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TATTICA: IL NUOVO CORSO DELLA ROMA

Allo Stadium la prima vera uscita dei giallorossi col nuovo tecnico: possibile l’impiego della difesa a tre e l’utilizzo di due trequartisti a supporto di Dzeko.

L'articolo è stato realizzato in collaborazione con la piattaforma Wyscout

Contro la Juventus, un girone fa, la Roma mise in mostra forse la sua miglior rappresentazione sul piano del gioco e dell’agonismo di quello che avrebbe dovuto essere e non è stato, facendo tremare tutte le candidate allo scudetto. Colpisce come oggi la stessa partita, a campi invertiti, è attesa da tutti per vedere i primi passi di una squadra nuova, che ha cambiato timoniere rinnegando quell’inizio di stagione così illusorio. La Juventus ha intrapreso il percorso inverso, ha iniziato il campionato stentando e soffrendo poi ha infilato la strada di una lenta, inesorabile e sontuosa crescita. Proviamo a vedere assieme, allora, quali sono le novità tattiche che il neo tecnico Luciano Spalletti apporterà ai giallorossi in questa sua seconda avventura nella Capitale.

LE PROVE TECNICHE COL VERONA

Nella partita casalinga contro il Verona, i romani provato due differenti impostazioni: sono partiti con la difesa a quattro per poi passare a quella a tre. Questa è già una novità sostanziale, visto che uno dei dogmi dell'impianto di gioco di Garcia era l’inamovibile sistema di difesa a quattro.  A Verona, sino a quando la Roma s’è schierata con l’1-4-2-3-1 Spalletti ha chiesto a Pjanic di abbassarsi in posizione di regista molto più che in passato. Il bosniaco è in grado di dettare i tempi della manovra e, accompagnato da un giocatore più difensivo come De Rossi, può pensare più alla fase d’attacco che a quella di non possesso. Una delle novità più interessanti notate è stata la posizione di Nainggolan, che s’è alzato vicino a Dzeko. Una sorta di trequartista, dotato più di quantità che qualità, che aveva il compito di sfruttare le sponde del gigante bosniaco (foto 1 e 2).

Foto 1: Torosidis è in possesso di palla, Pjanic si abbassa per impostare. De Rossi, in fase di giro palla, rimane un’alternativa al bosniaco.

Foto 2: Pjanic verticalizza sul movimento incontro di Dzeko che, di prima intenzione, premia l’inserimento alle proprie spalle di Nainggolan.

In fase difensiva, il neo tecnico giallorosso ha chiesto più volte alla linea di difesa di stare alta. Un atteggiamento che potrebbe essere più prudente nella partita dello Stadium, visto che spesso la posizione molto avanzata dei terzini e la mancanza di filtro a centrocampo hanno concesso al Verona veloci ripartenze in superiorità numerica (foto 3 e 4). 

Foto 3: Castan esce su Pazzini, che difende bene il pallone e scarica all’indietro verso un compagno.

Foto 4: la difesa della Roma si fa cogliere impreparata su un rilancio della retroguardia del Verona esponendosi a una pericolosa ripartenza.

SE DIETRO A TRE, DUE MEZZE PUNTE CON DZEKO

Quando la Roma s’è messa a tre dietro in fase di possesso palla, Spalletti ha lasciato inalterata la posizione di Nainggolan, al quale sulla trequarti si è aggiunto Salah, che è andato a formare un inedito 1-3-4-2-1 (foto 5). 

Foto 5: la disposizione offensiva giallorossa quando la difesa è a tre. Esterni molto alti e Nainggolan e Salah vicini a Dzeko tra le linee di difesa e centrocampo avversarie.

Con questo sistema di gioco, diventano fondamentali gli apporti offensivi e difensivi degli esterni. All’Olimpico il tecnico ha chiesto soprattutto a Digne di mantenere una posizione molto alta. Il problema che è emerso immediatamente e nuovamente in casa romanista è quello dell’incapacità di trovare il giusto equilibro fra le due fasi, evidentemente a causa di meccanismi nelle transizioni che sono ancora da assimilare. Così, anche con la difesa a tre, che in fase difensiva avrebbe dovuto trasformarsi in una linea a cinque, mentre era in transizione negativa la Roma ha subìto l’iniziativa avversaria (foto 6 e 7).

Foto 6: con la posizione molto alta degli esterni e le attitudini offensive di Pjanic, la Roma con la difesa a tre ha mostrato poco equilibrio. In questo caso si vedono sette giocatori partecipare alla fase offensiva.

Foto 7: basta un passaggio impreciso per aprire spazi enormi per le ripartenze avversarie.

Spalletti aveva avuto soli due giorni di lavoro, praticamente niente, vedremo come è stata sfruttata questa settimana per porre rimedio a questo tipo di errori e quali saranno i primi chiari segnali, da un punto di vista tattico, del ritorno del tecnico toscano a Roma sponda giallorossa.

Scritto in collaborazione con Jacopo Gornati (New G Project). 

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