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DIFESA, PROFONDITÀ E GESTIONE DEL PRESSING

La Juve di Champions mostro di concretezza. Le armi che hanno regalato ad Allegri un risultato storico.

L'articolo è realizzato in collaborazione con la piattaforma Wyscout

Con una maiuscola prestazione difensiva, la Juventus protegge il gol di vantaggio maturato nella gara di andata ed elimina il Monaco dalla Champions. La squadra di Jardim saluta la coppa dalle grandi orecchie dopo avere messo in difficoltà i bianconeri sì, ma non certo sul piano tattico. Un match chiuso, poco spettacolare ma con alcuni spunti interessanti. Il Monaco non è squadra abituata a fare la partita, e s’è visto. La sua qualità principale sono le ripartenze in velocità pensate e messe in atto per sfruttare la velocità dei tre attaccanti con i quali solitamente si schiera. Ci ha provato anche in questa occasione ed è proprio lì che ha perso la partita, o quanto meno non l’ha vinta.  Un atteggiamento tutto sommato scontato che non ha sorpreso quanto previsto sulla sua personale lavagna da Allegri.

LA LINEA NON TRADISCE

Nonostante qualche disimpegno alto di troppo dei due centrali Raggi e Abdennour, su pressing a invito bianconero, i monegaschi hanno comunque messo in mostra buone trame offensive dalla metà campo in su. La catena di destra formata da Fabinho e uno tra Carrasco e Bernardo Silva ha funzionato molto bene mettendo più di una volta Vidal in imbarazzo. La velocità con cui il terzino francese s’è sovrapposto al suo rispettivo esterno alto non ha dato tempo al centrocampista cileno di coprire adeguatamente. Quando è accaduto Chiellini è stato costretto a uscire lasciando Barzagli, Bonucci e Lichtsteiner a dover affrontare un pericoloso tre contro tre, gestito comunque al meglio dai bianconeri (foto 1). Quando Vidal, viceversa, è riuscito ad assorbire la sovrapposizione sul suo lato la Juve ha rischiato praticamente niente grazie alla superiorità numerica (e di centimetri) all’interno dell’area di rigore (foto 2).

Foto 1 – Con grande velocità, Fabinho e Silva si scambiano le posizioni sulla catena di destra. Vidal è in ritardo sulla copertura e costringe Chiellini a uscire sull’esterno.

Foto 2 – Copertura corretta di Vidal su Fabinho.

LE VERTICALIZZAZIONI DI PIRLO

Allegri non ha preparato la partita solo per difendersi. Aspettandosi un Monaco in pressione su ogni pallone sin dal primo minuto, ha puntato molto su una circolazione di palla molto veloce.  Obiettivo far uscire, sbilanciare i padroni di casa e poi verticalizzare con soluzioni dal coefficiente di difficoltà elevatissimo affidate spesso al genio e alle capacità di Pirlo. Emblematica la giocata del quarto minuto di gioco (foto 3).

Foto 3 – Pirlo riceve palla da Buffon e viene pressato dagli attaccanti del Monaco. Con un preciso appoggio sull’esterno verso Marchisio, il regista fa saltare il pressing avversario.

Lo juventino ha ricevuto la sfera vicino alla propria area di rigore pressato in gabbia da quattro giocatori avversari. Poi, praticamente di spalle, ha pescato rapidamente Marchisio in diagonale mettendo sopra la linea della palla, e tagliando fuori dal gioco, tutti e quattro i componenti della gabbia avversaria. Complice la difesa biancorossa, rea di non aver accompagnato la pressione dei compagni, l’elegante ed efficace apertura di gioco ha dato luogo a una pericolosa ripartenza (foto 4).

Foto 4 – Il risultato della giocata di Pirlo è un sei contro cinque in favore della Juve.

Altra situazione analoga al settimo minuto quando Pirlo ha verticalizzato improvvisamente, senza quasi guardare, sul taglio di Tevez fra i due centrali monegaschi. Un sincronismo di movimenti perfetto, sicuramente una soluzione fra quelle pensate e preparate per sorprendere i padroni di casa (foto 5). Con questo atteggiamento i torinesi sono anche riusciti, in qualche occasione, ad aggredire spazi che, normalmente, il solido Monaco non concede ma è venuto a mancare l’ultimo passaggio, il dettaglio decisivo (foto 6).

Foto 5 – Pirlo riceve palla dall’esterno e di prima intenzione verticalizza per Tevez, che riceverà palla davanti alla porta.

Foto 6 – Quando la Juve è riuscita a eludere il pressing avversario, s’è creato sempre molto spazio sfruttato malissimo dagli attaccanti bianconeri.

JUVE TONICA, AGGREDISCE PER DIFENDERSI

Per tutta la partita Allegri ha chiesto suoi di pressare il più alto possibile sulla costruzione di manovra avversaria. In questo senso la gestione degli ultimi dieci minuti è stata esemplare. Con gli ingressi di Llorente e Pereyra e il calo fisico della squadra di casa, la Juve ha alzato il baricentro proprio nel momento in cui l’undici di Jardim avrebbe dovuto tentare l’assalto all’arma bianca. Un atteggiamento aggressivo e vincente che è risultato lampante in occasione di tutti i falli laterali a sfavore. Si sono visti addirittura sei o sette bianconeri andare a chiudere le traiettorie di appoggio, fra questi anche Barzagli e Chiellini (foto 7 e 8).

Foto 7 e 8 – Fallo laterale in favore del Monaco, la Juve si alza tantissimo per costringere gli avversari a sbarazzarsi del pallone. Questo ha garantito ai bianconeri la gestione in sicurezza delle fasi finali di gara.

Il Monaco, dal canto suo, ha palesato le solite difficoltà in zona gol. Fin quando la condizione fisica dei francesi ha retto, i centrocampisti della Juventus hanno fatto fatica nella circolazione di palla e sono anche stati costretti al fallo tattico. La squadra di Jardim è riuscita più di una volta, col pressing a tutto campo, a conquistare palla in zone molto vantaggiose (foto 9 e 10), è però poi mancata nella finalizzazione della manovra, il suo vero tallone d’Achille.

Scritto in collaborazione con Jacopo Gornati (New G Project).

Foto 9 e 10 – Due esempi di pressing a tutto campo da parte dei giocatori nel Monaco.

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