivamente, è molto difficile segnare. Il momento in cui l’avversario perde la palla può essere l’occasione di sfruttare la possibilità di trovare qualcuno fuori posizione. Tutti dicono che le palle inattive sono decisive per vincere le partite, ma io penso lo siano di più le transizioni.» È un estratto di una conferenza di Josè Mourinho, parole che incarnano quella che è la sua idea di calcio.

 

IL CONCETTO DI TRANSIZIONE

La transizione è quel tempo che intercorre tra la fase di possesso e quella di non possesso palla, e viceversa. Essa si divide in transizione positiva e transizione negativa: positiva quando si passa da una fase di non possesso a una fase di possesso palla, negativa quando si passa da una fase di possesso a una fase di non possesso (leggi al proposito i post dedicati a cura di Angelo Pereni).

IL GIOCO DEL PORTOGHESE

Mourinho non si lascia trasportare dalle mode, non si fa entusiasmare dal tiki taka, preferisce un calcio pragmatico nel quale la prima cosa che conta è fare gol, ricerca transizioni veloci con riconquista della palla e immediata ricerca della profondità. Se si osservano le sue squadre si rimane impressionati dall’organizzazione tattica e la simultaneità d’intenti dei suoi giocatori, quindi, di lavoro dietro ce n’è, ed è anche tanto.

 

IL PRESSING IMMEDIATO

Appena perdono palla le squadre di Mourinho sono molto aggressive, cercano di pressare velocemente sul lato forte degli avversari per recuperare immediatamente il possesso del pallone. Nei casi in cui l’avversario riesca a uscire dalla prima linea o zona di pressing, la squadra ripiega (transizione negativa) sotto la linea della palla e cerca di togliere la profondità agli avversari (figura 1).

Figura 1: i giocatori di Mourinho cercano di costruire una gabbia intorno al portatore per limitare al massimo le linee di passaggio e rubare palla.

LA REPENTINA ACCELERAZIONE

Una volta riconquistata la sfera le squadre del portoghese cercano il compagno più vicino smarcato e che abbia la possibilità di giocare in verticale o poter guadagnare campo portando palla. I compagni di quest’ultimo accelerano alla massima velocità verso la porta avversaria disponendosi in maniera tale da occupare le tre zone di campo a disposizione (destra, sinistra e centrale). Obiettivo fornire a chi ha il possesso della sfera tre opportunità di passaggio (figura 2).

Figura 2: appena la squadra di Mourinho entra in possesso palla accelera alla massima velocità verso la porta avversaria dando al portatore tre opportunità di passaggio.

LE ALI LARGHISSIME

Il portoghese in situazione di ripartenza chiede alle sue ali di posizionarsi sempre molto larghe per due motivi. Il primo è quello di favorire l’inserimento dei centrocampisti a rimorchio: questi possono trovare spazi in una linea difensiva che presumibilmente non ha avuto il tempo di riorganizzarsi e che spesso si ritrova in situazione d’inferiorità numerica. Il secondo motivo è la ricerca dell’uno contro uno nei pressi dell’area avversaria: il tecnico portoghese si fa forte del fatto che allenando sempre squadre di alto livello ha a sua disposizione calciatori bravissimi nel superare l’avversario e concludere a rete (figura 3).

Figura 3: notate gli esterni d’attacco larghi, i centrocampisti a rimorchio e gli inserimenti senza palla.

SI GIOCA SOLO IN VERTICALE

Nella filosofia dell’ex tecnico di Inter e Chelsea in fase di transizione ogni passaggio deve far conquistare campo alla squadra, quindi sono banditi gli appoggi in orizzontale e accettate solo ed esclusivamente giocate in verticale per l’immediata ricerca della trequarti avversaria. Osservando giocare le sue squadre è facile vedere come in fase di transizione positiva riescano ad arrivare nei pressi dell’area avversaria con soli due - tre passaggi. Anche un illustre suo collega come Pep Guardiola, con un’idea di calcio completamente differente, ha riconosciuto la pericolosità delle micidiali transizioni del portoghese: «Il Chelsea ha un super allenatore – ha dichiarato qualche tempo fa - un maestro del contropiede. Se perdi il pallone contro le sue squadre sei morto». Nel prossimo post approfondiremo uno degli aspetti della filosofia di gioco di Josè Mourinho: gli smarcamenti preventivi, una delle peculiarità che rende micidiali le transizioni delle sue squadre.

Fine prima parte

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