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LAZIO ROMA: STRATEGIE PER LA CHAMPIONS

Arriva il derby che vale un posto in coppa campioni. Biancazzurri meglio sugli esterni ma la squadra di Garcia è micidiale negli inserimenti centrali. Il genio di Totti contro la freschezza di Anderson.

L'articolo è realizzato in collaborazione con la piattaforma Wyscout

Non bastasse il derby in sé a scaldare gli animi della capitale, la battaglia fra cugini per andare in Champion’s senza passare dai preliminari rende questa Lazio - Roma unica.

Siamo a fine stagione, le due formazioni arrivano al big match con le idee chiare, almeno dal punto di vista tattico. Nonostante la sconfitta in finale di Coppa Italia, la squadra di Pioli è in grande condizione e ciò è testimoniato dal ritmo infernale che i biancocelesti impongono a qualsiasi avversario. Nella partita di mercoledì, il tecnico biancazzurro ha varato con successo un 1-3-4-3 che ha creato non pochi grattacapi ad Allegri. Per il derby è però quasi certo il ritorno all’1-4-3-3 che regalato soddisfazioni e riscosso consensi da parte di tutti gli addetti ai lavori.

LA TECNICA IN VELOCITÀ DELLA LAZIO

La Lazio sviluppa le sue azioni in velocità e porta molti uomini in attacco pur rimanendo sempre corta (Foto 1).

Foto 1 – In fase offensiva, la Lazio porta molti uomini a ridosso dell’area avversaria.

Una mossa che potrebbe dare molto fastidio ai giallorossi potrebbe essere quella di mettere a turno uno fra Candreva e Felipe Anderson (foto di copertina) a schermare le linee di passaggio per De Rossi, che spesso si abbassa sulla linea dei centrali difensivi per impostare l’azione come più volte nelle nostre analisi abbiamo avuto modo di rimarcare (Foto 2).

Foto 2 – Nell’immagine, Candreva si posiziona tra Obiang e Palombo, impedendo ai due registi di ricevere il pallone e costringendo Viviano al rilancio lungo.

Garcia non rimarrà sorpreso dal pressing ultraoffensivo della Lazio, portato per indurre i palleggiatori giallorossi a forzare la giocata. Per questo potrebbe richiedere a Totti un maggiore movimento incontro al pallone e scatenare alle sue spalle gli inserimenti degli interni di centrocampo Nainggolan (foto di copertina) e Pjanic (Foto 3).

Foto 3 – Totti si abbassa e subito Nainggolan sfrutta lo spazio lasciato dal compagno per attaccare la profondità.

L’IMMARCABILE GENIO DI TOTTI

Il capitano giallorosso può essere l’arma in più per risolvere il match come spesso accade, non solo per le incredibili motivazioni che l’animano. Non essendo una punta vera e propria è lasciato libero di allargarsi sugli esterni, obiettivo ricevere palla e cercare l'assist a premiare gli inserimenti dei compagni. Il gol del momentaneo pareggio contro l’Udinese è un esempio di come le incursioni in area di rigore, soprattutto dei centrocampisti, regalino ai romanisti la superiorità numerica che può essere decisiva (Foto 4).

Foto 4 – Totti parte largo a destra e Pjanic si inserisce. Palla all’indietro del bosniaco per il capitano che crossa di prima intenzione. Dall’altra parte arriva un altro centrocampista, Nainggolan, a chiudere l’azione e a segnare il gol del momentaneo pareggio contro l’Udinese.

Un altro dei candidati ad essere uomo derby è sicuramente Candreva. Se la Lazio decidesse di attaccare con tre trequartisti più Klose, il nazionale azzurro potrà ricevere palla tra le linee per poi giocare in apertura verso i due esterni o provare a scatenare il suo devastante tiro da fuori area (Foto 5). Tanto del risultato finale si giocherà sui due out, dove sia Roma che Lazio fanno spingere tantissimo gli esterni bassi e hanno giocatori in grado di generare ripartenze molto efficaci (Foto 6).

Foto 5 – L’1-4-3-3 di Pioli spesso “maschera” un 1-4-2-3-1 con Candreva che si accentra e Lulic che si allarga spingendo sulla sinistra.

Foto 6 – I terzini della Roma spingono tantissimo e lo fanno contemporaneamente, questo può essere pericoloso contro esterni al fulmicotone come Felipe Anderson, pronti a scattare in caso di recupero palla.

FASE DI NON POSSESSO: SUGLI ESTERNI MEGLIO GLI AQUILOTTI

Sotto questo punto di vista la squadra di Pioli è maggiormente disposta al sacrificio soprattutto nel reparto offensivo, che aiuta sempre rientrando in copertura (Foto 7).

Foto 7 – Gli esterni alti della Lazio rientrano molto, garantendo una copertura in più per il reparto arretrato e rendendo difficili gli inserimenti e i tagli dagli out.

Al contrario, gli attaccanti giallorossi faticano a seguire i terzini avversari e lasciano in difficoltà il compagno di catena che si trova costretto a gestire insidiosi 2 contro 1 (Foto 8).

Foto 8 – Widmer parte ma Iturbe lo segue solo fino ad un certo punto. Al terzino dell’Udinese basterà un semplice 1-2 con la punta e si troverà davanti un’autostrada, con Holebas tagliato fuori.

La Lazio contro la Sampdoria ha mostrato una certa difficoltà a seguire gli inserimenti da dietro sulle palle inattive (Foto 9) e la Roma, specie sui calci d’angolo, ha Manolas che è un esperto in questo tipo di incursioni. Sull’altra sponda, nelle ultime due gare, gli aquilotti sono andati a segno in ambedue le occasioni sfruttando un calcio da fermo (Foto 10).

Scritto in collaborazione con Jacopo Gornati (New G Project).

Foto 9 – Palla inattiva a favore della Sampdoria con Soriano che parte da lontano per poi inserirsi e andare a staccare di testa completamente indisturbato.

Foto 10 – La Lazio crea sempre tanta densità in mezzo all’area di rigore sui calci d’angolo a favore. In questo caso due blocchi garantiscono a Gentiletti di andare a colpire la palla indisturbato e segnare il gol partita a Marassi.

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